Può capitare.

Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare, può capitare di avere le occhiaie di un panda, il colorito di una lucertola e la capigliatura di un leone phonato.

Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare, può capitare di essere mansueta come una tigre dai denti a sciabola, gentile come una iena e ben disposta verso il prossimo come un grizzly.

Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare ed un donatore si lamenta acido di essere in attesa da troppo tempo, mentre la sala prelievi è piena come un uovo, tu stai cercando di farti spuntare un paio di braccia in più e nel frattempo trattieni la pipì che ti scappa da almeno tre ore, può capitare che le prime parole che ti vengano da rispondergli non siano appropriate alla boccuccia di una signorina per bene.

Ma può capitare anche che tu riesca miracolosamente a trattenerti perché, in mezzo a tutta quella confusione, improvvisamente riconosci un viso amico che ti sorride e a cui tu sorridi di rimando.

Una domenica mattina di lavoro come tante diventa improvvisamente un giorno speciale grazie a lui.
Lui, che ti faceva sentire importante.
Lui, che sapeva nutrire la tua autostima come nessun altro.
Lui, che ti riconosceva un talento.
Lui, che mostrava orgoglioso i tuoi disegni a tutta la scuola.
Lui, che ti ha insegnato l'amore per l'arte.

Lui, il tuo professore preferito delle superiori.

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