Nadia Terranova.
Edizioni Einaudi.
Una storia di perdita, lutto e immobilità.
Una donna che torna a Messina, nella casa dei suoi genitori, per ritrovare il passato e, appunto, cercare di dare l’addio ai propri fantasmi.
“Conosco” Nadia tramite blog e social da almeno 10 anni, ne ho seguito le evoluzioni, la crescita lavorativa ma, in effetti, non avevo mai letto un suo libro.
Mancanza a cui ho rimediato ascoltando l’audiolibro di Addio Fantasmi.
Nadia Terranova ha un tipo di scrittura sofisticato e mai banale, racconta la sua terra e il passato in maniera coinvolgente. Nadia ha un tipo di scrittura non così facile e neanche essenziale, come io, personalmente, prediligerei.
Non mi ha sorpresa, quindi, che la mia immersione nelle vicende narrate in Addio Fantasmi sia stata lenta. A un certo punto, però, complice anche la voce di Elena Radonicich, è stata inevitabile. E, inevitabilmente, questo viaggio narrativo nella Messina di adesso e di 10, 15, 20 anni fa ha risvegliato in me ricordi.
A Torino appartengo a una vastissima tribù, quella dei nati al nord da genitori del sud. I miei arrivano dalla provincia di Palermo. Quelli di Mary, la mia migliore amica, dalla provincia di Messina.
Io sono quel tipo di persona che viene insultata dai piemontesi che, pensando di farmi un complimento, dicono: “Non sembri per niente del sud”. E questo è molto insultante. E da quelli del Sud che ci tengo a farmi notare critici che “Non sembri per niente del Sud”. L’Italia si unisce in questa necessità di dare opinioni non richieste, ancor più se sono opinioni spiacevoli. Che meraviglia.
Comunque Mary era la donna del sud per eccellenza: pelle scura, fianchi generosi (il suo più grande cruccio, ogni estate, nei camerini dei negozi del centro), tutta la famiglia ancora a Gioiosa Marea. Famiglia che visitava rigorosamente almeno una volta l’anno. Io, invece, la mia l’ho sempre avuta tutta al nord e in Sicilia ci sono stata una manciata di volte, nel paese dei miei solo una.
Mary ed io ci siamo conosciute al liceo. Vicine di banco per caso. Riconosciute nelle somiglianze, unite nelle differenze. Nord, Sud, pragmatismo, spiritualità, un misto di esperienze comuni, anni trascorsi, racconti reciproci.
Addio Fantasmi parla di quella parte di Sicilia che per me appartiene a Mary e alla sua famiglia. Addio Fantasmi parla di perdite e lutti. E Mary io l’ho persa, e con me gli altri, ormai 8 anni fa. E così in piedi in cucina, con le cuffie e il libro nelle orecchie, mi sono sentita a casa, riconosciuta nel dolore e nella mancanza. Ospite in un luogo sconosciuto ma caro. Persa tra quella nostalgia e quella speranza, che non risparmiano nessuno neanche quelli come me. Quelli che non credono ma sperano delle volte di sbagliarsi per avere un giorno la possibilità di un ultimo caffè, un’ultima condivisione.
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