A soli 10 anni imparai come un uomo doveva guardare una donna. Con amore, dolcezza, ma anche rispetto ed ammirazione.
A chi può capitare di camminare tranquillamente per strada e ritrovarsi bagnata dalla testa ai piedi?
A chi può capitare di rimanere vittima dell'inconsapevole attentato di un'attempata signora, distratta sbrigativa ed anche un po' rimbambita?
A chi può capitare di transitare di fronte al portone della suddetta ottuagenaria nel momento in cui costei ha deciso di gettare sul marciapiede l'acqua saponata con cui ha appena lavato i pavimenti?
A chi può capitare se non a me?
A chi può capitare di rimanere vittima dell'inconsapevole attentato di un'attempata signora, distratta sbrigativa ed anche un po' rimbambita?
A chi può capitare di transitare di fronte al portone della suddetta ottuagenaria nel momento in cui costei ha deciso di gettare sul marciapiede l'acqua saponata con cui ha appena lavato i pavimenti?
A chi può capitare se non a me?
Nonostante la batosta, nonostante i piccioni affetti da dissenteria, nonostante la tentazione di concedermi ore di compiaciuta autocommiserazione, io sto cercando di risollevarmi.
Sto cercando di ripartire.
Sto cercando di riappropriarmi della mia vita.
Sono una donna forte e so che supererò anche questo momento, ma tutto ciò sarebbe più facile se il fato non continuasse ad accanirsi contro di me.
Se gli dei non mi spernacchiassero.
Se almeno qualcosina ricominciasse a girare per il verso giusto.
Ed è per questo che oggi, 8 settembre, mi chiedo perché?
Perché non mi è ancora arrivato il catalogo dell'IKEA?
Perchéééééééé??????????????
(Post ispirato, per il secondo anno consecutivo, da Simone)
Sto cercando di ripartire.
Sto cercando di riappropriarmi della mia vita.
Sono una donna forte e so che supererò anche questo momento, ma tutto ciò sarebbe più facile se il fato non continuasse ad accanirsi contro di me.
Se gli dei non mi spernacchiassero.
Se almeno qualcosina ricominciasse a girare per il verso giusto.
Ed è per questo che oggi, 8 settembre, mi chiedo perché?
Perché non mi è ancora arrivato il catalogo dell'IKEA?
Perchéééééééé??????????????
(Post ispirato, per il secondo anno consecutivo, da Simone)
Giugno 2009.
Jane si era adagiata su una soffice nuvola rosa.
I piedini nudi affondati nella paciosa morbidezza del nembo cumuliforme.
I ricci scompigliati da una brezza leggera.
Un gruppo di fringuelli a cantare per lei dolci melodie.
Ella aveva finalmente raggiunto l'equilibrio tanto a lungo cercato.
Luglio 2009.
Jane si è ritrovata a terra.
Spiaccicata sull'asfalto.
Con la netta sensazione di essere stata investita da un camion, uno schiacciasassi, un carro armato ed infine, per non farsi mancare nulla, un bambino obeso in triciclo.
I fringuelli canterini se la sono svignata, lasciando il posto a disgustosi piccioni incontinenti.
Ella, sotto shock, ha passato un mese a chiedersi: machecazzoèsuccesso?
Settembre 2009.
Jane è ancora stesa a terra.
Ogni tanto le cose vanno meglio.
Ogni tanto peggio.
A cadere rovinosamente ci si mette un attimo, ma è decisamente un'operazione più lunga e faticosa rimettersi in piedi.
Jane si era adagiata su una soffice nuvola rosa.
I piedini nudi affondati nella paciosa morbidezza del nembo cumuliforme.
I ricci scompigliati da una brezza leggera.
Un gruppo di fringuelli a cantare per lei dolci melodie.
Ella aveva finalmente raggiunto l'equilibrio tanto a lungo cercato.
Luglio 2009.
Jane si è ritrovata a terra.
Spiaccicata sull'asfalto.
Con la netta sensazione di essere stata investita da un camion, uno schiacciasassi, un carro armato ed infine, per non farsi mancare nulla, un bambino obeso in triciclo.
