Lo scorso agosto ho visto passare cinquant'anni in un mese.
E perché ve ne parlo solo adesso?
Perché di cose da raccontare ne ho tante e quindi spesso, per scrivere di alcuni argomenti mi tocca rimandarne altri. E poi perché parlarvi di un mese intero è impegnativo e finora mi era mancata la forza di affrontare tale impresa. E infine perché il blog è mio e faccio come mi pare!
Quindi zitti, buoni e se vi becco con la cicca in bocca vi butto fuori dalla classe!
Bene.
Ricominciamo.
Lo scorso agosto ho visto passare cinquant'anni in un mese.
Ehi voi due! Sì, dico proprio a voi in fondo all'aula! Che c'avete da chiacchierare?
"Noi ci chiedevamo, Signora Maestra, ma quanto sarà lungo un post che parla di un mese intero?"
Parecchio. E, infatti, lo dividerò in episodi.
"Nooooo"
"Di nuovo?"
"Cosa???"
Smettetela di rumoreggiare tutti quanti!
E che sarà mai?
Voglio solo legarvi mani e piedi al mio blog per una settimana.
C'avete altro da fare?
Si???
Disdite.
E ora: silenzio che si comincia sul serio.
Tutto ebbe inizio con l'annuncio del matrimonio della mia amica Gra'.
In quell'occasione, quattro delle sei comari berlinesi, avrebbero avuto la possibilità di rincontrarsi, con tutte le conseguenze del caso.
Appena venute a conoscenza della data fatidica, ognuna di noi iniziò ad organizzarsi.
Sissi, madre di tre creature, chiamò all'appello compagno e nonni:
"Ad agosto vado a fare festa con le mie amiche. Quindi, per sole miserrime 48 ore, i miei adorati figliuoli verranno affidati alle vostre amorevoli cure. Gradirei ritrovarli lavati, satolli, e pure vivi al mio ritorno. Grazie."
Spietata.
Renée, da vera stratega esperta in pacchetti vacanze, organizzò le proprie ferie e quelle del di lei fidanzato in modo da arrivare in tempo in Chiesa. All'ultimo minuto. Ma comunque prima della sposa.
Mezz'ora prima si fiondava in albergo stanca, stropicciata e profondamente provata. Mezz'ora dopo, varcava la sacra soglia profumata di violette e vestita di tutto punto.
Mentre le altre invitate, preparatesi col giusto anticipo, erano già distrutte dal caldo afoso e cominciavano a perdersi i pezzi.
Astuta.
Io, appena invitata alle nozze-evento, liquidai la perenne mancanza di tempo libero di Ciccio con un lapidario: "Io al matrimonio ci vado. Chi c'è c'è."
Lui, ovviamente, non ci fu.
Fidanzata immaginaria.
Continua...
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