Può capitare di farsi un giro in una libreria qualunque, in un giorno qualunque ed imbattersi in un libro qualunque, per poi scoprire con goduriosa soddisfazione che in quelle pagine non vi è raccontata una storia qualunque. Affatto. Dietro una copertina rassicurante ed un titolo sufficientemente accattivante è celata la storia di un uomo e di un popolo.
"Un perfetto gentiluomo" è l'opera prima della talentuosa Natasha Solomons. Che, ispirandosi ai propri nonni, narra le tragicomiche vicende di un rifugiato ebreo, scappato dalla Germania nazista per ricostruirsi una vita in Inghilterra.
Il cocciuto Jack Rosenblum spenderà l'intera esistenza nel disperato e folle tentativo di diventare "Il Perfetto Gentiluomo Inglese", a scapito delle proprie ingombranti origini e del proprio doloroso passato.
Un progetto tanto ambizioso quanto infantile.
Un personaggio tanto irritante quanto tenero.
Una storia tanto antica quanto attuale.
Con divertimento e leggerezza l'autrice affronta temi importanti quali l'identità, il senso di colpa dei sopravvissuti e la ricerca di un equilibrio tra l'integrazione e il legittimo desiderio di non tradire o dimenticare le proprie radici.
Ricerca che caratterizza l'esistenza di tutti gli immigrati che ancora oggi, per paura, necessità o ambizione, mollano tutto e si ricostruiscono un'esistenza in Europa, tra gente estranea e spesso ostile che tende ad interpretare ogni diversità come una sfida od una mancanza di rispetto.
Un libro che si fa leggere tutto d'un fiato con un sorriso dolce sulle labbra ed una nuova consapevolezza nella testa e nel cuore.
Consigliatissimo.
"Un perfetto gentiluomo" è l'opera prima della talentuosa Natasha Solomons. Che, ispirandosi ai propri nonni, narra le tragicomiche vicende di un rifugiato ebreo, scappato dalla Germania nazista per ricostruirsi una vita in Inghilterra.
Il cocciuto Jack Rosenblum spenderà l'intera esistenza nel disperato e folle tentativo di diventare "Il Perfetto Gentiluomo Inglese", a scapito delle proprie ingombranti origini e del proprio doloroso passato.
Un progetto tanto ambizioso quanto infantile.
Un personaggio tanto irritante quanto tenero.
Una storia tanto antica quanto attuale.
Con divertimento e leggerezza l'autrice affronta temi importanti quali l'identità, il senso di colpa dei sopravvissuti e la ricerca di un equilibrio tra l'integrazione e il legittimo desiderio di non tradire o dimenticare le proprie radici.
Ricerca che caratterizza l'esistenza di tutti gli immigrati che ancora oggi, per paura, necessità o ambizione, mollano tutto e si ricostruiscono un'esistenza in Europa, tra gente estranea e spesso ostile che tende ad interpretare ogni diversità come una sfida od una mancanza di rispetto.
Un libro che si fa leggere tutto d'un fiato con un sorriso dolce sulle labbra ed una nuova consapevolezza nella testa e nel cuore.
Consigliatissimo.