I fringuelli canterini se la sono svignata, lasciando il posto a disgustosi piccioni incontinenti.
Ella, sotto shock, ha passato un mese a chiedersi: machecazzoèsuccesso?
Settembre 2009.
Jane è ancora stesa a terra.
Ogni tanto le cose vanno meglio.
Ogni tanto peggio.
A cadere rovinosamente ci si mette un attimo, ma è decisamente un'operazione più lunga e faticosa rimettersi in piedi.
L'idea di questo post risale a maggio.
Tra correzioni, modifiche e rimaneggiamenti queste poche righe hanno rischiato la cancellazione definitiva più di una volta.
Ma, superata la mia rigida censura e l'implacabile autocritica, è giunta l'ora che questo mio caparbio figliastro veda la luce.
Siate magnanimi.
"La Posta del Cuore(?!?)"
Nel corso della mia vita ho maturato una certa esperienza in fatto di uomini. Non è mica da tutti poter vantare tra i propri ex: un fedifrago compulsivo, un filosofo depresso ed un tedesco pazzo. Ci vuole applicazione e talento per collezionare personaggi di tal fatta.
La voce si deve essere sparsa e ultimamente molti visitatori arrivano su queste pagine in cerca di risposte.
Risposte da me.
Poveracci.
Orfani di Susanna Agnelli non crucciatevi, ora che la sorella dell'Avvocato vi ha lasciati, ci penserà Pancrazia ad elargire perle di saggezza.
Ma non è il caso di piangere e tanto meno di strapparsi i capelli: esiste un'ottima soluzione per ovviare al problema.
No, non consiste nel trovarsi un uomo fedele e innamorato. Scendi dal pero Giulietta dei miei stivali!
No, non è sufficiente neanche trovarsi un uomo dalla moralità ferrea. Il senso di colpa è un concetto profondamente sopravvalutato.
Il trucco è banale nella sua semplicità: bisogna trovarsi un uomo pigro. Tanto pigro. Una via di mezzo tra Homer Simpson e un bradipo.
Il broccolamento richiede un certo impegno psicofisico e quindi avere un compagno allergico alla fatica è un'ottima base di partenza per evitare di collezione più corna di una cesta di lumache.
Purtroppo esiste sempre l'eventualità che egli si imbatta in una donna particolarmente intraprendente (leggasi zoccol@) pronta a farsi trovare già sbucciata e comodamente adagiata tra le lenzuola.
In questo caso consiglio di rassegnarsi al destino crudele e, prima di andarsene via sbattendo la porta, limitarsi a prendere a randellate i due fornicatori.
Salterò a piè pari il brizzolatissimo George Clooney. Precipitato dall'Olimpo di Hollywood per diventare "Quello che esce con la Velina".
Per ovvie ragioni, ignorerò quel raffinato gentiluomo, esperto nel low profile, che risponde al nome di Flavio Briatore.
Non rimane che il mio Ciccio. Ma è superfluo che vi spieghi perché mi piace tanto: ormai anche voi lettori lo adorate.
Demi Moore, Madonna e Cher fanno scuola.
Ma mi duole ricordarti che quei maledetti giovani corrono veloci e non sono facili da acchiappare.
Urge quindi un allenamento intenso e mirato. Oppure un lazo.
Per quelle senza scrupoli consiglio un bel giavellotto. Forse un metodo di caccia un po' cruento, ma decisamente di grande effetto.
Tra correzioni, modifiche e rimaneggiamenti queste poche righe hanno rischiato la cancellazione definitiva più di una volta.
Ma, superata la mia rigida censura e l'implacabile autocritica, è giunta l'ora che questo mio caparbio figliastro veda la luce.
Siate magnanimi.
"La Posta del Cuore(?!?)"
Nel corso della mia vita ho maturato una certa esperienza in fatto di uomini. Non è mica da tutti poter vantare tra i propri ex: un fedifrago compulsivo, un filosofo depresso ed un tedesco pazzo. Ci vuole applicazione e talento per collezionare personaggi di tal fatta.
