Tre libri letti nel 2012

Io amo leggere, e credo che questa non sia una gran sorpresa per nessuno di voi.
Tale passione mi porta a consumare molti libri in un anno. Mai abbastanza, ma molti.
Raramente ne parlo o li recensisco su queste pagine poiché, in realtà, non credo di possedere gli strumenti adeguati, l'abilità necessaria e la giusta competenza.
Insomma, certe cose preferisco lasciarle a chi le sa fare come si deve.

Ma per tre titoli, letti durante l'anno che è appena passato, ho deciso di fare un'eccezione.
Perché sono storie scritte da autori poco noti e pubblicate da case editrici non particolarmente grandi.
Perché libri così hanno bisogno di tutta la pubblicità possibile, del tam tam della rete, del vecchio e caro passaparola.

Io li ho scelti, li ho letti e li ho apprezzati.
Ed ora ho deciso di condividerli con tutti voi.

"Il cavedio", edito da Fernandel, è un romanzo scritto da quattro donne.
Francesca Bonafini, Mascia di Marco, Patrizia Rinaldi e Nadia Terranova raccontano la storia di un uomo affascinante quanto egocentrico, amato quanto irrecuperabilmente egoista. Un uomo in grado di trovare mille giustificazioni per il proprio bisogno di prendere, ma cieco e sordo di fronte all'impossibilità di dare.
Intorno a questo personaggio ruotano le storie delle donne che lo hanno amato o che gli sono state compagne. Donne complesse, forti e caratterizzate da una qualità umana e morale a lui superiore.

Questo è un libro in cui donne scrivono di altre donne, ma anche di un uomo e delle diverse forme e sfaccettature dell'amore.

Le quattro autrici si sono occupate ognuna di una parte diversa. Ognuna ha raccontato la storia dal punto di vista di un personaggio. Il risultato è eccellente: equilibrato  e perfettamente armonico.
Le penne si distinguono tra loro ma non litigano e non si sovrastano. Si passano il testimone con gesti precisi. Dividono il palcoscenico senza mai pestarsi i piedi. Danno vita ad un coro che vale assolutamente la pena ascoltare.
O meglio, leggere.


Guardate la copertina di "Caterina fu gettata". Voi avreste potuto resistere ad un'immagine così curiosa, accompagnata da un titolo altrettanto accattivante? Io no!
E, infatti, durante il "Dorato - Festival indipendente dell'editoria e della musica" tenutosi a Torino lo scorso settembre, io non ho resistito e mi sono lasciata sedurre da questa storia piccina piccina in un libro bianco bianco. Storia scritta da Carlo Sperduti ed edita da Intermezzi.


Un romanzo che non è un romanzo. Una vicenda surreale con creature immortali, bucce di banana sessualmente aggressive, gatte sagge, artisti di strada diabolici, fidanzati vili ed una donna che ogni tanto si addormenta e ogni tanto muore, ma comunque si risveglia sempre.
Vi sembra una follia? Lo è.

Una follia breve e scorrevole. Originale ed ironica. Un titolo perfetto. Un autore capace.
Consigliatissimo.


Finisco con Christian Mascheroni ed il suo "Attraversami", edito da Las Vegas.

Silence è un paese dove il Regime ha vietato l'amore in ogni sua espressione, in quanto sentimento violento che acceca la ragione e stimola l'aggressività.

Il potere ufficialmente mette all'indice l'amore accusandolo di tutte le guerre. Ma in realtà lo imbriglia per fiaccare lo spirito della popolazione e poterla meglio controllare.

Una coppia di giovani è destinata ad aprire gli occhi ad un paese di vecchi, tali nell'animo e soprattutto nel cuore.

La scrittura di Mascheroni, che già avevo avuto modo di apprezzare in "Alex fa due passi", non è mai banale ma sempre immaginifica e poetica.
L'autore ci regala un viaggio struggente e doloroso. Passando da un capitolo all'altro, da un quadro all'altro, in un crescendo di ribellione e consapevolezza.

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