Una volta portata a casa la mia tartaruga nuova di zecca, non restava altro che trovarle un nome adatto…
Sicura che il mio nuovo amichetto verde fosse un “ometto”, almeno così ci aveva assicurato il commesso, l’opzione cadde automaticamente su Boris!
Immagino che vi stiate chiedendo il perché…insomma, non si può certo dire che questo sia un nome tipico da tartaruga o da animale in genere.
Per risolvere il mistero devo fare una piccola digressione…anzi una piccola confessione: dall’età di 13 anni fino ai 23 ho nutrito un’insana passione, se non addirittura un amore folle, per il tennista tedesco Boris Becker.
Fra tutti gli attori affascinanti, i cantanti sexy o i calciatori fisicatissimi, perché ho scelto proprio lui?
Ovviamente non so rispondere. Io lo consideravo, anzi lo considero tuttora, bellissimo, ma so che molti non la pensano così (prima fra tutti mia sorella, che non si è mai spiegata questa mia passione).
In realtà posso portare anche una teoria scientifica a supporto di questo mio amore. Avete presente le anatre di Lorenz? Lui si faceva trovare davanti alle uova al momento della schiusa, loro lo vedevano e lo seguivano, scambiandolo per la mamma.
Questo fenomeno si chiama imprinting ed anch’io da piccola ho vissuto un’esperienza del genere. Il mio primo fidanzatino, quando avevo 4 anni, si chiamava Giuliano e possedeva una folta chioma rossa. Ebbene sì!... il mio primo amore era un roscio!
Da quel momento ho sempre considerato i rossi dotati di un fascino unico, ed è per questo che la mia relazione più duratura ce l’ho avuta con Boris Becker, nella saga di Harry Potter adoro Ron Weasley e vado in un brodo di giuggiole tutte le volte che vedo dei bimbi “pel di carota”.
Ma torniamo alle mie tartarughe...
Una volta scelto il nome, si dovette procedere alle presentazioni tra Boris e la piccola, timida e malaticcia Alice.
Non si può certo dire che il loro sia stato amore a prima vista: lei sollevò il capino, guardò il nuovo arrivato di traverso e si rimise a dormire…oppure perse i sensi…difficile a dirsi!
Lui non la degnò neanche di uno sguardo, circumnavigò l’isolotto e si autonominò, da quel momento, imperatore assoluto della vaschetta…non che la povera Alice fosse in grado di opporre una qualche resistenza!
Io e il mio ex fidanzato (che non era rosso e anzi di capelli ne ha sempre avuti pochini) eravamo abbastanza soddisfatti della nostra scelta: quello che volevamo era un elemento che ravvivasse un po’ l’ambiente e Boris per ravvivare, ravvivava parecchio.
Non stava fermo un minuto, mangiava come un maiale all’ingrasso, tutte le volte che lo prendevo in mano cercava di staccarmi un dito e appena incominciò a crescere un pochino iniziò a porsi come unico obiettivo delle sue giornate quello di darsi alla fuga e per fare ciò non si faceva scrupolo di usare la povera Alice come scaletta.
Com’è facile intuire da ciò che ho scritto su di lei finora, la mia piccola tartarughina sofferente ebbe una vita breve ed una mattina la trovai stecchita…sull’isolotto!
Probabilmente si sarà addormentata per non svegliarsi mai più o forse sarà stato il caro Boris a soffocarla nel sonno, chi lo può dire…io comunque me la immagino finalmente pimpante, che se la spassa nel paradiso delle tartarughe: pieno dei suoi amati isolotti e di fidanzati attenti e premurosi, che non la usano come scaletta!
A questo punto il “maschione di casa” si trovò tutto solo ed il mio spelacchiato fidanzato ed io, presi da un’altra delle nostre trovate geniali, decidemmo di prendergli una fidanzata nuova.
Ci recammo nuovamente sul luogo del delitto, ossia il famigerato negozio di animali.
Il commesso, diventato improvvisamente sincero, ci indicò una tartarughina, confessandoci candidamente di non avere la più pallida idea se lo sgorbietto verde fosse maschio o femmina. Io e il mio “consorte” ,colpiti da tanta onestà, prendemmo subito lui/lei e lo/la portammo a casa, in veste di nuovo amico/fidanzata di Boris…
…della serie Dio li fa e poi li accoppia: avevamo appena scelto la copia miniaturizzata e più simpatica di Boris. La battezzai Yu.
