Radio cole
  • Home
  • Laboratorio di Scrittura via Newsletter
  • Adelina
  • Il Mio Progetto

Una riflessione semplice semplice. 

Bellezza porta bellezza, creatività porta creatività. 

Poche cose mi esaltano come le idee altrui, le opere altrui, gli esempi di creatività degli altri che mi riempiono di gioia e fiducia nell'umanità. 

Se poi queste idee, queste opere d'ingegno, vengono stimolate da una mia idea, un mio stimolo, allora non mi esalto soltanto, ma festeggio, mi inorgoglisco, mi riempio cuore ed ego. 

È questo il caso, ad esempio, dell'opera di una persona che sta partecipando al mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter. Io avevo dato un semplice esercizio di scrittura a tempo: un incipit e dieci minuti per scrivere, scrivere, scrivere senza pensare e poi, eventualmente, a tempo finito, correggere, riordinare, dare un senso. 

Lei, perché di una lei si tratta, ha realizzato un flusso di coscienza dal caos controllato, che va dalla filosofia all'arte, quella di Wayne Thiebaud in particolare, con tanto di immagini a illustrarne i concetti. 
Una tesina, in pratica. Che, come le ho già detto, conserverò con cura. 

"Come le linee di Thiebaud, camminiamo uno accanto all’altro per un po’, poi ci scontriamo, ci mescoliamo, ci dimentichiamo il nostro colore, ma andiamo dritto fino a che la tela ce lo permette", scrive.  

La creatività porta creatività. 
Guardatevi intorno, scrivete, disegnate, create, non necessariamente per gli altri ma prima di tutto per voi stessi, quanta gioia ne trarrete!

Pensieri sparsi emersi negli ultimi due giorni.

A Parigi chi annaffia le piante lo fa senza timidezza alcuna.  
Passeggi, pensi che stia iniziando a piovere e poi scopri che no, non è il meteo fetente ma il tizio tre piani più su che dà l'acqua ai gerani. 
Una, due, tre volte, in diversi giorni e diversi quartieri della città. L'esperienza empirica pare suggerire che i parigini se ne fottano di chi passa sotto i loro balconi. Difficile stabilire se si tratti proprio d'indifferenza o addirittura di sadismo.

Al museo d'Orsay, di fronte all'autoritratto di Van Gogh, i turisti vengono colti dal medesimo disturbo del comportamento che caratterizza i turisti di fronte alla Gioconda. Non guardano il quadro ad occhio nudo, non sia mai! Si mettono in fila e poi lo fotografano, ignorando volutamente l'esperienza diretta per una brutta documentazione da dimenticare nel proprio cellulare.

Parigi è invasa da enormi orsi di peluche. 
Mi sono documentata: il fenomeno pare aver avuto inizio del 2018. Li trovi seduti ai tavoli dei ristoranti o nelle vetrine dei negozi. Impossibile non amarli con trasporto. 

Gli studenti della Sorbonne hanno le stesse facce e fanno le stesse pause pranzo di tutti gli studenti universitari del mondo. Il che, ne converrete con me, è di gran consolazione. 

Il Croque monsieur meriterebbe di essere importato anche in Italia. Non sarò l'unica a pensarlo? 

Ps: non metto foto illustrative ma questa perché mi piace.

Ieri abbiamo dedicato la giornata a una boulangerie, un mercatino delle pulci e il centre de Pompidou. 

La prima per fare una colazione dolce al volo, alla faccia dei ristoranti vietnamiti. 

Il secondo, quello di Saint-Ouen per la precisione, perché Marito potesse sfogare la sua passione per i vinili. Abbiamo passato le ore tra antiquariato, arte contemporanea, modernariato, un cacciatore di autografi, un collezionista di puffi, poster di moda, tappeti e poi mille milioni di rivenditori dischi. 
Mentre Marito ampliava orgoglioso la sua collezione, io gironzolavo tra i mobili con Edith Piaf di sottofondo e i proprietari che mi salutavano "Bonjour Madame" "Au revoir Madame". Che c'è poco da fare, il "Madame" francese ti fa sentire subito Catherine Denueve, mentre il nostro "Signora" fa millenaria a cui cedono il posto in autobus. 

