Dopo tre giorni sempre in giro optiamo per un tranquillo pomeriggio in spiaggia. Ci portiamo il minimo indispensabile: teli mare e 10 euro a testa. Poco inclini all'abbronzatura ci buttiamo subito in acqua. Giochiamo con le bonariamente aggressive onde di Biarritz. "Splash!""Spruzz!" "Spataplash!" "Arisruzz". Due otarie felici che, appena tornate a riva, non trovano più nulla. Tutto sparito: gli asciugamani, le scarpe e, soprattutto, gli occhiali da vista. Echecazzo! Procediamo con la perlustrazione ossessiva di ogni centimetro quadrato di spiaggia. Le persone sono accalcate l'una sull'altra. Nulla ci sembra familiare. Avevamo pochi punti di riferimento prima di tuffarci e quei pochi, comunque, non riusciamo a ritrovarli. Passa il tempo. La striscia di sabbia diventa sempre più piccola. Dopo mezz'ora realizziamo l'orrore e l'errore: l'alta marea. Non sappiamo se a portarci via tutto sia stata l'acqua o qualche poveraccio. Il risultato non cambia: siamo in costume, scalzi, e dobbiamo farci mezz'ora di strada a piedi per tornare a casa. E, problema più grave, io sono senza occhiali e non vedo una mazza. Domani andiamo a Madrid e io sono la cieca di Sorrento. Poi, però, accade il miracolo. Quando, afflitti e scoraggiati, ci apprestiamo ad andarcene, due persone ci notano, intuiscono il motivo del nostro avvilimento e fanno partire il passaparola. E' tutto là. La nostra roba è tutta là. Sull'ampio corrimano della scalinata che porta verso la strada. Asciugamani, soldi, scarpe e occhiali. C'è tutto. Zuppo e pieno di sabbia. Ma tutto affettuosamente custodito da una famiglia francese, che aspettava solo qualcuno che ne rivendicasse la proprietà.
"Io amo questa gente"