Io lo so che alcuni professori a scuola hanno fatto più danni dei lanzichenecchi.
Io lo so che i programmi scolastici in alcune parti sono miopi, sordi e pure un po' rimbambiti.
Io lo so ma questa non è una scusa.
Supera i tuoi traumi liceali, apri la mente e leggi i classici della letteratura.
Perchè c'è un motivo se i classici sono diventati tali.
Non li amerai tutti allo stesso modo, ci mancherebbe, ma non potrai restare immune al fascino e all'innegabile qualità di alcuni scritti.
I russi, i francesi, gli italiani. Pure Manzoni, sì, l'ho detto.
Gli inglesi, li spagnoli e poi salpa oltre oceano e anche verso oriente.
La letteratura mondiale(!) di tutti i tempi è una ricchezza da godere!
Leggi le novità del momento, non ti sto suggerendo di chiuderti in una torre d'avorio e pagine ingiallite, ma leggi i classici, un po' per volta, di epoche e luoghi diversi. Che regalo ti farai!
"Ma sti tipi bassetti con i piedoni ti paiono proprio una buona idea?"
Non escludo che avrei detto questo a Tolkien se mi fossi trovata in mezzo agli Inklings.
Mi vedo così, unica donna, elegantissima come si usava all'epoca, in mezzo alla crème della letteratura inglese, a sparare scemenze per far la spiritosa. A combattere l'ansia da prestazione con la stupidera.
Gli Inklings si ritrovavano ogni settimana presso il Pub Eagle and Child ad Oxford, in St Giles Street.
Pub che ora espone orgoglioso una targa commemorativa su cui si regge tutto il suo marketing. Scelta condivisibile.
Quello degli Inklings, era un gruppo di autori, accademici e no, che – dall’inizio degli anni ’30 fino al 1949 – si incontrò per leggersi vicendevolmente cosa stavano scrivendo in quel periodo, per confrontarsi, per darsi consigli. Io m'immagino discorsi del tipo "Che ne dite di un leone parlante?” “Ma sei serio?”
Insomma un laboratorio di scrittura per inarrivabili geni che stavano facendo la storia della letteratura tutte e del fantasy, in particolare, tra alcol e tabacco. Che invidia.
In quegli anni, tra quelle sale e quelle menti, videro la luce opere come Il Signore degli Anelli e la saga delle Cronache di Narnia.
E noi ancora ne godiamo, a spiare la meraviglia della creazione con i nasi attaccati ai vetri delle finestre di quel pub di Oxford.
Io, abituata a sentirmi sempre dire "No, sei troppo piccola!" da una madre un po' severa e parecchio apprensiva, ricordo perfettamente il primo di una serie di rari sì.
Avvenne quando, più o meno a 4 anni, di fronte al mio indice ossuto che indicava la libreria, la mia mamma non negò come sempre ma sorprendentemente prese un volume colorato e me lo mise tra le braccia.
Era uno dei Quindici, l'enciclopedia per bambini, il mio primo amore.
Sarà per quello che amo tanto i libri, perché rappresentano per me il primo brivido d'indipendenza, la prima fuga dal nido, il primo passo verso l'età adulta e i suoi misteri.