Il Centre de Pompidou è stata la nostra meta pomeridiana. 
Marito e io, durante i diversi viaggi, abbiamo sviluppato una collezione di musei di arte moderna e contemporanea che abbiamo molto amato, alcuni scoperti per caso altri con cognizione di causa. Come il Berardo a Lisbona e il Mass Moca in Massachusetts, per dirne due. Quindi non ci siamo potuti esimere da una visita al Pompidou per poi svaligiarne lo shop. Perché io non lo so se esistono le anime gemelle o cose così, ma trovare qualcuno con cui condividere le stesse passioni e scegliere senza difficoltà le stesse mete in vacanza è di certo una gran cosa.
MAXXI Roma

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che, a ogni incontro, puoi permetterti di trascurare i luoghi più ovvi e concentrarti su altro. Ciò vale a maggior ragione quando la città in questione è Roma, dove di luoghi nuovi da visitare ce ne sono per una vita intera. 

Marito, cintura nera nel trovare posti di cui valga la pena, dopo il Museu Berardo a Lisbona, il villaggio di Aurora nello Stato di New York e il MassMoca in Massachusetts, mette a segno un altro colpo felice. Complici alcune volte la Lonely Planet e altre il suo (insospettabile) intuito, Marito in vacanza dà il meglio di sé, proponendo per le nostre visite luoghi meno ovvi, talvolta inaspettati, sempre bellissimi. Io durante i primi viaggi, lo ammetto, ero parecchio titubante ma ormai mi fido ciecamente. E anche questa volta ho fatto bene. 

Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, merita assai. Inaugurato nel 2010, raccoglie nelle sue sale un'interessante varietà di installazioni, esperienze, opere immersive ed ispirazioni. Da vedere. 

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che puoi tornare a vedere i luoghi migliori, i più meritevoli, perché ogni volta c'è qualche particolare nuovo da scoprire o perché tuo marito, per esempio, non c'è mai stato. 

È questo il caso dei Vatican Museums - Musei Vaticani, km e km di storia, bellezza e cultura. Un'esperienza della testa, dell'anima e pure del corpo, provato dallo spazio da coprire e dalla temperatura da subire in alcune sale. 

"Allora che ne pensi?" chiedo a Marito appena usciti. 
"Qual è la tua impressione sulla Cappella Sistina? Io ne uscii sopraffatta e confusa, tu?" 
"Sì... ma il braccio di Adamo è evidentemente sproporzionato" 
"Ma io perché ancora ti parlo?" 

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che puoi goderti la vacanza con più rilassatezza mentre ti concentri sui pregi e i difetti di chi ti sta accanto.

Vacanze Romane 4, 5.




Arte chiama arte. Creatività chiama creatività in un circolo virtuoso di cose belle.

Con questo spirito ho scelto l'esercizio di questa settimana del Laboratorio Condiviso di Scrittura. La fonte d'ispirazione questa volta sarà una foto ma non una foto qualunque, uno scatto di William Eggleston.

Questa è l'immagine. A voi la storia.
Una storia da raccontare in qualsiasi forma preferiate: un racconto, un monologo, un dialogo, una poesia, fate voi.

Partecipate al Laboratorio, durerà solo fino alla fine dell'anno, ormai gli esercizi rimasti sono pchissimi.

Per chi non lo sapesse, il laboratorio è gratuito ed aperto a tutti, potete partecipare anche ad un solo esercizio. Massima libertà.

Per qualsiasi domanda contattatemi sul blog o sui social, cercherò di rispondervi il prima possibile.

Tipo di testo: racconto, poesia, monologo, dialogo, quello che vi pare... 
Lunghezza testo: dagli 800 agli 8000 caratteri. 
Email: janecole@live.it. 
Oggetto: laboratorio condiviso di scrittura. 
Specificare nel testo dell’email se volete restare anonimi o meno, se volete essere taggati (su FB) o meno. 
Scadenza per far pervenire il testo: domenica 29 novembre 2020, ore 23. 

Volete leggere tutte le Storie nate da questa foto? Le trovate qui.