La voce si deve essere sparsa e ultimamente molti visitatori arrivano su queste pagine in cerca di risposte.
Risposte da me.
Poveracci.
Orfani di Susanna Agnelli non crucciatevi, ora che la sorella dell'Avvocato vi ha lasciati, ci penserà Pancrazia ad elargire perle di saggezza.
Un uomo perché ci prova con tutte anche se è impegnato?Non ti ha insegnato niente la mamma? L'uomo è cacciatore!
Ma non è il caso di piangere e tanto meno di strapparsi i capelli: esiste un'ottima soluzione per ovviare al problema.
No, non consiste nel trovarsi un uomo fedele e innamorato. Scendi dal pero Giulietta dei miei stivali!
No, non è sufficiente neanche trovarsi un uomo dalla moralità ferrea. Il senso di colpa è un concetto profondamente sopravvalutato.
Il trucco è banale nella sua semplicità: bisogna trovarsi un uomo pigro. Tanto pigro. Una via di mezzo tra Homer Simpson e un bradipo.
Il broccolamento richiede un certo impegno psicofisico e quindi avere un compagno allergico alla fatica è un'ottima base di partenza per evitare di collezione più corna di una cesta di lumache.
Purtroppo esiste sempre l'eventualità che egli si imbatta in una donna particolarmente intraprendente (leggasi zoccol@) pronta a farsi trovare già sbucciata e comodamente adagiata tra le lenzuola.
In questo caso consiglio di rassegnarsi al destino crudele e, prima di andarsene via sbattendo la porta, limitarsi a prendere a randellate i due fornicatori.
"Il fascino dell'uomo maturo?"Vi risparmierò l'abusato esempio di Sean Connery. Più che maturo ormai abbondantemente frollato.
Salterò a piè pari il brizzolatissimo George Clooney. Precipitato dall'Olimpo di Hollywood per diventare "Quello che esce con la Velina".
Per ovvie ragioni, ignorerò quel raffinato gentiluomo, esperto nel low profile, che risponde al nome di Flavio Briatore.
Non rimane che il mio Ciccio. Ma è superfluo che vi spieghi perché mi piace tanto: ormai anche voi lettori lo adorate.
Ho perso la testa per uno più giovaneBrava!
Demi Moore, Madonna e Cher fanno scuola.
Ma mi duole ricordarti che quei maledetti giovani corrono veloci e non sono facili da acchiappare.
Urge quindi un allenamento intenso e mirato. Oppure un lazo.
Per quelle senza scrupoli consiglio un bel giavellotto. Forse un metodo di caccia un po' cruento, ma decisamente di grande effetto.
Tre settimane fa mi sentivo estremamente creativa. Decine di meravigliosi post ribollivano dentro di me: l'Erasmus, la mia infanzia, le esilaranti vicende di CasaCole, la televisione, la pubblicità, etc etc...
Mi sono appuntata tutto, aspettando di avere qualche ora da dedicare al blog. Ma ora che sono più libera tutte quelle idee appaiono meno brillanti e molto più opache, tutti quegli spunti sembrano fiacchi e praticamente improponibili.
Che fare?
Buttarsi sulla musica.
Mentre io cerco di superare il blocco della blogger, godetevi Paolino.
Che ne vale sempre la pena.
Mi sono appuntata tutto, aspettando di avere qualche ora da dedicare al blog. Ma ora che sono più libera tutte quelle idee appaiono meno brillanti e molto più opache, tutti quegli spunti sembrano fiacchi e praticamente improponibili.
Che fare?
Buttarsi sulla musica.
Mentre io cerco di superare il blocco della blogger, godetevi Paolino.
Che ne vale sempre la pena.
Un sabato d'ottobre la Kneipe dello studentato s'inventò "L'Oktoberfest in ritardo".
Il locale era stata addobbato con festoni bianco-azzurri (i colori della Baviera) e riempito con centinaia di ragazzi a vari stadi di ubriacatura.
Quella fu la sera in cui venne coniata l'evocativa espressione "depravazione alcolica".
