Nel futuro possibile, seppur improbabile, mi affitterò un bilocale a pochi soldi, attraverso chissà quali arzigogolati passaparola. Avrò una cucina piccola piccola con gli sportelli dipinti di blu e una finestra aperta verso l'orizzonte.
Nel futuro possibile, seppur improbabile, sarà appena cominciata la primavera. Il tempo sarà bizzarro e poco affidabile. Sopra i vestitini leggeri indosserò lunghe giacche di lana che mi faranno sentire protetta e al sicuro.
Nel futuro possibile, seppur improbabile, ogni tanto scenderò al porto per cenare e mi siederò ad un tavolo con la tovaglia a quadretti. Dopo qualche giorno la padrona del locale, una donna bella e in carne, occuperà il posto accanto al mio, mi racconterà la sua storia ed ascolterà la mia.
Nel futuro possibile, seppur improbabile, io sarò la straniera che scrive e ogni tanto va a trovare le tartarughe. Mi ritaglierò un ruolo, una parte, un personaggio da interpretare sul palcoscenico rivolto verso il mare.
Nel futuro possibile, seppur improbabile, un giorno da quel traghetto scenderà anche lui, mi sorriderà e dirà soltanto "Tu sei tutta matta". Con sé avrà una valigia piena di magliette e senza calzini. Perché, come al solito, li avrà dimenticati.
Un futuro possibile, seppur improbabile, è una boccata d'aria, un piccolo tesoro da custodire, un sogno da nutrire con sorrisi e non sospiri. Perché ciò funzioni è bene che questo futuro non abbia scadenze, che possa realizzarsi domani come fra dieci anni, che possa rappresentare l'inizio di una nuova vita o semplicemente una vacanza dalla vecchia.
Se c'è una cosa che mi ha sempre fatto paura è l'idea di avere tutte le risposte, di non avere più scelte da fare ma solo vie già battute da percorrere. Ed è per questo che ho bisogno del mio futuro possibile, seppur improbabile.
Chi mi ama lo sa e ci convive con la mia stessa leggerezza.
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