Buona sera carissimi,
da poco ho cominciato una collaborazione con Torino Oggi, quotidiano online locale, ho deciso di condividere con voi alcuni miei articoli, che ne dite?

Il mio ambito? Ovviamente: cultura, arte e spettacolo. Argomenti tra i quali sguazzo con somma soddisfazione ma ancora un milione di cose da imparare.

Ecco il link di ciò che ho scritto ieri, un pezzo dove racconto un'esperienza davvero peculiare: una visita al Museo del Cinema "al buio". Sì, avete letto bene, al buio.

Curiosi? Spero di sì.

http://bit.ly/VisitaAlBuio


Io ho mangiato un hamburger buonissimo. Di corsa, con le mani gelate e la Gran Madre che occhieggiava invidiosa. Sono scesa ai Murazzi ed entrata al Magazzino sul Po. Ho assistito a una serata di CaleidoScoppio. Ne ho scritto fitto fitto su un'agenda.
E poi, alla fine, sono salita sul palco e ho letto la mia Cronaca davanti a tutti. Un microfono e due djembe a farmi compagnia.

Vi siete persi quest'esperimento di instant blogging? Non c'è problema. Ecco a voi il testo originale, rigorosamente NON riveduto e NON corretto.

Buonasera, vi spiego com'è andata, perché mi trovo qui.
Ho ricevuto l'invito su Facebook, l'idea della serata mi è piaciuta, e quindi ho condiviso, ho "piacciato", ho cliccato "parteciperò". Ho fatto tutte quelle cose che si fanno in questi momenti. Sono stata leggera e inconsapevole.
Poi, una settimana fa, Esther mi ha contattata.
"Allora che fai? Sali sul palco?"
"Eh? No, sul palco no! Io detesto parlare in pubblico"
Voi non potete capire, mi viene l'ansia, le palpitazioni, la voce da gallina isterica. Faccio cose patetiche, tipo mettermi una minigonna inguinale per distrarre il pubblico con lo stacco di coscia. Perdo l'etica e la morale.
"Sul palco no, non esiste!" dico.
"Dai! Ti esibisci alla fine. Fai la cronaca della serata: instant blogging"
"Instant che? No, guarda, ci penso, eh..."
Ci ho pensato. Ed eccomi qui. Voce isterica e patetico stacco di coscia compresi.
Eccomi qui a fare la cronaca della serata. La mia cronaca. Della mia serata. Dal mio esclusivo punto di vista. 
Arrivo alle 20-20:30 e mi ritrovo subito meravigliosamente a disagio. La gente prova, suona, qua è pieno di artisti. Io sono una blogger. Una che scrive su internet. Una poveraccia. Farò una figura pessima.
Quindi, per sopravvivere, decido di entrare nel mood "vabbè tanto non mi conosce nessuno". Esattamente cinque secondi dopo entra Noemi Cuffia. Lei è blogger ma anche una scrittrice coi controcazzi. Ah, dimenticavo, lei mi conosce. Ecco. Ciao Noemi! 
La serata comincia: si festeggia il primo compleanno del CaleidoScoppio, un "mix di arti diverse", come dicono i presentatori. Pittura, video, musica, fotografia, cabaret. Tutto assieme.
Parte  l'appello. Chiamano Sciencol. Nessuno alza la mano. Chi è? Dov'è? Assente? Ah no, sono io: J-a-n-e C-o-l-e. Le soddisfazioni cominciano a mazzi!
 
