“Più bulli, meno ciccioni” è questo il ritornello provocatorio di Selezione Naturale, ultimo estratto dall’album Tutti su per terra degli Eugenio in Via di Gioia.
Un singolo che racconta il bullismo, accompagnato da un video dove si cerca di intuirne e spiegarne le origini. Una storia ambientata su un campo da calcio, durante una partita giovanile, dove a prevalere sono le aspettative degli adulti, le loro pressioni e la loro rabbia. Tutti elementi che finiscono col condizionare il comportamento dei più giovani, influenzati da questi “cattivi maestri”.
“Com’è nata la canzone?” chiedo a Eugenio Cesaro, cantante e compositore della band torinese.
“Come nascono tutte le nostre canzoni: per strada... continua su TorinOggi...
Una donna bella e sottile, con un vezzoso cappellino sul capo, un carretto pieno di libri, e una bicicletta.
“Ha un’aria molto parigina” fa notare una signora che si avvicina a curiosare. Chiara Trevisan, la protagonista di questo quadretto, sorride e alza le spalle, “non è la prima a dirmelo”.
“Ho indovinato? È un’idea francese? Si è ispirata a qualcosa che ha visto?” insiste la signora.
“No, è un’idea mia, tutta mia.”
Questo è l'ultimo post della serie. Dedicato all'ultimo film, tra i premiati o nominati, che ho visto.
"Tre manifesti a Ebbing, Missouri" è un film splendido con una sceneggiatura inaspettata. In cui, partendo da una situazione e dei personaggi che paiono prevedibili, si costruisce una storia diversa dal solito, una storia dove i cattivi non esistono. Ma neanche i buoni. I protagonisti sono tutti reali e incasinati. Molto incasinati.
Questa è la storia di chi combatte ogni giorno contro la propria miseria umana e anche quella degli altri. Due protagonisti su tre sono oggettivamente insopportabili: violenti, irascibili e ignoranti. Il terzo, l'unico che in un mondo reale verrebbe definito "una brava persona", è costretto a cedere il passo a metà pellicola, ma lascia un segno profondo nello spettatore, e non solo.
"Tre manifesti a Ebbing, Missouri" è un film che si regge su tre perfette prove attoriali fornite da: Frances McDormand, Sam Rockwell, e Woody Harrelson (*).
I primi due si sono portati a casa l'oscar come migliore attrice protagonista e come miglior attore non protagonista. L'ultimo solo una nomination, anche se avrebbe meritato di più. Il suo è uno dei personaggi più interessanti e lui lo interpreta da Dio. Come fa sempre, del resto.
"Tre manifesti a Ebbing, Missouri" è un film che racconta la rabbia e la necessità di superarla per provare a vivere.
Il giudizio finale non può che essere: da vedere!
(*) Io Woody Harrelson lo amo artisticamente e pure un po' carnalmente dai tempi di Cin Cin, che sia messo agli atti.
Per torinesi e non, volete qualche anticipazione del prossimo Salone Internazionale del Libro?
Eccole qua, nell'articolo che ho scritto per TorinOggi...
Non sono un'appassionata di Guillermo del Toro. Ma ho grande rispetto per gli artisti dallo stile inconfondibile.
Ma non è questo il motivo per cui ho voluto vedere assolutamente "La forma dell'acqua".
Ho voluto vedere assolutamente "La forma dell'acqua" perché, se un regista ha il folle coraggio di andare da un produttore e proporgli una storia d'amore tra un uomo pesce e una donna muta, questo regista si è meritato che io il suo film lo vada a vedere. Se l'è proprio guadagnato, guadagnato sul campo.
Il film l'ho visto e mi è piaciuto.
Ma non l'ho adorato. Non lo so il perché.
Mi è più o meno piaciuto tutto. La fotografia, le scenografie, gli attori e questa storia d'amore favolistica ma anche carnale.
Mi è più o meno piaciuto tutto, ma il cuore no, non me l'ha rapito.
Lo so che è non è una grande critica, né oggettiva né chiara ma, del resto, mica faccio il critico cinematografico io!
Giudizio finale: ha preso una discreta carrettata di premi, forse li ha meritati, forse no... boh...
Se siete di Torino andateci di persona.
Se non siete di Torino ascoltateli via web.
Una grande stanza luminosa, tante sedie in circolo, facce vecchie e nuove con storie diverse da raccontare e talenti da esibire. Questa è Pro Loco, la trasmissione della webradio RadioOhm, che ogni martedì pomeriggio dalle 14 alle 15 va in diretta dal circolo Basaglia, in via Mantova 34 a Torino.
Poco tempo fa sono andata a vedere: "Donne (S)comode", una conferenza spettacolo sulle mestruazioni. Ebbene sì, avete letto bene, proprio quelle.
All’alba della primavera del 2018, in una società moderna e aperta, molti sono i tabù ormai caduti. Molti ma non tutti. Infatti, qualunque sia il modo in cui le si chiami: “il Marchese” , “il ciclo” o il più frequente “le mie cose”, le mestruazioni femminili restano ancora un argomento trattato con vergogna da molte donne e con fastidio da quasi tutti gli uomini.
Qualsiasi tabù resta saldo nell’ignoranza, mentre si arrende naturalmente di fronte alla conoscenza. Ed è da questo principio che nasce l’idea dell’attrice Patrizia Besantini che, con le informazioni dell’ostetrica Paola Maria Lussoglio prima e la penna felice di Annalisa Arione dopo, ha scritto e messo in scena uno spettacolo dedicato proprio alla fisiologica ciclicità della donna.