Com'è triste Parigi (Prima parte)

Andai a Parigi molti anni fa.

L'occasione fu unica.

Il mio ex tedesco non aveva trovato niente di meglio che mollarmi durante le nostre vacanze estive in Croazia, per poi pentirsi un minuto dopo il ritorno nelle rispettive patrie, e iniziare una lenta e inesorabile manovra di riavvicinamento.

Ne erano seguite una serie infinita di telefonate fiume e trattative diplomatiche, degne di un summit mondiale per la legalizzazione dell'allevamento della cinciallegra zoppa o di una riunione familiare pre-natalizia per decidere vicino a chi far sedere lo zio con la fiatella.

Dopo tante parole, innumerevoli promesse e un patrimonio di scatti alla risposta, io decisi unilateralmente:
"Ci vedremo in autunno. Torneremo assieme o ci lasceremo per sempre"
"Vengo io da te?", chiese lui, disponibile e servizievole come solo uno macchiatosi della colpa di averti mollata durante le vacanze può essere.
"No", gli risposi, "ci troveremo in territorio neutrale"
"Dove?"
"A Parigi"

Continua...

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