Una volta, quand'ero poco più di una bambina, mi piaceva il calcio.
Di quell'epoca ormai lontana ricordo con particolare affetto la Sampdoria, quella del bel Roberto Mancini, del riccio Gianluca Vialli e di "nonno" Cerezo.
Toninho Cerezo era un esuberante calciatore brasiliano, dall'età indefinita ed il sorriso contagioso.Tutti lo amavano e, qualunque fosse la personale squadra d'elezione, era impossibile rimanere indifferenti alla naturale simpatia di quella faccia da commedia.
Ieri, per caso, ho ritrovato il "nonno" alle Invasioni Barbariche ed ho scoperto che è rimasto uguale nel corpo e nello spirito. Gli occhi buoni ed il sorriso sincero sono gli stessi di un tempo e sono la perfetta espressione di un cuore grande e di una grande anima.
Toninho Cerezo ha una figlia. Una modella bellissima che si chiama Lea T. Una trans con gli occhi scuri e dolci del suo papà.
Lui le ha dedicato questa lettera:
“Non possiamo essere bravi in tutto e tu, Lea T. Cerezo, sai fare molto più che semplici palleggi.
Hai avuto il coraggio, con eleganza, di tentare di rompere i paradigmi e di mostrare al mondo che dobbiamo accettare le differenze, essere tolleranti con la diversità. Capire e non giudicare ciò che non conosciamo.
Il cammino può essere lungo ma sicuramente non sarà lo stesso senza di te.
Bambino o bambina, Leandro o Lea, non importa più. Sarò sempre tuo padre e tu, orgogliosamente, una parte di me”.
E' vero non si può essere bravi in tutto, ma il "nonno" ha dimostrato di non essere bravo solo a fare semplici palleggi. Toninho Cerezo è un meraviglioso Padre (sì, con la "p" maiuscola), a cui va almeno in parte il merito di aver cresciuto una persona in grado di lottare contro i feroci demoni che stanno dentro e quelli stupidi, ignoranti e cattivi che stanno fuori.
La "transizione" è una delle condizioni umane più complesse e dolorose. Non si riconosce il proprio corpo, ci si sente prigionieri della propria pelle, si è murati vivi dentro un estraneo. Può esistere davvero qualcosa di peggio?
La "transizione" è un lungo viaggio durante il quale si cerca l' equilibrio tra corpo e cervello. La destinazione finale può essere il cambiamento di sesso o l'accettazione di una condizione di mezzo, ma comunque l'unico vero obiettivo è semplicemente la serenità.
Coloro che guardano queste persone come fossero fenomeni da circo, coloro che le definiscono creature del maligno, coloro che le disprezzano alla luce del sole ma poi le cercano quando calano le tenebre, probabilmente non posseggono metà del loro coraggio, un quarto della loro forza, una punta della loro determinazione.
Provo da sempre pena per gli ipocriti bigotti e da ieri una grande incondizionata stima per Cerezo. Semplicemente: un Padre.
(Il video dell'intervista a Lea T. Cerezo lo trovate a questo indirizzo http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=399092)
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