Avete mai praticato il nudismo?
Io sì.
Ho avuto un fidanzato tedesco per 4 anni, e che ve lo dico a fare!
Io sì.
Ho avuto un fidanzato tedesco per 4 anni, e che ve lo dico a fare!
Il racconto di oggi non è molto datato e risale solo a novembre dell'anno scorso.
La maggior parte di voi l'avrà già letto ma io ci sono parecchio affezionata e, quindi, ve lo ripropongo ugualmente.
Lo lascio qui, come traccia da seguire per chi mi conosce da poco e come ennesima conferma per chi ha colto le mie evidenti debolezze.
Il pesce rosso.
Buona lettura.
La maggior parte di voi l'avrà già letto ma io ci sono parecchio affezionata e, quindi, ve lo ripropongo ugualmente.
Lo lascio qui, come traccia da seguire per chi mi conosce da poco e come ennesima conferma per chi ha colto le mie evidenti debolezze.
Il pesce rosso.
Buona lettura.
Un bambino in preda a capricci isterici ed i suoi genitori esauriti.
"Ma perché fai così?"
"Io arrabbiato!"
"Smettila!"
"Io arrabbiato!"
"Guarda che ti chiudiamo in collegio e non ti veniamo mai a trovare!"
Una minaccia così, secondo me, non l'ha mai fatta neanche la matrigna di Biancaneve.
Ps: lo so che non sta bene origliare le conversazioni altrui, ma che colpa ne ho se, ultimamente, m'imbatto in dialoghi tanto interessanti?
Sono anni che metto in piazza i fatti miei, ogni tanto potrò pur mettere in piazza quelli di anonimi altri. O no?
Considerate questi ultimi post come degli studi sociologici. O almeno provateci.
"Ma perché fai così?"
"Io arrabbiato!"
"Smettila!"
"Io arrabbiato!"
"Guarda che ti chiudiamo in collegio e non ti veniamo mai a trovare!"
Una minaccia così, secondo me, non l'ha mai fatta neanche la matrigna di Biancaneve.
Ps: lo so che non sta bene origliare le conversazioni altrui, ma che colpa ne ho se, ultimamente, m'imbatto in dialoghi tanto interessanti?
Sono anni che metto in piazza i fatti miei, ogni tanto potrò pur mettere in piazza quelli di anonimi altri. O no?
Considerate questi ultimi post come degli studi sociologici. O almeno provateci.
Due bambini di quattro anni fanno amicizia viaggiando verso Trento.
"Tua sorella è un maschio?"
"Noi siamo tutti maschi.
C'è Paolo Pincopallo (*), Mario Pincopallo e Luca Pincopallo.
Io sono Giulio Pincopallo.
Siamo tutti maschi e tutti Pincopallo.
Però la mia mamma no. Lei è femmina."
(*) non sono brava a inventare cognomi di fantasia particolarmente originali.
"Tua sorella è un maschio?"
"Noi siamo tutti maschi.
C'è Paolo Pincopallo (*), Mario Pincopallo e Luca Pincopallo.
Io sono Giulio Pincopallo.
Siamo tutti maschi e tutti Pincopallo.
Però la mia mamma no. Lei è femmina."
(*) non sono brava a inventare cognomi di fantasia particolarmente originali.
Voi siete mai stati in barca a vela?
Io sì.
In due occasioni.
Io odio la barca a vela.
E la barca a vela odia me.
La prima volta solcai le onde di un laghetto berlinese a bordo di un guscio di noce.
Dopo 5 minuti cambiò il tempo, si scatenò l'inferno, e rischiai di rimanerci secca.
Nella medesima giornata provai, dunque, l'ebbrezza della navigazione a vela e quella del salvataggio da parte di un aitante bagnino.
La seconda volta programmai di trascorrere una settimana nelle acque dell'Isola d'Elba.
La vacanza s'interruppe dopo 4 giorni, causa blocco totale e irrecuperabile del timone.
Il ritorno in porto fu possibile grazie a, provvidenziali ma poco aitanti, pescatori locali.
Nel caso non lo sappiate, ve lo dico io, secondo la credenza popolare le donne portano sfortuna in mare. Molta sfortuna.
Lo so cosa state pensando in questo momento: "Saranno anche stupide superstizioni ma Pancrazia porta proprio una gran iella!"
E invece no! Mi permetto di contraddirvi. Poiché al quadro da me tratteggiato manca volutamente un piccolo, fondamentale particolare.
Io non ero l'unica ad esser presente ad entrambi gli infelici episodi.
C'era anche lui.
Lui chi?
Lui, il celeberrimo ex fidanzato teutonico. Impegnato in quelle occasioni a ricoprire, senza averne l'abilità o l'esperienza, il ruolo dello skipper.
Non si trattò dunque di sfortuna ma di vera e propria incoscienza.
E forse anche del solerte destino, voglioso di farci comprendere che, per il nostro bene e per quello di chi ci stava accanto, fosse il caso di andare ognuno per la propria strada.
A piedi.
All'asciutto.
Io sì.
In due occasioni.
Io odio la barca a vela.
E la barca a vela odia me.
La prima volta solcai le onde di un laghetto berlinese a bordo di un guscio di noce.
Dopo 5 minuti cambiò il tempo, si scatenò l'inferno, e rischiai di rimanerci secca.
Nella medesima giornata provai, dunque, l'ebbrezza della navigazione a vela e quella del salvataggio da parte di un aitante bagnino.
La seconda volta programmai di trascorrere una settimana nelle acque dell'Isola d'Elba.
La vacanza s'interruppe dopo 4 giorni, causa blocco totale e irrecuperabile del timone.
Il ritorno in porto fu possibile grazie a, provvidenziali ma poco aitanti, pescatori locali.
Nel caso non lo sappiate, ve lo dico io, secondo la credenza popolare le donne portano sfortuna in mare. Molta sfortuna.
Lo so cosa state pensando in questo momento: "Saranno anche stupide superstizioni ma Pancrazia porta proprio una gran iella!"
E invece no! Mi permetto di contraddirvi. Poiché al quadro da me tratteggiato manca volutamente un piccolo, fondamentale particolare.
Io non ero l'unica ad esser presente ad entrambi gli infelici episodi.
C'era anche lui.
Lui chi?
Lui, il celeberrimo ex fidanzato teutonico. Impegnato in quelle occasioni a ricoprire, senza averne l'abilità o l'esperienza, il ruolo dello skipper.
Non si trattò dunque di sfortuna ma di vera e propria incoscienza.
E forse anche del solerte destino, voglioso di farci comprendere che, per il nostro bene e per quello di chi ci stava accanto, fosse il caso di andare ognuno per la propria strada.
A piedi.
All'asciutto.
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