Ma quella fu soprattutto la sera in cui Sissi, Eli e la sottoscritta svoltammo.
Stufe di vedere sempre le stesse facce, mollammo la festa da poveracci e puntammo verso il centro.
Non ci importava che avremmo impiegato 40 minuti per andare e che al ritorno il Nachtbus ci avrebbe lasciato lontane da Schlachtensee, costringendoci a camminare in piena notte per una strada semibuia, fredda e deserta.
Il nostro posto era tra locali e confusione, non in un quartiere mal servito privo di qualsiasi attrattiva.
Il nostro Erasmus ce l'eravamo guadagnate ed ora avevamo il sacrosanto diritto di godercelo.
Mentre eravamo in attesa alla fermata del bus vedemmo avvicinarsi un gruppo di giovani, anche loro appena usciti dal pub.
C'era il gemello buono di Draco Malfoy.
Biondissimo e snello che tentò un infruttuoso approccio con la sottoscritta.
No, non era brutto.
No, non facevo la preziosa.
Ma i problemi di comunicazione mi rendevano particolarmente timida. Il mio tedesco zoppicante per i primi mesi limitò un po' la mia vita sociale e soprattutto quella sessuale. Non per niente decisi di iscrivermi a ben due corsi di tedesco contemporaneamente.
Pensavate davvero che l'avessi fatto solo per l'università?
Mafatemiilpiacere!
C'era il tipo ubriaco come una cucuzza.
Camminava incerto, sbandando ad ogni passo, con le palpebre semichiuse e l'aria di chi fosse in procinto di vomitare e stesse solo decidendo sulle scarpe di chi.
Sissi, con il suo 42 di piede, era sicuramente quella più in pericolo.
Ed infine c'era lui: il belloccio.
Si avvicinò alla cartina esposta sotto la pensilina e sentenziò lapidario:
Con una sola frase era riuscito a sintetizzare settimane di nostre lamentele circa l'infelice posizione dello studentato.
Con una sola frase si era guadagnato il nostro incondizionato affetto.
Si chiamava Ben ed era inglese.
Un ragazzo carino, ma non troppo. Quel tipo di bellezza britannica rassicurante e non eccessiva.
Un manager con una carriera ben avviata, ma l'anima dell'adorabile pirla cazzaro.
Quel tipo di persona che prima è l'anima della festa, ma poi beve troppo e perde i sensi su una cassapanca e resta a dormirci sopra per tutta la notte.
Ma anche quel tipo di persona tanto sensibile da percepire il tuo cattivo umore prima degli altri e da fare di tutto per strapparti un sorriso.
Come dite? Non esiste uno così?
Evidentemente non avete mai incontrato Ben.
Una figura mitologica: metà John Belushi e metà Ricky Cunningham.
Il nostro Erasmus non sarebbe più stato lo stesso.
Continua...
Prologo, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Il locale era stata addobbato con festoni bianco-azzurri (i colori della Baviera) e riempito con centinaia di ragazzi a vari stadi di ubriacatura.
Quella fu la sera in cui venne coniata l'evocativa espressione "depravazione alcolica".
Ma quella fu soprattutto la sera in cui Sissi, Eli e la sottoscritta svoltammo.
Stufe di vedere sempre le stesse facce, mollammo la festa da poveracci e puntammo verso il centro.
Non ci importava che avremmo impiegato 40 minuti per andare e che al ritorno il Nachtbus ci avrebbe lasciato lontane da Schlachtensee, costringendoci a camminare in piena notte per una strada semibuia, fredda e deserta.
Il nostro posto era tra locali e confusione, non in un quartiere mal servito privo di qualsiasi attrattiva.
Il nostro Erasmus ce l'eravamo guadagnate ed ora avevamo il sacrosanto diritto di godercelo.
Mentre eravamo in attesa alla fermata del bus vedemmo avvicinarsi un gruppo di giovani, anche loro appena usciti dal pub.
C'era il gemello buono di Draco Malfoy.
Biondissimo e snello che tentò un infruttuoso approccio con la sottoscritta.
