Vi ricordate quando segnalavo interessanti realtà online? Blog, web serie, eventi e così via? Ecco, oggi lo rifaccio. Oggi riciccio fuori questa rubrica per consigliarvi un profilo instagram speciale:
torqui_tax di Michele.
A scanso di equivoci, vi avverto subito, lui è amico mio. Ma mica vi ho mai segnalato profili di altri miei amici, no? E allora fidatevi. Se lo faccio questa volta, vuol dire che ne vale la pena. Conosco Michele, online e offline, ormai da un bel po'. Con lui ho girovagato per Milano e pure per Torino. Con lui ho mangiato pizza in via Po e panini con la mortadella a Venaria. Con lui ho ballato in metropolitana e chiacchierato fino allo sfinimento nella mia casa appena inaugurata. Di Michele apprezzo la penna arguta e i mille personaggi che è in grado di creare. Di Michele conosco la sensibilità che tiene al sicuro sotto montagne di ironia e finta noncuranza.
Il suo non è un banalissimo profilo instagram pieno di belle foto. No, è qualcosa di più e di diverso. Un percorso. Un racconto. Micro scampoli della sua bella Verona raccontati attraverso gli occhi suoi e le vicende dei suoi amici (maggiordomi) immaginari. Non aspettatevi fuochi d'artificio, sovraesposizioni e rivelazioni pruriginose, ma verità, verosimiglianza e sorrisi spontanei.
Andate a dare un'occhiata e seguitelo: una boccata d'aria fresca e originalità in tanta laccata noia.
https://www.instagram.com/torqui_tax/
Causa tendinite pervicace e malevola, sono stata costretta 5 giorni al totale allettamento.
"Si alzi solo per andare in bagno" ha ordinato il medico, senza lasciare adito ad interpretazione alcuna.
E così sono rimasta sdraiata a dormire sul materasso, sdraiata a fissare il soffitto sul materasso, seduta a lavorare col portatile sul materasso, seduta a sospirare lamentosa sul materasso. E, seppur consapevole che le disgrazie sono altre, permettetemi di dire che la faccenda è stata alquanto fastidiosa. Ma mentre io mi abbrutivo sotto le coltri, intorno a me gli altri si muovevano solerti e utili. Una su tutti: Madre Cole.
Io odio dipendere dagli altri. Cioè, lo so che, in generale, non piace a nessuno ma io non ne faccio una questione d'indipendenza e orgoglio, o almeno non solo. A me infastidisce soprattutto la posizione scomoda in cui un rapporto di dipendenza, seppur momentaneo, ti mette. La riconoscenza è un sentimento nobile ma anche una gabbia. Non guardatemi con quell'aria di rimprovero ma apprezzate, al contrario, la mia sfacciata sincerità.
Io, in occasione di questa domenica di maggio, lo devo dire. Devo confessare che, all'ottava volta che mia madre, giunta in mio soccorso, aveva da ridire su uno qualunque degli aspetti della mia gestione casalinga, io desideravo ancora dirle "Grazie madre per essere venuta qui ad occuparti di me e del mio domicilio" (non sono mica un arido mostro) ma desideravo anche, e con altrettanto se non superiore ardore, tirarle dietro una delle due stampelle che usavo per deambulare verso il bagno.
"Uh quanta roba da lavare" criticava e a me iniziava a salire la carogna.
"Ma perchè tieni le pentole così? Aspetta che le metto a modo mio. Ecco, molto meglio" stravolgeva e a me si risvegliava la gastrite.
"La tua dispensa è troppo disordinata, che ci fanno gli spaghetti accanto al riso?" sgridava e io tentavo di afferrare la stampella appoggiata al cassettone.
Ma poi lei mi rimboccava le coperte, portava il minestronecomepiaceame e mi comprava le briosche dal bar sotto casa. Io allora mi chetavo, mollavo la stampella e mi sentivo pure un poco in colpa per i sentimenti precedenti. Ma solo un po', eh.
C'è questa ingiusta regola non scritta per cui, se mi stai facendo un favore, io non posso dire niente, sospirare, alzare un sopracciglio. Devo accettare tutto passivamente, sorridente e, se possibile, esibendo anche uno sguardo di devozione di cristiana ispirazione. Io devo accettare con tutto il pacchetto anche e soprattutto la sgradevolezza del samaritano, le diverse opinioni e la pesantezza. E secondo me, chi ti fa il favore, in quel momento un po' se ne approfitta, conosce il suo potere e lo esercita. Tutti siamo corsi in aiuto di qualcuno almeno una volta nella vita e tutti, un po', ce ne siamo approfittati. "E pensare che gli sto facendo un favore... che ingrato" abbiamo pensato quando abbiamo ritenuto il nostro gesto non sufficientemente apprezzato. Aprezzamento che può variare, a nostro insindacabile giudizio, da un sorriso sincero all'anima del primogenito di chi abbiamo aiutato.
Non fate segno di no con la testa, non ci crede nessuno, l'avete fatto e lo fate anche voi e, se credete di no, è solo perché non ve ne siete mai resi conto. Questo fa di voi degli inconsapevoli non degli innocenti. Anzi, per quanto mi riguarda, l'inconsapevolezza è un aggravante!
"Io ti faccio un favore, io comando, tu ringrazia e taci, puzzone!" è il sottotesto che guida certi scambi. Scambi meravigliosi, la cui unica alternativa sarebbe essere soli al mondo senza l'aiuto di nessuno, ma pur sempre scambi. Ricordiamoci la gratitudine ma smettiamo di lucidare tronfi le nostre aureole.
Ora vi saluto, devo andare a fare gli auguri a mia madre e a ringraziarla perché senza di lei non ce l'avrei mai fatta in questi giorni. Prima però vado a rimettere in disordine la dispensa, che a me piaceva di più com'era prima.
Tanti auguri alla mamme e ai benefattori... tanta pazienza a tutti gli altri.