Finalmente si parte. Con Na Na, la zia di CaleidoScoppio. Una gran testa di capelli che già, solo per questo, si guadagna tutta la mia sfacciata simpatia. Lei fa gli auguri, gli auguri "al contrario".
Poi si canta e si suona. L'atmosfera è rilassata. Mi tranquillizzo. Un po', non troppo. 
Intanto, in giro per il locale, si disegna, vignetta e graffita. 
Sul palco si sonetta e filosofeggia. Ci si rilassa: "non bisogna essere i migliori".
Il poeta-filosofo poeteggia ed è bravo, bravo assai.
Finisce lui, si passa a uova e galline, e poi si torna alla musica. Giovanissima e con una gran voce.
Il tempo passa, arriva l'"amico palazzo" e capelli di bacca. Arrivano fantastici microracconti. La follia delle parole e dell'immaginazione. Il potere del 'tutto è possibile'. Ecco, questo è proprio l'ambiente mio: la scrittura e la follia. Quasi quasi mi commuovo e, invece no, rido, rido tanto.
Smetto di ridere e arrivano due ragazze che lo stacco di coscia ce l'hanno sul serio. Musica d'altri tempi e danza d'altri luoghi. 
Intanto, in giro per il locale, c'è chi chiacchiera, chi si conosce, chi prova a dipingere e chi lo fa sul serio, ma con le spezie. 
Sul palco si litiga con l'amplificatore, si combatte e poi si vince. Ed è musica ed è poesia. Con o senza titolo. Non importa.
Poi è poesia ed è musica.
Si passa da Frank Sinatra in gonnella a Massimo Pica e il cinema. Secondo lui. Secondo lui e il suo amico esperto di film iraniani, pecore e pastorelli.
Dopo è il turno della padrona di casa, Esther Nevola, e delle sue parole e delle sue emozioni. Che sono sue e di tutti.
Ed ancora musica e immagini.
Papere, cacciatori e momenti di commovente comicità.
Musica, Fabio Bosco, Baudelaire e djembe: l'accostamento che non ti aspetti. 
Intanto, in giro per il locale, c'è chi mangia una pizza e chi scrive una cronaca. Io.

Un artista e un viaggiatore.
Questo serve e niente di più per dare vita a MyHomeGallery.

A Myche?...un contatto diretto tra creatore e fruitore.
Una start up, una comunità, un'idea.

E quindi?
Cerco di spiegarvelo il più semplicemente possibile.

Gli artisti che fanno parte di MyHomeGallery aprono le loro case ai visitatori.
E' possibile andarli a trovare, conoscerli, parlare con loro e visitare delle vere e proprie "mostre su misura". In questo modo si coniuga turismo ed arte in maniera originale, si crea una nuova forma di turismo culturale.

Come funziona? Sei un turista, un amante dell'arte, un collezionista, o semplicemente un tipo molto curioso, e vuoi provare questa nuova esperienza?
Bene! Vai sul sito di MyHomeGallery, iscriviti, inserisci la destinazione del viaggio (o semplicemente la città dove abiti!), e scegli tra gli artisti segnalati quello che t'interessa di più. Contattalo e mettiti d'accordo su tempi, luoghi e contributo richiesto.
E poi parti. Parti per questa nuova avventura!
Sono giorni un po' così.
Giorni in cui aggiusti una cosa e se ne rompe un'altra.
Giorni in cui le spese sono molte più dei guadagni.
Giorni in cui hai un  milione di cose da fare e il tempo non è abbastanza.
Giorni in cui subisci un danno, e poi un altro, e poi un altro ancora.
Giorni in cui desideri fortemente trasferirti altrove. Ma proprio altrove. Tipo su un altro pianeta.

"Ecce ancilla domina", Rossetti
Poi, nonostante tutto, vai ad una mostra con un'amica.
E ritrovi la bellezza. La bellezza che supera tutto, e tutto addolcisce. La bellezza che ridimensiona piccolezze e difficoltà. La bellezza che non risolve ma nutre di nuova speranza. Perché in un mondo dove esistono cose tanto belle vale comunque la pena di restare e quindi, per ora no, non ti trasferisci su un altro pianeta.

Stamattina sono andata a vedere la mostra dei Preraffaelliti a Torino.
Mi sono riempita gli occhi e l'anima.
Ho guardato ed ascoltato. Ho visto opere nei cui mille particolari è possibile perdersi. Ho scoperto storie drammatiche lontane. Quelle troppo distanti per commuovere, ma tanto appassionate da bruciare.

L'arte, l'amore, il dolore, le donne, il sacro e il profano.
Questa è l'ultima settimana. Se non ci siete ancora andati: correte!

