Lo sguardo non tradì alcun sentimento mentre affondava la lama nella carne.
Una, due, tre volte.
"Ti piace?", gli chiese Lei.
"Deliziosa", mentì Lui. Mandando giù quella bistecca dura quanto una suola di scarpe.
Scrivo questo post per segnalarvi un interessante ed utile iniziativa.
La mia blogger-amica
usadifranci, insieme ad un gruppo agguerrito di ragazze, sta lavorando alla stesura di un report e alla creazione di un documentario sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili:
"The dam curse".
Serve l'aiuto di donne nate a Milano o che nel capoluogo meneghino abbiano vissuto. Non vi preoccupate, niente di impegnativo, basteranno pochi minuti della vostra vita per compilare, in maniera del tutto anonima, un
questionario.
Forza donne milanesi, non siate timide.
Dipinsi ogni giorno per quattro anni, con la testa rivolta all'insù, il collo incriccato e la faccia sporca di colore. Lavorai come un dannato dello inferno, in fretta e senza pause, in fretta prima che lo muro si facesse asciutto, in fretta colla paura che l'ispirazione dello core e dello animo volasse via leggera come un augelletto di primavera.
M'attendevo complimenti e danari ma ricevetti solo critiche, scherno e pochi spiccioli che mi bastarono appena per bere un goccio di quello buono al di là dell'acqua.
Camminai infelice pe le strade acciottolate del borgo, tra i canti della gente e i gridi delli mercanti. Camminai co la pancia colma di rabbia tra il profumo dei pentoloni sullo foco. Camminai co i piedi che mi doleano, fino al giorno in cui Esso passò di lì e quei taccagni delli fraticelli lo chiamarono a convegno, "Guardate, guardate che porcheria c'ha fatto quello sciocco", gli dissero, "Quattro anni di lavoro per un'accozzaglia di gambe! Cosa sono, beati o rane? Quanti spicci potrà mai valere un'offesa pe li occhi tanto grande?"
Il Maestro alzò lo sguardo e si stupì: "Quanto? Prendete la cupola e riempitela di monete d'oro. E' questo lo valore di codesta opera."
Nessuna ricompensa sarebbe mai stata più preziosa del di lui rispetto pe lo lavoro mio.
Ho sempre amato la storia dell'arte e domenica, durante la mia gita a Parma, mi hanno raccontato un aneddoto che mi ha molto colpita.
Avete riconosciuto i protagonisti del racconto?
Vi lascio tre indizi:
1) l'artista incompreso veniva da un paese in provincia di Reggio Emilia ma l'episodio narrato si verificò a Parma;
2) il Maestro era veneto;
3)
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Photo by Ciccio De Ciccis |
Il vincitore verrà premiato con onore e gloria. E basta.
N.d.A: se per caso mi legge qualche reggiano che ha voglia di convertire il racconto in dialetto, sappia che avrebbe la mia eterna riconoscenza.
Vorrei scrivere di più ma non ho tempo o forse sono solo molto disorganizzata. Abbiate fede, magari prima o poi vedrò la luce, uscirò dal tunnel della procrastinazione e smetterò di rincorrere gli impegni e le scadenze con il fiatone e la netta impressione di essere sempre in ritardo.
Intanto vi aggiorno un poco.
PrincipeV continua a crescere e ad essere sempre più bello e simpatico. Io, grazie a lui, sto imparando a conoscere il magico mondo dei giardinetti. Luogo in bilico tra fiaba e realtà, sogno ed incubo, pace e delirio. Tra altalene e panchine si aggirano mamme logorroiche e disperatamente bisognose di relazionarsi con degli adulti, e mamme ostili a cui farebbe tanto bene relazionarsi con un Pit Bull isterico. Tra scivoli ed alberi si scapicollano bambini carini e simpatici come orsetti gommosi ma anche piccoli sociopatici destinati a diventare serial killer oppure, per combattere il proprio complesso d'inadeguatezza, a scendere in politica.
SorellaCole non commenta e non frequenta più queste pagine perché ormai è caduta nel gorgo della maternità. Ora è una donna felice, magra come un chiodo(la carogna) e senza più neanche un secondo libero per andare in bagno. Ripetete tutti con me: "Hai voluto la bicicletta..." uahuahuahauahauha
Ciccio è sempre un gran bell'ometto, nonché mio augusto (non)consorte, e anche se non ne parlo spesso, continua ad occupare il mio morbidosamente mediterraneo fianco.