La canzone di Achille


Io ho sempre amato Ettore. 
Tutti amano Ettore. 
Forte, coraggioso e giusto. 

Achille invece con quella sua semideità non mi ha mai affascinato. 

Probabilmente per lo stesso motivo per cui tra Superman e Batman ho sempre preferito quest’ultimo. Che ci vuole a essere un supereroe se si hanno i superpoteri? Tutt’altro merito se si hanno sì i miliardi ma non si è anti proiettile. 

Ok, perdonatemi questa digressione fumettistica e, oggettivamente, un po’ tirata. 

Comunque, tutto ciò per dire che, quando a scuola studiai l’Iliade, sviluppai una spontanea simpatia per Ettore, un altrettanto spontanea antipatia per Achille e un’assoluta indifferenza per Patroclo. 
E questi miei sentimenti non sono cambiati di una virgola nel tempo. 
Anche Achille in versione Brad Pitt KenAnticaGrecia non mi fatto cambiare idea, anzi. 

A farmi cambiare idea, in parte, ci è riuscita, però, Madeline Miller con il suo “La canzone di Achille”

La Miller è un’esperta di lettere classiche. Il suo libro, uscito nel 2012, è stato un grande successo. Io l’ho letto per la prima volta questa primavera. 

L’autrice americana racconta una storia d’amore e racconta la forza di un uomo che sembra debole. Patroclo è un protagonista straordinario, fragile ma forte, un ragazzino che cresce e, grazie all’amore ma anche nonostante questo, diventa ogni giorno più consapevole e maturo. Alla fine non si può che amarlo e piangerlo. 
I sentimenti scatenati da Achille sono diversi ma, a onor del vero, rispetto alla madre e a quell’essere spregevole del figlio, anche lui, alla fine, ne esce dignitosamente. O quasi. 

La canzone di Achille è un libro d’amore, delicato e appassionato che tratta, prima dell’innamoramento tra due ragazzini, e poi della passione, della quotidianità, della stabilità di un sentimento tra due uomini. Vabbè, tra un uomo e un semidio. 

Se, come me, avete sempre amato i miti greci e, come me, vi eravate persi quest’opera, vi consiglio caldamente di recuperarla. 

L’inizio può essere straniante, perché le vicende dell’Olimpo e dintorni in prosa ricordano in maniera sbalorditiva una qualsiasi soap opera Californiana ma, superato lo scoglio iniziale, questo libro è davvero un percorso intenso da compiere, pur sapendo dolorosamente dove andrà a finire. 
E anche voi, alla fine, come Achille, amerete Patroclo.

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