Domenica sono tornata a Venezia.
Per un giorno solo. Anzi, per meno. Per nove ore.
Nove ore di pura gioia.
Pochi luoghi mi colpiscono cuore e mente quanto il gioiello lagunare.
Domenica ho cominciato a sognare quando ero ancora sulla terra ferma.
Ho elaborato il primo di una lunga serie di post quando, dalla pancia del battello, osservavo la sagoma della città che si faceva sempre più vicina.
Rapita dall'eloquio fluente e dai succosi aneddoti della guida, mi sono aggirata per calli e campi con un sorriso estatico dovuto al fisico piacere della scoperta.
Venezia è piena di storie da raccontare. Storie vere, storie inventate, storie reinterpretate.
Venezia è la mia idea di paradiso. Anche quando fa freddo. Anche quando bisogna andare in giro con le galosce. Anche quando la pioggia si prende gioco di occhiali e ricci.
Perché io non amo Venezia. O, almeno, non solo.
Io vorrei essere Venezia. Nel bene e nel male.
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