No, non era brutto.
No, non facevo la preziosa.
Ma i problemi di comunicazione mi rendevano particolarmente timida. Il mio tedesco zoppicante per i primi mesi limitò un po' la mia vita sociale e soprattutto quella sessuale. Non per niente decisi di iscrivermi a ben due corsi di tedesco contemporaneamente.
Pensavate davvero che l'avessi fatto solo per l'università?
Mafatemiilpiacere!
C'era il tipo ubriaco come una cucuzza.
Camminava incerto, sbandando ad ogni passo, con le palpebre semichiuse e l'aria di chi fosse in procinto di vomitare e stesse solo decidendo sulle scarpe di chi.
Sissi, con il suo 42 di piede, era sicuramente quella più in pericolo.
Ed infine c'era lui: il belloccio.
Si avvicinò alla cartina esposta sotto la pensilina e sentenziò lapidario:
"We're in the middle of f#cking nowhere!"
Con una sola frase era riuscito a sintetizzare settimane di nostre lamentele circa l'infelice posizione dello studentato.
Con una sola frase si era guadagnato il nostro incondizionato affetto.
Si chiamava Ben ed era inglese.
Un ragazzo carino, ma non troppo. Quel tipo di bellezza britannica rassicurante e non eccessiva.
Un manager con una carriera ben avviata, ma l'anima dell'adorabile pirla cazzaro.
Quel tipo di persona che prima è l'anima della festa, ma poi beve troppo e perde i sensi su una cassapanca e resta a dormirci sopra per tutta la notte.
Ma anche quel tipo di persona tanto sensibile da percepire il tuo cattivo umore prima degli altri e da fare di tutto per strapparti un sorriso.
Come dite? Non esiste uno così?
Evidentemente non avete mai incontrato Ben.
Una figura mitologica: metà John Belushi e metà Ricky Cunningham.
Il nostro Erasmus non sarebbe più stato lo stesso.
Continua...
Prologo, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Io detesto lasciare i libri a metà.
Delle volte mollare il colpo sarebbe la scelta migliore: un atteggiamento sano, maturo ed equilibrato.
Non c'è da stupirsi, quindi, che io faccia così tanta fatica a fare una scelta di questo tipo.
Ci sono tre libri che ormai da anni mi guardano severi dall'alto della libreria. Io non li nascondo, non li regalo, ma li tengo in bella mostra a costante rimando del grave torto che sto facendo loro.
"Der Wanderchirurg" di Wolf Serno lo posseggo dal tempo in cui condividevo la mia vita con il celeberrimo Ex Pazzo.
Il di lui padre ebbe il delicato pensiero di farmi dono di questo romanzo, in cui si narrano le vicende di un chirurgo ramingo nel 1500.
816 pagine. In tedesco.
Nel caso vi fosse sfuggito lo ripeto: 816 pagine.
Io parlo tedesco. Io leggo in tedesco. Io scrivo in tedesco. C'è stato un periodo della mia vita in cui io SOGNAVO in tedesco.
Ma un tomo di tali dimensioni mi ha stroncata sul nascere. Ho provato ad iniziarlo, sperando di appassionarmi immediatamente, superando in scioltezza il blocco iniziale. Ma così non è stato.
Se avessi letto una paginetta al giorno, 5 giorni alla settimana, riposandomi per Natale, Pasqua ed anche 2 settimane ad agosto, a quest'ora l'avrei già finito da tempo. Ma io non sono una persona così lungimirante, o semplicemente neanch'io sono così disturbata da impormi una tale tortura.
E così Der Wanderchirurg sta li, con una cartolina incastrata tra pagina 15 e pagina 16.
Mi osserva dalla copertina. E più mi guarda e meno mi vien voglia di sapere le gesta di questo cacchio di chirurgo. Che avrà mai fatto di tanto speciale? Applicava sanguisughe ed incideva bubboni?
Ma chissenefrega! L'ho detto. Mi sono sfogata. Ora mi sento meglio.
