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Torna anche questo autunno il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter, il mio “Laboratorio d’Autore”!

In cosa consiste?

  • Un invio ogni due settimane per 4 mesi.
    In ogni newsletter: esercizi, teoria, curiosità e ispirazioni.
    Mi potrai mandare quando vuoi gli esercizi svolti e io per ognuno di questi ti manderò un feedback dettagliato. 
  • 2 incontri di gruppo via Zoom.
    Ogni incontro durerà due ore e sarà un’occasione per ritagliarsi un momento per guardarci in faccia, scrivere, scambiarci opinioni e impressioni. 
  • Gruppo privato Telegram, un angolo sempre aperto, per scambiarsi idee e confrontarsi sui diversi esercizi e sugli argomenti trattati nei vari invii della newsletter.
Infine, una grandissima e utilissima novità: una call privata di un’ora con me, per avere un aiuto più mirato. 

Prendi Nota: 
• Prima Newsletter: mercoledì 11 ottobre 2023
• Ultima Newsletter: mercoledì 7 febbraio 2023
• Le date delle call di gruppo, della durata di due ore, verranno decise a maggioranza 
• La data della call privata, della durata di un’ora, verrà decisa in accordo tra me e l’allievo.  

E il costo?
Avrai tutto ciò che ho elencato alla (modica) cifra di 50 Euro. 

Se ti ho già convinto, puoi iscriverti direttamente a questo link: https://ko-fi.com/s/f192d022e9. 

Se invece hai delle domande da farmi puoi scrivermi a info@rossanarotolo.it oppure qua sotto nei commenti.

 


Se l'impatto di un libro si misurasse dal numero di post-it attaccati alle sue pagine, questo sarebbe il più impattante di tutti. E, in effetti, "La Scienza dello Storytelling" di Will Storr è una delle letture più piene e soddisfacenti che ho fatto quest'anno e, sicuramente, la più utile per imparare cose nuove e rendere sempre più interessanti i miei laboratori di Scrittura.

Un viaggio su cosa funziona nella narrazione ma, attenzione, non cosa funziona nel senso "cosa fa vendere tanti libri", – di quello chi se ne frega! –, ma "cosa funziona su noi come lettori", cosa ci coinvolge, attira il nostro cervello, cattura la nostra attenzione di scimmie glabre appassionate di racconto.

Sapete qual è la forma di narrazione più antica di tutte? Il pettegolezzo. Non ve l'aspettavate, eh? Il pettegolezzo fatto per esaltare i membri attivi e utili della tribù e sminuire quelli nocivi, il pettegolezzo atto a rendere il gruppo sempre più forte, promuovendo comportamenti virtuosi. E questo è solo uno dei mille concetti interessanti che potrete trovare nelle pagine di Storr. Oltre che il primo che mi è venuto in mente da scrivere in questo post e ciò, probabilmente, svela più cose su di me di quante sarebbero utili per mantenere la mia immagine.

Vi consiglio "La Scienza dello Storytelling" se amate la scrittura, la lettura e il modo intrigante in cui funziona il nostro cervello.

Se vi va lo potete acquistare tramite il mio codice di affiliazione AMAZON, voi non pagate di più ma contribuite con questa scelta a finanziare il mio lavoro, https://amzn.to/457XKfc. Se non vi va, non importa. Giuro che non spettegolerò su di voi!

Grazie e buona lettura.



Siamo giunti a metà percorso. 

Due mesi fa è partito il mio Laboratorio d’Autore, laboratorio di scrittura via newsletter, che andrà avanti per altri due mesi, fino a fine giugno. Quindi siamo proprio a metà. 

Esercizi, teoria, racconti, incontri, scoperte, grandi idee. I miei allievi si stanno sbizzarrendo tra tesine di parole e immagini, idee per serie tv, ottimi spunti per libri, racconti dal finale a sorpresa, ce n’è davvero per tutti i gusti. 

