Qualche anno fa la mia vecchia classe del liceo organizzò la tipica rimpatriata in pizzeria. C'eravamo tutti, la bella che s'era inchiattita, il brutto che era sbocciato, il cretino che si era dato alla politica, non mancava proprio nessuno.
C'eravamo tutti, compresi Stefano ed io. Ormai non ci vedevamo più da anni, ma ai tempi delle superiori avevamo condiviso banco, risate e confidenze. E lo stesso facemmo anche in quell'occasione. Seduti fianco a fianco dividemmo bruschette, ricordi e risate.
A fine serata lo riaccompagnai a casa in auto e, come ai bei tempi andati, ci mettemmo a fare grandi chiacchiere. Da quelle più terra terra, "ma secondo te quella c'era poi stata con quell'altro?", a quelle più elevate e filosofiche, "ma secondo te è vero che l'acqua del water in Australia gira al contrario?"
Allora Stefano già veleggiava convinto verso le nozze, mentre io passeggiavo svogliata lungo il tortuoso percorso di un rapporto a distanza. Lui mi sembrava così felice e convinto. Talmente tanto che non riuscii a trattenermi e ad un semaforo gli chiesi:
"Ma tu non hai paura?"
"Paura di che?"
"Paura di aver fatto tutte le scelte, di non avere più alternative"
"Paura? Terrore!"
Quella conversazione mi consolò molto. Talmente tanto che ancora adesso, a distanza di anni, ci ripenso spesso.
Il segreto sta tutto nell'avere o nel crearsi delle alternative. Dei bivi dove scegliere. Delle strade diverse da poter percorrere.
Il segreto sta tutto nel non aver paura del cambiamento, nel cercarlo, nell'assecondarlo, nel considerarlo un'opportunità da cogliere.
Il segreto sta tutto nell'aver ancora mille risposte per cento domande.
Le alternative posso riguardare i campi più diversi: lavoro, amore, il luogo dove vivere, le mille scelte da fare. E sono il nostro più grande tesoro.
Ecco, io questa cosa qui l'ho sempre pensata, e immaginatevi la mia sorpresa quando ho scoperto di un sito, sponsorizzato dalla toyota, dedicato proprio a questo argomento. Alle alternative. Alle infinite possibilità.
Collegatevi a vogliounalternativa.it e lasciate il segno del vostro passaggio. Raccontate la vostra alternativa e leggete quelle lasciate dagli altri.
La mia? Per ora non ve la dico. Forse un giorno la saprete.
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