La seconda opera letteraria "abbandonata" rappresenta l'incontrovertibile dimostrazione del fatto che io sia una pazza scriteriata, particolarmente portata a complicarsi l'esistenza.
Non si spiegherebbe altrimenti il mio insano "progetto" di coprire le lacune liceali riprendendo nientepopodimeno che "La Divina Commedia". Rileggendola tutta con tanto di analisi del testo e note a margine.
Non dico quanto presto mi sia arenata, perché mi vergogno.
Ma prima o poi la finirò, dovessi metterci anche 10 anni. Vabbè facciamo 20.
Il terzo libro?
Sta li da quando, poco più che bambina(*), mi rigirai tra le mani questa bellissima copertina verde con intarsi dorati.
Quando accarezzai quei fogli sottili, che parevano sciogliersi fra le dita.
Quando decisi che sarebbe stato molto edificante, molto educativo, molto interessante leggere la Bibbia.
Tutta.
Qualcuno è mai andato oltre la genesi?
Io no. Ovviamente.
(*)Si, lo so: ero una bimba ben strana.
Delle volte mollare il colpo sarebbe la scelta migliore: un atteggiamento sano, maturo ed equilibrato.
Non c'è da stupirsi, quindi, che io faccia così tanta fatica a fare una scelta di questo tipo.
Ci sono tre libri che ormai da anni mi guardano severi dall'alto della libreria. Io non li nascondo, non li regalo, ma li tengo in bella mostra a costante rimando del grave torto che sto facendo loro.
"Der Wanderchirurg" di Wolf Serno lo posseggo dal tempo in cui condividevo la mia vita con il celeberrimo Ex Pazzo.
Il di lui padre ebbe il delicato pensiero di farmi dono di questo romanzo, in cui si narrano le vicende di un chirurgo ramingo nel 1500.
816 pagine. In tedesco.
Nel caso vi fosse sfuggito lo ripeto: 816 pagine.
Io parlo tedesco. Io leggo in tedesco. Io scrivo in tedesco. C'è stato un periodo della mia vita in cui io SOGNAVO in tedesco.
Ma un tomo di tali dimensioni mi ha stroncata sul nascere. Ho provato ad iniziarlo, sperando di appassionarmi immediatamente, superando in scioltezza il blocco iniziale. Ma così non è stato.
Se avessi letto una paginetta al giorno, 5 giorni alla settimana, riposandomi per Natale, Pasqua ed anche 2 settimane ad agosto, a quest'ora l'avrei già finito da tempo. Ma io non sono una persona così lungimirante, o semplicemente neanch'io sono così disturbata da impormi una tale tortura.
E così Der Wanderchirurg sta li, con una cartolina incastrata tra pagina 15 e pagina 16.
Mi osserva dalla copertina. E più mi guarda e meno mi vien voglia di sapere le gesta di questo cacchio di chirurgo. Che avrà mai fatto di tanto speciale? Applicava sanguisughe ed incideva bubboni?
Ma chissenefrega! L'ho detto. Mi sono sfogata. Ora mi sento meglio.
La seconda opera letteraria "abbandonata" rappresenta l'incontrovertibile dimostrazione del fatto che io sia una pazza scriteriata, particolarmente portata a complicarsi l'esistenza.
Non si spiegherebbe altrimenti il mio insano "progetto" di coprire le lacune liceali riprendendo nientepopodimeno che "La Divina Commedia". Rileggendola tutta con tanto di analisi del testo e note a margine.
Non dico quanto presto mi sia arenata, perché mi vergogno.
Ma prima o poi la finirò, dovessi metterci anche 10 anni. Vabbè facciamo 20.
Il terzo libro?
Sta li da quando, poco più che bambina(*), mi rigirai tra le mani questa bellissima copertina verde con intarsi dorati.
Quando accarezzai quei fogli sottili, che parevano sciogliersi fra le dita.
Quando decisi che sarebbe stato molto edificante, molto educativo, molto interessante leggere la Bibbia.
Tutta.
Qualcuno è mai andato oltre la genesi?
Io no. Ovviamente.
(*)Si, lo so: ero una bimba ben strana.
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