L’esperimento per ora mi pare proprio che stia funzionando e mi sta rendendo molto orgogliosa. Tanto che, il prossimo settembre, mi piacerebbe ripetere l’esperienza con nuovi allievi. 

Quindi, se l’idea ti piace e vorresti esserne informato a tempo debito, scrivimi il tuo indirizzo e-mail privatamente o a laboratoriodautore@gmail.com. 
Ti contatterò poco prima dell’inizio e, se vorrai, potrai essere tra i nuovi iscritti. 

A presto!

Cosa c'è d'interessante in un uomo che, a un ballo, definisce una donna "appena passabile"?
Nulla, se una critica così non andasse a colpire l'orgogliosa Elizabeth Bennet.

Il senso di colpa non influenza tutti i personaggi allo stesso modo e solo quello che attanaglia Raskolnikov può dar vita a uno dei romanzi più grandi di tutti i tempi. 

E, ancora, è il temperamento di Otello a cadere vittima delle macchinazioni di Iago.


Se Dorothy non mi avesse mai trovato, cosa ne sarebbe stato di me? 

Forse sarei finito così, per sempre in mezzo a un campo, con la testa vuota, senza pensieri e senza obiettivi. 
Forse avrei intrapreso comunque un viaggio, avrei incontrato il Mago di Oz e sarei diventato il suo fedele braccio destro. 
O forse sarei stato il cattivo di una fiaba, avrei dato la caccia a un bambino innocente, terrorizzandolo fino in fondo ai suoi incubi più profondi. 

Se Dorothy non mi avesse mai trovato, avrei avuto comunque diritto a un'altra storia. Tutti ne dovremmo avere una.

Trasforma la tua giornata in un viaggio dell'eroe.

Una mattina come tante ti svegli nel tuo Mondo Ordinario ma poi, alle 9, qualcuno suona alla porta.

Quello è il momento della tua Chiamata all'Avventura: cosa succede? Chi ha suonato? Quale prova ti troverai ad affrontare?

Raccontalo!

Una riflessione semplice semplice. 

Bellezza porta bellezza, creatività porta creatività. 

Poche cose mi esaltano come le idee altrui, le opere altrui, gli esempi di creatività degli altri che mi riempiono di gioia e fiducia nell'umanità. 

Se poi queste idee, queste opere d'ingegno, vengono stimolate da una mia idea, un mio stimolo, allora non mi esalto soltanto, ma festeggio, mi inorgoglisco, mi riempio cuore ed ego. 

È questo il caso, ad esempio, dell'opera di una persona che sta partecipando al mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter. Io avevo dato un semplice esercizio di scrittura a tempo: un incipit e dieci minuti per scrivere, scrivere, scrivere senza pensare e poi, eventualmente, a tempo finito, correggere, riordinare, dare un senso. 

Lei, perché di una lei si tratta, ha realizzato un flusso di coscienza dal caos controllato, che va dalla filosofia all'arte, quella di Wayne Thiebaud in particolare, con tanto di immagini a illustrarne i concetti. 
Una tesina, in pratica. Che, come le ho già detto, conserverò con cura. 

"Come le linee di Thiebaud, camminiamo uno accanto all’altro per un po’, poi ci scontriamo, ci mescoliamo, ci dimentichiamo il nostro colore, ma andiamo dritto fino a che la tela ce lo permette", scrive.  

La creatività porta creatività. 
Guardatevi intorno, scrivete, disegnate, create, non necessariamente per gli altri ma prima di tutto per voi stessi, quanta gioia ne trarrete!

Oggi inizia una nuova rubrica che andrà avanti fino a quando ne avrò voglia. Perché, in fondo (neanche tanto infondo) il blog è mio è faccio quello che voglio io. 

Comunque, quest'anno ho deciso che, più o meno una volta al mese, prenderò una carta di Dixit e ci scriverò sopra un racconto. O un pensiero, o una poesia, o una microstoria, insomma, qualcosa. 