Per 40 milioni di dollari i Girasoli sono miei.
(1987)
Lo prendiamo. E' più facile del previsto.
"Grazie per la scarsa sicurezza", lasciamo scritto.
(1994)
Per tutto dicembre Facebook ci ha invitato a guardare il Nostro 2013. Una selezione dei post più importanti dell'anno.
Non so come questi eventi siano stati scelti. Dal numero di "mi piace", la quantità di commenti, il caso, i capricci di Mark Zuckerberg, l'allineamento dei pianeti, lo strega comanda color, l'intramontabile membro di segugio, o chissà che altro. Quale che sia stato il metodo adottato, il "Mio 2013" secondo Facebook è una mezza schifezza. Pochi episodi davvero fondamentali in mezzo ad una serie di epiche fesserie.

Quindi, plagiando ispirandomi all'idea di base, ho deciso di migrare sul blog e scrivere un post su misura, per raccontare, festeggiare e ricordare il mio ultimo anno.
Perché, a ben vedere, il 2013 per me è stata un'ottima annata e, alla faccia della scaramanzia, voglio celebrarla adeguatamente. Ciò non vuol dire che io non abbia avuto delusioni, momenti difficili, litigi, rabbia, tristezza, conto in banca depresso, cuore a pezzi, o incontri infelici. Ma ciò significa che, al netto delle perdite, quest'anno è stato decisamente in crescita. Ricco di esperienze, rapporti che si sono consolidati, nuovi occhi sorridenti a cui voler bene, scelte difficili finalmente prese, vecchi amici ritrovati, viaggi, abbracci, chiacchiere e risate.

Ma bando alle ciance, ormai il 2013 è agli sgoccioli, è giunto il tempo che ve lo racconti:

"Delle volte si prende la propria vita e la si ribalta come un calzino. Dal dentro al fuori. Così. Pop! Con un solo colpo."
E' l'ora della decisione. Taglio i ponti e, finalmente, comincio a costruirne di nuovi. A modo mio.

Riprendo a viaggiare. Inizio con Bologna dove m'immergo nella magia del teatro e rimango folgorata dal Mambo.


Dopo un'ingiustificata infinità di tempo torno a Berlino. Lo faccio con l'unica persona possibile. Lo faccio col mio migliore amico. Mi scrollo dalle spalle la pesantezza di anni non miei. Rido, bevo, cammino, litigo, conosco, riconosco, dormo poco, mi guardo allo specchio.
Eccomi.


Più di un mese per un trasloco. Ma, finalmente, il primo luglio mi risveglio nella nuova casa. Un pezzo alla volta, un giorno in fila all'altro, comincio a stiracchiarmi, allungarmi, distendermi. Prendo possesso di ogni angolo e trovo la mia dimensione.


Mi ritaglio una vacanza sugli Appennini. Più che dei luoghi m'innamoro delle persone. Al mio ritorno, a chi mi chiede come mi sia trovata, rispondo "Me li sarei portati tutti in valigia qui con me".

A Lucca ritiro un premio, scopro una città, e conosco volti che spero mi accompagneranno per sempre.
Gli stessi volti a cui, un mese dopo, posso mostrare la mia Torino. Bella come non la ricordavo. Bella come non l'avevo mai conosciuta.


Tra i progetti per l'autunno appunto un viaggio a Milano e un giorno al Torino Film Festival. Mesi dopo, tramite percorsi inaspettati e imprevedibili, entrambi gli obiettivi vengono centrati.

Nell'ultimo stralcio dell'anno faccio in tempo a consolidare un'amicizia ancora nuova, insegnare un po' di leggerezza a un vecchio amico solitamente dedito al lamento compulsivo, e stordirmi di chiacchiere con uno nuovo di zecca che sprizza luce ed energia dalla sua Verona.

Ora mi aspetta il 2014.
Con tanto lavoro da fare. Qualche progetto da intraprendere. Il francese da imparare. Chilometri da percorrere. Vecchie e nuove conoscenze da accogliere.

Chi di voi vorrà accompagnarmi in questo nuovo viaggio sarà il benvenuto.
Quadri meravigliosi e champagne per tutti.
Partecipo all'inaugurazione del museo d'Orsay.
(1986)
 71,5 milioni di dollari e uno.
 71,5 milioni di dollari e due.
 71,5 milioni di dollari e tre.

Mi aggiudico l'"Autoritratto senza barba" di van Gogh.

