Pensieri da giorno di bucato

Ricordo ancora il giorno in cui la mia amica, nonché ex collega, Erika mi confidò: "Io non stiro niente. Io a casa non ho neanche il ferro."
Io la guardai e, con tutto l'affetto che provavo e provo tuttora per lei, riuscì solo a pensare: "Si vede, tesoro mio, si vede."

Ora, a distanza di qualche anno, con il lavoro che, per fortuna, si è raddoppiato. Con i nuovi progetti realizzati, da realizzare e ancora da pensare. Con la casa che ha una vita propria e una preoccupante tendenza al caos. Con il raffreddore e la sinusite che si abbattono su di me ogni tre settimane. Con le ore del giorno che, inspiegabilmente, continuano ad essere solo 24.

Ora, dicevo, le risponderei: "Tu hai capito tutto della vita!"

Ci vorrà del tempo, ma un giorno ce la farò.
Un giorno riuscirò a liberarmi da questa pesante eredità materna.
Un giorno smetterò di farmi ossessionare dalle cose da fare, e di non godere per quelle fatte.
Un giorno imparerò a gestire il mio tempo pensando a ciò che è bene per me, e non a ciò che è giusto secondo gli altri.

Mi siete tutti testimoni: un giorno non mi stirerò più le mutande!

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