Per iniziare con molta calma e non farmi prendere dall'ansia di prestazione, recupero una vecchia carta e un vecchio racconto che avevo scritto in occasione del Laboratorio Condiviso di Scrittura.

Come sempre, se va anche a te di scrivere, fatti ispirare e, se vuoi, mandami il tuo racconto da leggere. Ti risponderò con poche righe di feedback. Il mio indirizzo è janecole@live.it.

E ora, ecco il mio racconto:

Pioveva a dirotto quando raggiungemmo il nostro posto preferito: un parcheggio a spina di pesce lungo corso Francia. Se si era abbastanza fortunati da trovare un buco, era la scelta ideale, si stava nascosti in bella vista in una zona sicura. "Eccoci qui" dissi guardandolo dallo specchietto retrovisore. Lui sbadigliò e si stropicciò gli occhi. 
 
Spostatami anch’io sul sedile posteriore, gli slacciai le scarpe e lo aiutai a infilarsi il pigiama, quello in pile che gli avevo comprato per lo scorso natale. "Ormai ti sta corto" dissi con lo sguardo alle sue caviglie nude. 

Poi venne il mio turno di prepararmi: mi tolsi gli stivali e mi rifugiai in un vecchio golfino. Quello marrone. Quello che pungeva. Paolo lo giudicò con il suo broncio bambino ma poi si arrampicò su di me, appoggiando senza esitazione la sua guancia paffuta alla mia spalla ossuta di lana infeltrita. Abbracciati così riuscivo ancora a sentire quell’odore d’infanzia, dolce e pulito, nonostante tutto.

Dietro, con lo schienale tirato giù, c'era posto per tutti e due, e anche per Gino. Il nostro cane di pezza. Ci sdraiammo, avvolti tutti e tre nella coperta, stretti stretti tra due valige e alcune buste. Il lampione illuminava l'abitacolo ma i vetri bagnati ci regalavano l’illusione di uno spazio solo nostro. 

"Hai freddo?" gli chiesi in una carezza. 
"No" rispose con la sua piccola voce. 
"Perfetto, allora dormi, notte tesoro mio" 
"E la storia?" 
"Ma non sei stanco?" 
"No" biascicò col visino stretto tra Gino e me. 
"Va bene" sorrisi nei suoi capelli sottili. "Dove eravamo rimasti?" 
"Carota…" 
"Giusto, Cavalier Carota. Il Cavalier Carota aveva superato il labirinto e, una volta attraversato il corridoio rischiarato solo da alcune fiaccole, era giunto in una stanza. Lì, di fronte a sé, trovò tre porte".

La città attorno a noi si stava addormentando. E Paolo con lei. Solo io ero destinata a rimanere sveglia a lungo, come sempre, cercando la via d’uscita per Cavalier Carota e soprattutto per noi.
Nell'ultimo post ho spiegato cosa s'intende per "Mondo Ordinario" e ora non mi resta che proporre un esercizio di scrittura proprio su questo argomento. 

Hai presente la fiaba di Cappuccetto Rosso? 
Scrivi un paragrafo dedicato al Mondo Ordinario della sua protagonista. 
Racconta cosa fa e dove si trova, prima che la madre la chiami per darle il folle compito di attraversare da sola il bosco con un cestino pieno di leccornie.

Tutto chiaro?

Buona scrittura!

NdA: se hai piacere di avere un feedback da parte mia, manda il tuo racconto a janecole@live.it. 


... l'osservazione di una serie di principi che governano la narrazione. 

Il viaggio dell'eroe è uno strumento da conoscere a fondo per poi poterlo utilizzare, manipolare o anche ignorare. Perché, per ribellarsi a qualcosa, bisogna conoscerlo.

Il viaggio dell'eroe di Christian Vogler.


Ormai è quasi Natale ed è il momento perfetto per scrivere un racconto a tema. 