(1998)
Li abbiamo ritrovati.
Disperati.
Struggenti.
Simbolo dell'angoscia umana l'uno. Della passione mistica e carnale l'altro.
(2006)
49,5 milioni di sterline.
Tanto mi costa la Strage degli Innocenti di Rubens.

(2002)
Vi ho lavorato sopra per vent'anni. Tutti i giorni.
E oggi, finalmente, il pubblico può goderne.

Non so cosa farò domani. Probabilmente mi prenderò un giorno di ferie o forse comincerò un altro lavoro.

Intanto bevo vino, mangio salatini, incasso complimenti, e ancora mi commuovo di fronte alla bellezza del "mio" Cenacolo.
 
(1999)
Sono stata a Bologna.
"Capirai che notiziona", starete dicendo voi. "E' un mese che vai avanti con questa storia!"
Embè? Questo è indice di quanto io poco viaggi e, soprattutto, di quanto più dovrei farlo. E voi non siete affatto carini a farmelo notare.

Ma ora vi prego di darmi retta, perché la cosa potrebbe farsi interessante.
Sono stata a Bologna.
Non ero mai stata a Bologna.
In realtà ho frequentato poco l'Emilia tutta.
Però ho una lunga tradizione di vacanze romagnole. A tal proposito vi potrei raccontare di quella volta che mi persi tra i mille ombrelloni tutti uguali di Rivazzurra, oppure del mio amore incondizionato per i passatelli, o ancora di quando, a sedici anni, venni avvicinata dall'aiuto bagnino che, trattenendo il fiato per rendere più scolpiti addominali e pettorali, mi chiese:
"Che leggi di bello? Un romanzo d'amore?"
"No, Apologia della Storia di Bloch"
"Ah"

Ma, ne converrete con me, se vi parlassi di tutto questo uscirei fuori tema e anche fuori strada.

Oggi voglio parlarvi del mio fine settimana a Bologna.
Ma non del fatto che a Bologna ci siano i portici, le librerie e le botteghe. Perché tutta questa roba ce l'abbiamo anche a Torino.
E neanche dello spettacolo teatrale di mia cugina. La quale è stata bravissima, mi ha reso molto orgogliosa, e ha confermato la mia certezza che nel sangue della nostra famiglia scorra talento puro, anzi purissimo, ad ettolitri.
E neppure del locale/bettola/antrodell'inferno in cui sono stata trascinata la prima sera. Luogo ameno grazie al quale ho capito che Stefano Benni sarà pure uno scrittore eccezionale ma, a vivere in una città con certi luoghi e certi personaggi, non serve mica tanta fantasia per inventarsi racconti assurdi e surreali.

Io oggi voglio parlarvi del Mambo.
No, non il ballo.
Il Mambo, il museo d'arte moderna di Bologna.
Ci sono finita quasi per caso, alla ricerca della collezione di Giorgio Morandi. Il pittore bolognese famoso soprattutto per le nature morte. L'uomo che trascorse gran parte della propria vita a dipingere chiuso nella sua stanzetta, come se tutto il talento racchiuso dentro di sé non avesse quasi bisogno di arricchirsi, confrontarsi e nutrirsi del mondo esterno. L'uomo mite e gentile che visse per rappresentare la luce, e la luce soltanto.

Prima di perdermi tra le numerose opere di Morandi sono però passata in mezzo alla collezione permanente del museo. E lì mi sono innamorata. Sono stata stregata. Mi sono commossa. Ed esaltata.

Tutto.
Mi è piaciuto tutto.
Ma, più di ogni altra cosa, mi ha rapita: "Sono stata io. Diario 1900 - 1999".
Un'opera di Daniela Comani.

Un'enorme tela dove sono descritti 366 momenti dello scorso secolo. Uno per ogni giorno dell'anno.
Un anno virtuale. Una lunga sequenza di eventi raccontata in prima persona, come se l'artista fosse stata testimone diretta di cento anni di storia. Vittima o carnefice. Spettatrice o protagonista. Individuo.
Cronaca. Politica. Arte. Spettacolo.
Daniela Comani scrive tutto. E legge tutto. Perché quest'opera, oltre ad essere guardata, può anche essere ascoltata. Attraverso la voce della stessa autrice che legge in ordine i 366 giorni.

