Storie sotto la Mole: la Tesoriera di Torino, il parco del diavolo dove vagano due spettri

“Dove sei? Vieni qua!” urlava al culmine della rabbia il tesoriere del Re, passando da una stanza all'altra della sua ricca dimora. 

Era fuori di sé dalla rabbia. Aveva svolto il suo lavoro fedelmente per dieci anni e ora veniva accusato di furto. “Un ladro? Lui? Ma come si permettevano?” Tutto ciò che aveva preso, tutto il denaro che aveva sottratto gli apparteneva. Di diritto. Lui lavorava duramente. Lui meritava una giusta ricompensa. Ecco cos'era: solo una ricompensa, non un furto. 

Ma, evidentemente, quel “bamboccio del Re” era stato malconsigliato. Qualche invidioso gliel'aveva messo contro e ora lui, il tesoriere, rischiava di perdere ogni cosa. “Confisca di tutti i suoi beni” diceva l’ordine reale. Tutti i suoi beni. Compresa la sua dimora, la splendida villa nel parco. 

“Dove sei? Vieni qua!” le guardie bussavano alle porte ma lui non aveva tempo di rispondere, doveva cercare lei. Josephine, la sua amata. Gli avrebbero tolto tutto ma non lei. “Tu verrai con me!” le aveva urlato e lei aveva scorto nello sguardo di lui l'inizio della follia e, per questo, era corsa a nascondersi...



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