Siamo più di 10.000. Siamo studenti. Stiamo protestando in piazza da quasi 50 giorni.
Noi siamo a mani nude. Il nostro governo ci manda contro i carri armati.
(1989)
Da oggi riprendono ufficialmente a festeggiarmi.
Sono io: la Repubblica Italiana.
(2000)
Accendo la televisione.
Un nuovo canale inizia le sue trasmissioni. Si chiama Cable News Network. CNN.
(1980)
Ho tenuto questo segreto per più di trent'anni, ma ora è giunto il momento che si sappia.
Sono io, William Mark Felt, la Gola Profonda. Sono io il responsabile del Watergate.
(2005)
La terra trema. Moriamo in 5000.
Neanche Dio lascia in pace il mio paese: l'Afghanistan.
(1998)
Mi chiamo Janet Guthrie.
E sono la prima donna a qualificarsi per la 500 miglia di Indianapolis.
(1977)
Vi ho lavorato sopra per vent'anni. Tutti i giorni.
E oggi, finalmente, il pubblico può goderne.
Non so cosa farò domani. Probabilmente mi prenderò un giorno di ferie o forse comincerò un altro lavoro.
Intanto bevo vino, mangio salatini, incasso complimenti, e ancora mi commuovo di fronte alla bellezza del "mio" Cenacolo.
(1999)
Dopo il treno fu la volta della metropolitana.
Dopo la metropolitana riemersi finalmente all'aria aperta.
La prima cosa che vidi fu un Black Cab. Ero proprio a Londra.
Londra è una delle poche città al mondo immediatamente riconoscibile. Basta un piccolo scorcio qualunque per capire, senza dubbio alcuno, di trovarsi nella capitale inglese. Altre città, seppur ugualmente belle, famose o suggestive non posseggono la medesima caratteristica.
Londra non è uguale a nessun altra. Basta un taxi per riconoscerla.
Innamoratami al primo sguardo, presi a girare seguendo l'istinto ed i nomi più evocativi delle fermate della metro. Passeggiai per la City sotto una pioggia sottile sottile. Sbucai a Piccadilly Circus sentendomi dentro un film. Mangiai un sandwich seduta sulle scale di Trafalgar Square, godendo di un sole improvviso e caldo. Corsi tra Hyde Park e Buckingham Palace, con la paura di perdere l'aereo ma l'inossidabile certezza che ne sarebbe, comunque, valsa la pena. Perché certi luoghi li devi vedere, che poi chissà quando ti ricapita!
Tutto mi piacque ma niente mi stregò quanto l'Abbazia di Westmister. Una bellezza sfacciata. Una visione. L'unico momento in cui rimpiansi di essere sola, tale era il desiderio di condividere con qualcuno tanta emozione. Tale era il desiderio di dire: "Hai visto? Io non immaginavo fosse così!" Così maestosa, imponente, orgogliosa del proprio sublime aspetto. L'abbazia di Westmister guarda tutti, specialmente i turisti, dall'alto verso il basso. E a tutti, piccoli e insignificanti, concede un mezzo sorriso, una piccola smorfia, come a dire: "Voi siete qua per me. Io basto a me stessa".
Londra è la città dove mi trovai a seguire mille stradine pittoresche per poi sbucare nel cortile di una scuola, tra ragazzini in giacca e cravatta che ridevano e giocavano.
Londra è la città dove un uomo in tight mi cedette il posto sulla metropolitana. Un uomo in tight. Con le code. Cedette il posto a me, con i jeans, il giubbino rosso e i capelli giallo-limone.
Londra è la città dove mi chiesero indicazioni dopo 5 minuti che ero arrivata. Evidentemente dovetti sembrare del posto. Ma del resto chi non lo è? Nella capitale britannica tutti sono del posto.
A Londra c'è tutto il mondo.
E tutto il mondo, prima o poi, passa da Londra.
E anch'io, prima o poi, ci tornerò.
Fine.