Per queste feste, ti regalo 3 spunti. 

Il tuo racconto dovrà: 
1. Essere ambientato durante la notte del 24 Dicembre; 
2. Avere come protagonista: un bambino o una bambina o un animale; 
3. Avere nella trama: qualcosa o qualcuno che viene perduto e ritrovato. 

Tutto chiaro? 

Buona scrittura... e se hai piacere di avere un feedback da parte mia, manda il tuo racconto a janecole@live.it 

Buone feste!

Questa mattina ho rovistato in casa e ho scelto 10 oggetti, un po' a caso un po' mossa dall'ispirazione.

Si tratta di:
1. Un paio di occhiali da sole
2. Un marshmallow
3. Una mela
4. Una piantina di caffè
5. Una cartina di Los Angeles
6. Qualche sterlina con ancora il profilo della fu Regina Elisabetta II
7. Un pennello
8. Un braccialetto
9. Un paio di forbici
10. La Favola di Eros e Psiche

Almeno 4 di questi oggetti, 4 su 10 appunto, dovranno entrare a far parte di un tuo racconto.

Scatena la fantasia, non porti limiti né di genere né di numero battute e, se poi ti va, mandami il tuo testo all'indirizzo janecole@live.it, lo leggerò e ti darò volentieri un feedback.

Buona scrittura!


Hai mai scritto una lettera d'amore? 

Hai mai messo per iscritto i tuoi sentimenti? 

No? 
E cosa stai aspettando? 

Scrivi una lettera d'amore ma... 

... scrivila per qualcuno che non ti piace per niente. 

Ispirati a una persona reale, a chi conosci, oppure a un personaggio noto che, però, non hai mai incontrato dal vivo. 
Scegli chi vuoi, anche un politico (la butto lì!), l'importante è che ti ispiri sentimenti tutt'altro che benevoli. 

Buona scrittura! 

NdA: non dimenticare l'ironia.

Il blocco dello scrittore è una condizione in cui una persona creativa, principalmente uno scrittore, non riesce a concludere il proprio lavoro, non riesce più a scrivere, appunto. 

Una condizione che, ovviamente, è sempre esistita ma venne descritta per la prima volta nel 1947 dallo psicanalista austriaco, poi naturalizzato statunitense, Edmund Bergler. 

Il blocco colpisce e ha colpito gli scrittori di tutti i tempi.
Ad esempio, nei diari di Kafka, si trovano diversi riferimenti a questo problema, a questi suoi blocchi periodici. Oppure, in anni decisamente più vicini a noi, John Grisham ha raccontato che, quando ha il blocco dello scrittore, si appende a testa in giù. Pare che l'aumento del flusso sanguigno al cervello lo aiuti... bah!

Il mio preferito, però, è Victor Hugo che riteneva che il blocco fosse dovuto all'eccesso di stimoli esterni e distrazioni. Per questo motivo, quando si sentiva in difficoltà, si spogliava, consegnava tutti i suoi abiti ai domestici e si chiudeva nella sua stanzetta. In questo modo non aveva altro da fare che mettersi seduto a scrivere. Niente distrazioni. Ecco fatto.

Io, che sono un'anima molto più semplice, di solito mi faccio una passeggiata oppure una doccia, l'acqua aiuta molto, è un ottimo conduttore, anche di idee. Altre volte, semplicemente, mi metto seduta e comincio a scrivere, qualsiasi cosa, parto dalla lista della spesa per poi riversare su carta tutto ciò che mi passa per la testa. Non deve avere un senso e la maggior parte delle, infatti, volte non ce l'ha. Ma, in questo incontrollabile flusso di parole e pensieri, prima o poi, viene fuori una frase interessante o un'idea buona da sviluppare. 

Quando anche tu avrai il blocco dello scrittore segui uno di questi esempi: fatti una doccia o spogliati nudo. 
O entrambe le cose.


Scrivi di ciò che conosci. 

