Dovrei essere al Cecchi Point verso le 21 per poter ritirare i biglietti con tranquillità.
L'inizio dello spettacolo è previsto per le 21:30.
Io esco di casa che sono già le 21:10.
La puntualità è una qualità innata. L'incapacità di organizzarsi adeguatamente, anche.
Affannata e arruffata faccio il mio ingresso trionfale nel cortile quando si è già fatta una certa. Tra me e i biglietti si frappone una lunga fila di varia umanità, non mi resta altro che mettermi l'animo in pace e attendere.
La mia amica Silvana è uscita tardi dal lavoro e quindi non arriverà prima di un'ora.
Io mi annoio, non so con chi parlare. Scelgo di fare l'unica cosa interessante in una situazione del genere: ascoltare le chiacchiere altrui.
Ritorni da viaggi mirabolanti, focose notti d'amore, tra una storia e l'altra mi colpisce soprattutto una discutibile pianificazione per un futuro appuntamento.
Una ragazza non sa dove portare uno che le interessa. Un suo amico le suggerisce: "a pattinare sul ghiaccio, magari gli piacciono gli sport invernali"
Magari gli piacciono gli sport invernali?
Pattinare sul ghiaccio?
Ma che idea è?
E se questo non sa pattinare? Adorerà l'idea di sentirsi ridicolo sgambettando sgraziato e dando ripetute culate. Sarà proprio felice, entusiasta direi!
Un primo appuntamento sul ghiaccio va bene solo se tu sei Rocky e lei è Adriana. Altrimenti no!
A dimostrarsi inetti c'è sempre tempo nel corso di una relazione. Perché accelerare questi bei momenti? Perché?
Vorrei intervenire nella discussione e dare il mio prezioso contributo ma, purtroppo, è giunto il mio turno.
Speriamo solo che consigliere e consigliata mi leggano.
Io, intanto, pago il biglietto e cerco un posto. Anzi due.
Il teatro è pienissimo, mi accaparro a fatica un pezzo di panca per me e Silvana.
Giusto in tempo perché si spengano le luci, e parta lo spettacolo.
La prima semifinale vede lo scontro tra i "Disco Inverno", già visti la settimana scorsa, e i "Fonzie Pilato".
Il catch inizia un po' in sordina. Con il passare dei minuti però la sfida si fa più interessante, e la qualità cresce. Questo grazie ai concorrenti che prendono confidenza col palco, e all'arbitro che riesce a provocarli, sfidarli e rintuzzarli alla perfezione.
Sul finale si ride con una reinterpretazione di Cenerentola. Fatta uno, due, tre, quattro volte. Sempre più divertente, sempre più veloce, sempre più delirante, fino a quando rimane solo Valentina a riproporre tutti i personaggi, tutta la storia, in una manciata di secondi. Lei finisce stremata. Il pubblico applaude entusiasta.
Al momento di decretare la squadra vincitrice vengono premiati i Fonzie Pilato, merito soprattutto di Matteo e della sua perfetta Cenerentola che avrebbe convinto Walt Disney, i fratelli Grimm e pure le sorellastre.
E' il momento dell'intervallo.
Arriva la mia amica Silvana.
La mia lunga lotta per conservare il territorio acquista finalmente un senso.
Chiacchieriamo tra di noi e in giro. Scopro che il
post della settimana scorsa l'hanno letto tutti. O quasi. C'è chi è contento, chi è molto contento, e chi vorrebbe prendermi a capocciate. Io, per spirito di autoconservazione, mantengo un basso profilo, mi muovo col passo del giaguaro e mi guardo circospetta in giro. Alla prima avvisaglia di pericolo, sono pronta a fuggire o usare Silvana come scudo umano. Del resto un favore me lo deve: le ho tenuto il posto per un'ora!
Si spengono nuovamente le luci e ha inizio la seconda sfida che, data la caratura dei concorrenti presenti, più che una semifinale sembra un anticipo di finale.
Da una parte le Panka & Bbbestia, dove spicca l'incontenibile Carmen, che ormai distribuisce biglietti da visita con la sua nuova occupazione: "Dea del Pensiero Laterale".
E dall'altra i Preti-à-Porter. Non li conosco, non li ho mai visti all'opera, ma voci di corridoio dicono che siano in grado di spaccare il culo ai passeri. Ebbene sì, nei corridoi che frequento io si usano di queste espressioni!
Questo catch è divertimento allo stato puro. L'arbitro dirige la sua orchestra con ironia e sicurezza. Il pubblico viene coinvolto moltissimo, si diverte e diverte. I concorrenti spaccano deretani agli augelli come se non ci fosse un domani.
Due donne contro due uomini, in un rincorrersi di prove sempre più esilaranti e originali. Per un'ora in quel ring vengono raccontate mille storie in mille maniere diverse. Drammi famigliari degni delle compiante telenovele brasiliane anni '80; giornate tipo di dentisti ricchi, pigri e con madri invadenti; colossal fantasy con abbondante dispiegamento di comparse e spargimento di follia a mazzi.
All'apice di questa giostra, l'arbitro annuncia la fine.
"Nooooo", ci lamentiamo tutti.
Ma lui decide e noi ci adeguiamo.
Si passa alle votazioni.
Un pareggio?
Si conta.
Vincono i Preti-à-Porter che, confermando le scurrili voci di corridoi, androni e salotti, si sono dimostrati qualcosa di più di due semplici improvvisatori, ma un vero è proprio duo comico in grado di capirsi e spalleggiarsi come pochi. Congratulazioni!
Le Punk perdono a cresta alta. Il pubblico le acclama come meritano. Brave!
La prova più difficile per i finalisti della prossima settimana?
Mantenere un livello adeguato. L'asticella si è alzata. La sfida è aperta.