L'arte contemporanea che diventa letteratura. Un racconto. Una vita.
Storia, arte, romanzo, emozione: tutto assieme.

Ne sono rimasta così colpita da decidere di portare avanti un progetto simile anche su questo blog.
Da domani comincerò il mio diario. Racconterò anch'io la mia storia. Quella del mio mondo e del mio tempo. 365 piccoli post. 365 momenti che potranno andare, in rigoroso disordine cronologico, dal 9 gennaio 1977 al 17 aprile 2014.

"Perché?", vi starete chiedendo.
Non saprei darvi una risposta. Forse solo perché ne sento il bisogno. Istintivo. Irrazionale. Genuino.

Non temete, miei più abitudinari lettori, questo progetto non interferirà con l'andamento del blog come lo avete conosciuto finora, ma lo accompagnerà e, spero, arricchirà.

Per oggi vi ho detto tutto.
Ci ritroviamo domani.
Ancora in fasce attraversò campi sfocati, per giungere in quella città così simile e così diversa dalla propria. Con la gente che sembra la stessa eppure la stessa non è.

Compì i primi passi lungo una piazza assolata, dove alzò gli occhi verso la luce e la madre, per poi inoltrarsi nel buio gotico di un pavimento calpestato da milioni di passi.

Ormai bambina corse attraverso una galleria da signori che così poche attrattive riservava per lei. Corse fino a giungere di fronte a quel teatro squadrato e severo, quel teatro privo di fronzoli e belletti, ma non per questo meno affascinante, meno dominante, meno.

Con andatura di ragazza percorse il breve tragitto fino al palazzo dell'arte. Attraversò il cortile. Salì le scale e finalmente giunse alla meta prefissatasi.

Visitò ogni sala e si perse tra mille dettagli. Venne inghiottita fin quasi a soccombere.
Vide dei, santi, miracoli, madonne e bambini.
Le prime immagini più note le vennero incontro a sorpresa, senza un avvertimento, senza lo spazio necessario per una riflessione.
La testa le girò di fronte all'immensità di tele che sovrastavano e aggredivano. Ma senza conquista, senza malia.
Ritrovò se stessa nella sala più stretta e raccolta, dove ad esprimersi erano uomini vicini a lei, mani che plasmavano il suo mondo, voci che raccontavano il tempo prossimo. Ritrovò se stessa dove la pietra si faceva a tempo stesso carne ed acqua per la più tragica delle donne di Danimarca.
Incontrò con gioia le immagini familiari, quelle scorte mille volte attraverso gli anni dell'educazione e della crescita. Sposalizi, cene, ma anche scorci amati.
Sussultò di fronte al ritratto del maestro. Pregò davanti alla folla come di fronte ad una reliquia.
Sorrise alla vista del bacio e della sua malinconica rappresentazione. Questi, posti uno di fronte all'altro, dialogavano all'infinito. Mentre lei avrebbe desiderato solo accucciarsi per terra e vivere là. Per sempre.
In mezzo alla bellezza, alla storia, all'arte. In mezzo al tutto.

N.d.A: non siete mai stati alla Pinacoteca di Brera? Andateci.

Facebook può essere un'ottima vetrina.
Molte ditte la sanno usare. Altre no.

Non sono un'esperta del settore ma, sicuramente, un modo per attrarre e legare la clientela è quello di offrire occasioni, stimoli e, dove possibile, dialogo.

L'UniCredit vanta una pagina che in poco tempo è diventata frequentatissima e molto viva, merito di chi la gestisce e di chi vi partecipa.
La scelta felice, che ha garantito un tale successo, è stata quella di non dedicare spazio solo ai prodotti economici e finanziari, ma di pubblicizzare e sponsorizzare anche attività ludiche e culturali, legate al mondo dei giovani e del sociale.

L'UniCredit ha scommesso su un'immagine meno rigida e più vicina ai clienti ed ai loro interessi e, dai risultati finora ottenuti, si può dire che sia una scommessa vinta.