Se ambienti il tuo racconto in un luogo che conosci, in un tipo di società che ti è familiare, questo sarà sicuramente più verosimile e più credibile. 

Mi raccomando, non vivere ciò come un limite. Vivilo come uno strumento. 
Uno strumento che hai a disposizione per scrivere bene è, appunto, quello di raccontare un ambiente che conosci. 

Se, per esempio, tu hai sempre vissuto a Milano e a New York ci sei stato solo un paio di volte in vacanza, perché mai dovresti ambientare il tuo racconto lì? Perché ritieni che sia una località più accattivante, più esotica, ti dia maggior possibilità di vendere la tua scrittura all'estero? Mi spiace ma non è così. La New York di cui scriveresti tu non esiste, se non nei film e nelle serie tv di cui ti sei abbondantemente nutrito negli anni. Racconteresti una città finta, piena di cliché, poco credibile, destinata ad affossare la migliore delle trame. 

Quindi, a meno che, per una motivazione che mi è sconosciuta, tu ritenga che quella storia specifica debba essere ambientata a New York, scegli un altro luogo, uno che conosci. Che conosci bene. 

Se invece quella storia, per la suddetta motivazione sconosciuta, deve essere assolutamente ambientata nella Grande Mela o in qualche altro luogo che conosci poco, allora documentati, documentati e ancora documentati. Lavora come un matto, fatica oltremodo. Solo così potrai ottenere un risultato apprezzabile. 

Ma, attenzione, "scrivi di ciò che conosci" è un concetto più ampio, che non riguarda solo i luoghi e le società, riguarda per esempio anche l'età e le epoche. 
Hai 50 anni e magari non hai figli? Se decidi di scrivere un racconto i cui protagonisti siano dei ragazzini, è bene che questi vivano negli anni in cui tu stesso sei stato un ragazzino. 
Solo così saprai come farli parlare e muovere in maniera credibile e coerente, perché te lo ricordi. 

Buona scrittura!
Un racconto nasce dalla testa dell'autore ma poi vive mille vite grazie ai lettori, alla loro immaginazione, alla sensibilità e alle personali esperienze pregresse. 

Un viaggio affascinante, fatto di mille percorsi diversi.
I ricordi d'infanzia sono una tra le più fertili fonti d'ispirazione. Quindi, per l'esercizio di oggi, l'ultimo prima della breve pausa estiva, ho pensato proprio di procacciare stimolo e idee dall'enorme tesoro dei nostri ricordi di bambini. 

La partenza per le vacanze, in particolare, è un'esperienza carica di emozioni che lascia tracce indelebili nel nostro io adulto. 
Si prepara una valigia, si mette a posto l'auto e immancabilmente tornano alla mente spicchi estivi della nostra infanzia. Come quella volta che, ancora in pigiama, siamo stati caricati in macchina per andare al mare, "Perché di notte fa più fresco e si guida meglio" ci ha spiegato la mamma mentre riempiva la borsa frigo. Oppure tutte le volte che andavamo a passare le vacanze dai nonni, due mesi di piedi nudi, bimbi di paese e totale assenza delle rigide regole genitoriali. O ancora la prima volta che, zaino in spalla, abbiamo provato l'avventura del campeggio con gli scout.

Ognuno ha i ricordi a sé più cari. 

Per questo esercizio io ti chiedo di sceglierne uno e utilizzarlo come ispirazione per scrivere un racconto. Un racconto, il cui protagonista deve essere un bambino, o una bambina, che sta partendo per le vacanze.

Buona scrittura e buone vacanze!




Ci sono diversi manuali di scrittura là fuori. 
E un’innumerevole quantità di autobiografie. 
Ma Stephen King, il grande Stephen King, ha pensato di risparmiare tempo e fatica e di scrivere un libro che raccogliesse entrambe queste tipologie di letteratura: un bio-manuale, lo chiamo io, un’”autobiografia di un mestiere” l’ha chiamata la casa editrice Pickwick. 

