Non parlare mai dei fatti propri
C’è poco da fare, potete essere anche i migliori blogger su piazza, scrittori da far impallidire Dostoevskij, penne sagaci da far cadere in deliquio quella carogna del mio professore d’italiano delle superiori, ma verrete sempre surclassati da chi parla dei fattacci propri. Che lo faccia a rutti, scorregge e grammatica incerta, poco importa: niente attira più lettori come un post in cui il blogger di turno apre cuore e impermeabile.
Amore, sesso e corteggiamenti funzionano sempre. Sempre e comunque.
Non è un caso che la blogosfera, soprattutto quella a tinte rosa, sia piena di menti brillanti che, per non sbattersi troppo, raccontano quasi esclusivamente gli interessanti sviluppi all’interno delle loro mutande. Minimo impegno e massima resa. Il telefilm Sex and the City ha chiuso i battenti da anni, ma l’effetto pruriginoso “donne che parlano di sesso” è ancora vivo e vegeto.
Non ci credete? Ha funzionato persino con me! Certo, ho cercato di dare un taglio più ironico e molto meno sessuale, ma la serie dei post Pancrazia and the city ha avuto un successone. Lettori e commenti inaspettati. Numero di visualizzazioni assolutamente sproporzionato.
Ogni tanto pubblico un post di questo tipo, mi rotolo come un maiale nel fango colpevole della notorietà , e poi riabbraccio l’oblio fino alla prossima secsi elaborazione.
Ogni tanto pubblico un post di questo tipo, mi rotolo come un maiale nel fango colpevole della notorietà , e poi riabbraccio l’oblio fino alla prossima secsi elaborazione.
Su, non fate i timidi, correte a farvi i fattacci miei, prima che Netflix mi chieda i diritti di Pancrazia and the city!
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