…to be continued
(Io e Boris, prima parte)
Sicura che il mio nuovo amichetto verde fosse un “ometto”, almeno così ci aveva assicurato il commesso, l’opzione cadde automaticamente su Boris!
Immagino che vi stiate chiedendo il perché…insomma, non si può certo dire che questo sia un nome tipico da tartaruga o da animale in genere.
Per risolvere il mistero devo fare una piccola digressione…anzi una piccola confessione: dall’età di 13 anni fino ai 23 ho nutrito un’insana passione, se non addirittura un amore folle, per il tennista tedesco Boris Becker.
Fra tutti gli attori affascinanti, i cantanti sexy o i calciatori fisicatissimi, perché ho scelto proprio lui?
Ovviamente non so rispondere. Io lo consideravo, anzi lo considero tuttora, bellissimo, ma so che molti non la pensano così (prima fra tutti mia sorella, che non si è mai spiegata questa mia passione).
In realtà posso portare anche una teoria scientifica a supporto di questo mio amore. Avete presente le anatre di Lorenz? Lui si faceva trovare davanti alle uova al momento della schiusa, loro lo vedevano e lo seguivano, scambiandolo per la mamma.
Questo fenomeno si chiama imprinting ed anch’io da piccola ho vissuto un’esperienza del genere. Il mio primo fidanzatino, quando avevo 4 anni, si chiamava Giuliano e possedeva una folta chioma rossa. Ebbene sì!... il mio primo amore era un roscio!
Da quel momento ho sempre considerato i rossi dotati di un fascino unico, ed è per questo che la mia relazione più duratura ce l’ho avuta con Boris Becker, nella saga di Harry Potter adoro Ron Weasley e vado in un brodo di giuggiole tutte le volte che vedo dei bimbi “pel di carota”.
Ma torniamo alle mie tartarughe...
Una volta scelto il nome, si dovette procedere alle presentazioni tra Boris e la piccola, timida e malaticcia Alice.
Non si può certo dire che il loro sia stato amore a prima vista: lei sollevò il capino, guardò il nuovo arrivato di traverso e si rimise a dormire…oppure perse i sensi…difficile a dirsi!
Lui non la degnò neanche di uno sguardo, circumnavigò l’isolotto e si autonominò, da quel momento, imperatore assoluto della vaschetta…non che la povera Alice fosse in grado di opporre una qualche resistenza!
Io e il mio ex fidanzato (che non era rosso e anzi di capelli ne ha sempre avuti pochini) eravamo abbastanza soddisfatti della nostra scelta: quello che volevamo era un elemento che ravvivasse un po’ l’ambiente e Boris per ravvivare, ravvivava parecchio.
Non stava fermo un minuto, mangiava come un maiale all’ingrasso, tutte le volte che lo prendevo in mano cercava di staccarmi un dito e appena incominciò a crescere un pochino iniziò a porsi come unico obiettivo delle sue giornate quello di darsi alla fuga e per fare ciò non si faceva scrupolo di usare la povera Alice come scaletta.
Com’è facile intuire da ciò che ho scritto su di lei finora, la mia piccola tartarughina sofferente ebbe una vita breve ed una mattina la trovai stecchita…sull’isolotto!
Probabilmente si sarà addormentata per non svegliarsi mai più o forse sarà stato il caro Boris a soffocarla nel sonno, chi lo può dire…io comunque me la immagino finalmente pimpante, che se la spassa nel paradiso delle tartarughe: pieno dei suoi amati isolotti e di fidanzati attenti e premurosi, che non la usano come scaletta!
A questo punto il “maschione di casa” si trovò tutto solo ed il mio spelacchiato fidanzato ed io, presi da un’altra delle nostre trovate geniali, decidemmo di prendergli una fidanzata nuova.
Ci recammo nuovamente sul luogo del delitto, ossia il famigerato negozio di animali.
Il commesso, diventato improvvisamente sincero, ci indicò una tartarughina, confessandoci candidamente di non avere la più pallida idea se lo sgorbietto verde fosse maschio o femmina. Io e il mio “consorte” ,colpiti da tanta onestà, prendemmo subito lui/lei e lo/la portammo a casa, in veste di nuovo amico/fidanzata di Boris…
…della serie Dio li fa e poi li accoppia: avevamo appena scelto la copia miniaturizzata e più simpatica di Boris. La battezzai Yu.
…to be continued
(Io e Boris, prima parte)