“On writing”, questo il titolo dell’opera di King, è un libro dove l’autore americano dà ottimi suggerimenti di scrittura accompagnati dalla sua personale esperienza con quest’ultima. Aneddoti che vanno dall’infanzia alla scuola, passando per il successo di Carrie, alla dipendenza da alcol e droga fino all’incidente che quasi l’uccise. 

Stephen King ha sempre amato parlare di se stesso, rilasciare interviste con storie incredibili, brandelli di verità tra l’autobiografico al fantasy, nella costruzione perfetta della visione dell’autore americano, con gli occhiali spessi, la madre single con i mille lavori e la provincia a stelle e strisce a fare da sfondo. 

Che tutto ciò che racconta King sia vero o meno, poco importa, lui lo racconta da Dio, come sa fare. E a questi aneddoti si aggiungono, intrecciano, accompagnano, consigli per il mestiere di scrivere. Semplici ma efficaci, utili, preziosi. 

A tutto ciò, l’edizione italiana aggiunge l’ottima prefazione di Loredana Lipperini, che trasmette tutta la sua passione per l’autore e l’argomento. 

Se ti piace scrivere ti consiglio questo libro. Se ti piace Stephen King ti consiglio questo libro. Onestamente te lo consiglierei a prescindere ma lungi da me essere molesta.


* Se vuoi contribuire al mio lavoro, puoi acquistare il libro al mio link di affiliazione Amazon. Per te il prezzo non cambierà ;) https://amzn.to/3zy5UAu

 

I racconti si trovano nel proprio passato. 
Ricordi, esperienze, chiacchiere intorno a un fuoco. 

Tutto resta dentro, macera, fermenta, si impasta nel fango e poi un giorno te lo ritrovi su un foglio, senza neanche averlo previsto.

Hai mai sentito parlare della ruota dell’intreccio di Edgar Wallace? 
The Plot Wheel of Edgar Wallace? 

Edgar Wallace era un autore americano che durante gli anni ’20, 1920 naturalmente, inventò questa ruota dell’intreccio, allo scopo di superare il cosiddetto blocco dello scrittore ogni volta che ne fosse stato colpito. O, più semplicemente, allo scopo di avere nuove idee senza la fatica di pensarle da solo. 

Una ruota di cartone, presumibilmente, divisa in diversi spicchi e, in ogni spicchio, era scritto un evento in grado di smuovere una trama. Dalle cose più banali, per dire, “Un personaggio riceve una visita da un suo vecchio amore”, a quelle più originali e drammatiche, come “Un personaggio ritorna dal regno dei morti”. 

Con una trovata del genere si possono scrivere capolavori? 
Onestamente ne dubito. 

Ma nello spirito del “non si butta via niente”, la ruota può essere comunque utile per giocare, avere idee originali o, comunque, esercitarsi un po’ nella scrittura. 

Se non hai voglia di metterti lì a fare una vera e propria ruota, ti consiglio di prendere un contenitore e infilarci dentro 30, 40 o anche 50 bigliettini. Su ogni biglietto, precedentemente, dovrai aver scritto un evento particolare in grado di far smuovere una trama: “arriva una brutta notizia tramite una telefonata”, “il protagonista trova un oggetto molto prezioso”, e così via dicendo. 

Quando avrai voglia di giocare un po' o sgranchirti i neuroni, ti sarà sufficiente metterti alla scrivania e iniziare a scrivere una storia qualsiasi. Ogni tot minuti – mettiti la sveglia! – estrai un bigliettino e aggiungi l’elemento scritto al racconto. 

Alla fine ne uscirà molto probabilmente qualcosa di folle e insensato. Ma sono sicura che sarà stata comunque un'esperienza interessante, avrai forse trovato stimolanti soluzioni nella scrittura e, chi lo sa, tra tutta quell’insensatezza, anche qualche ottima idea. 

 Buona scrittura!
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