Cronaca (un poco in ritardo) di un Halloween speciale
A voi piace travestirvi?
A me no.
Già mi faceva schifo il carnevale e ora, da qualche tempo, ci si è messo anche Halloween. Che gioia!
Per fortuna quest'anno non ho dovuto inventarmi elaborate scuse, incredibili impegni precedenti, o panzane fantasmagoriche, per evitare di conciarmi da battona fattucchiera, ma ho potuto rispondere, a chiunque m'invitasse ai party del 31, con un semplice e veritiero: "C'ho da fare, venerdì c'è lo spettacolo di Nat"
Nat è Nathalie Bernardi. Lo spettacolo era l'Edipo Re-quiem. E lo spazio dedicato su Humans all'evento è questo qui.
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Per questa volta vi risparmio l'introduzione trucco-parrucco-ricerca parcheggio-esaurimento nervoso, ma mi limito a un criptico messaggio in codice: gnocca gioiosa e felicemente posteggiata. Ecco.
Foto di Antonio Sandro Crisà |
Sul palco cinque ottimi interpreti hanno vestito i panni di Antigone, la Sfinge, Edipo, Polinice e Creonte. E hanno dato vita a una storia fatta di dolore, maledizioni, amore non corrisposto, violenza, incesto, pedofilia e sopraffazione.
Dall'antica Grecia ci si è spostati, per l'occasione, in un ospedale psichiatrico. E i protagonisti sono diventati pazienti disturbati, inventori o vittime delle più atroci trame.
Uno spettacolo dai toni cupi che si è sposato perfettamente con la notte dei mostri e delle streghe, delle paure e degli incubi. Una rappresentazione studiata e strutturata proprio in funzione della data che ne ha visto la prima. E, forse per questo motivo, fin troppo splatter e aggressiva.
Un eccesso inutile data l'intensità del testo e la formidabile bravura degli attori in scena. Nathalie Bernardi è stata un Antigone drammatica e seduttiva. Francesca Puopolo una Sfinge carismatica ma schiava. Alessio Rossone un Polinice perverso e appassionato. Claudio Sportelli un Creonte crudele e meschino. E, il giovanissimo Luca Leone, un Edipo convincente che è riuscito a reggere il confronto con attori di talento e grande esperienza.
Un bel lavoro che, però, ha bisogno di essere alleggerito di inutili effetti sorpresa, atti a coinvolgere fino al turbamento il pubblico. Scopo per cui basta, quando c'è, la bravura di chi calca le scene. E in questo caso di bravura ce n'è stata molta. Moltissima.
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