In particolare, l'attenzione si è focalizzata sull'arte e sullo sport, proponendo di volta in volta diversi concorsi, e con questi la possibilità di vincere biglietti a numerosi eventi.

Con lo SmART Quiz, rispondendo a domande sull’arte, i partecipanti possono vincere svariati premi. Quelli in palio in questi giorni fino al 20 dicembre consistono in un ingresso per due persone allo spettacolo "Sound, Music" a Milano, oppure in un ingresso per due alla mostra "Raffaello verso Picasso" a Vicenza o, ancora, in uno dei tanti cataloghi su questa mostra.  

Per gli amanti dello sport, invece, richiedendo la nuova Genius Card in versione UEFA Champions League, e ricaricandola con almeno 100€, si partecipa all'estrazione dei biglietti per la Finale di Londra 2013. 

Indovinate su cosa punto io? 
Vicenza I'm Coming!
Post più vecchi Home page

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

IL MIO SITO

IL MIO SITO

La mia vetrina Amazon

La mia vetrina Amazon
Dai un'occhiata ai miei consigli di lettura e scrittura...

Social

POPULAR POSTS

  • Capitolo due: "I ragazzi"
  • Voi sapete chi è la Szymborska?
  • #twitscript n°1

Categories

IlMioProgetto chiacchiere libri Racconti viaggi cinema Torino RadioCole attualità musica televisione società DiarioRacconti sport Nella Rete blogosfera Laboratorio Condiviso teatro citazioni microracconti FacceDaPalco arte Un marito per caso e per disgrazia scrittura creativa Erasmus HumansTorino Peanuts cabaret lavoro Rugby meme ImprovvisazioneTeatrale PrincipeV poesia OffStage articolo sponsorizzato Pancrazia Consiglia pubblicità twitter PancraziaChi? TronoDiSpade articolo Adelina Harry Potter Podcast premi tennis graficamente PancraziaInBerlin laboratorio scrittura materiale di scarto DaFacebookAlBlog Pancrazia and the City Roma True Colors DonnePensanti EnglishVersion favole sogni CucinaCole IlRitorno chiavi di ricerca dasegnalare help 2.0 video Le piccole cose belle Mafalda Rossana R. cucina dixit kotiomkin live blog candy branding copywriting da segnalare metropolitana personal branding satira viaggio dell'eroe
Powered by Blogger.

Blog Archive

  • ▼  2023 (31)
    • ▼  settembre (4)
      • Laboratorio d'Autore
      • On line
      • Diretta Instagram
      • A ognuno il suo racconto
    • ►  agosto (2)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (1)
    • ►  maggio (3)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2022 (57)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (3)
    • ►  marzo (1)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2021 (20)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (1)
    • ►  settembre (1)
    • ►  agosto (6)
    • ►  aprile (2)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2020 (84)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (6)
    • ►  settembre (6)
    • ►  agosto (6)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2019 (6)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2018 (37)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (3)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (8)
  • ►  2017 (23)
    • ►  settembre (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2016 (20)
    • ►  settembre (2)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2015 (78)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  agosto (8)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (7)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (11)
    • ►  febbraio (11)
    • ►  gennaio (14)
  • ►  2014 (242)
    • ►  dicembre (17)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (10)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (18)
    • ►  giugno (18)
    • ►  maggio (19)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (40)
    • ►  febbraio (38)
    • ►  gennaio (36)
  • ►  2013 (353)
    • ►  dicembre (40)
    • ►  novembre (37)
    • ►  ottobre (48)
    • ►  settembre (33)
    • ►  agosto (35)
    • ►  luglio (39)
    • ►  giugno (35)
    • ►  maggio (40)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2012 (126)
    • ►  dicembre (10)
    • ►  novembre (9)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (13)
    • ►  agosto (19)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (10)
  • ►  2011 (95)
    • ►  dicembre (18)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (12)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2010 (97)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (16)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2009 (61)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (8)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2008 (76)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2007 (132)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  settembre (18)
    • ►  agosto (11)
    • ►  luglio (33)
    • ►  giugno (13)
    • ►  maggio (13)
    • ►  aprile (16)
    • ►  marzo (26)

Copyright © Radio cole. Designed & Developed by OddThemes