Fate scorta di generi di conforto, cercate un posto sicuro, tenetevi stretti i vostri cari, è ora di cominciare a prepararsi seriamente: la fine del mondo, come lo abbiamo sempre conosciuto, è ormai alle porte.
Già i Maya ci avevano avvertito con largo anticipo e secondo me si erano persino tenuti larghi. Altro che 21 dicembre 2012! Qua finiamo tutti a gambe all'aria molto ma molto prima.
E' inutile che facciate scongiuri vari. I segnali sono inequivocabili. Rassegnatevi all'evidenza.
E se non sarà proprio tutto il pianeta a venire stravolto, sicuramente lo sarà la nostra penisola, il nostro elegante stivale-tacco12.
Non ci credete? Fate male! E ora vado a dimostrarvelo.
La mia tesi verte su tre prove, tre segnali, tre indicazioni che, ne converrete presto con me, non danno adito a dubbi.
1)Dopo millemilioni di anni di pigrizia, nullafacenza e ignavia, dopo che le mie articolazioni si erano fatte rigide come quelle di un novantenne e rumorose come i cingoli di un carro armato, io me medesima, Jane Pancrazia Cole, mi sono rimessa a fare sport. Da qualche tempo mi dedico all' acquagym.
E se è pur vero che questa attività sta solo un gradino sopra alla ginnastica della terza età, comunque sta di fatto che la qui presente blogger, la nemesi di qualsiasi tipo di attività sportiva, la donna con gli addominali di burro e le anche di marmo, due volte a settimana indossa il costumino schiaccia ciccia, calza la cuffia da Ester Williams e si dedica anima e corpo alla propria forma fisica.
Per ora la somiglianza con una balena spiaggiata è ancora evidente ma Pancraziuccia vostra si sta facendo di settimana in settimana più sciolta ed aggraziata.
Iniziate a fare scorta di acqua minerale. Datemi retta!
2)La seconda prova la potete verificare voi stessi entrando in una qualsivoglia libreria, giornalaio, supermercato o straccivendolo. L'augusto principe Emanuele Filiberto di Savoia, il testimonial dei cetriolini sottaceto, il quasi vincitore di Sanremo, l'uomo di fronte al quale tutti ci sentiamo improvvisamente più intelligenti, si è dedicato alla letteratura.
Ebbene sì, Fili ha scritto un libro. In realtà egli si era già cimentato in una autobiografia un paio di anni or sono, ma adesso ha fatto di più, molto di più. Le sue nobili manine hanno prodotto un ispirato romanzo dal Mocciano titolo "Mi fai stare bene".
Ripetete tutti con me: "Se ne sentiva proprio il bisogno!"
Riempite la cantina di scatolette di tonno. Ascoltatemi prima che sia troppo tardi!
3)Siete pronti per sentire l'ultima aberrazione? La definitiva dimostrazione che ormai siamo agli sgoccioli e che il nostro povero paesello affonderà nel Mediterraneo con un sonoro PLOP?
Sedetevi, che è meglio, non vorrei avere sulla coscienza i vostri traumi cranici.
I tedeschi hanno iniziato a venderci le scarpe.
Il popolo famoso per i sandali coi calzini, il paese del cattivo gusto e del sintetico elevati a forma d'arte, la nazione riconosciuta a livello mondiale come la peggio vestita, che pure inglesi ed americani al confronto sono dei damerini, ha deciso d'invaderci con le sue scarpe lowcost.
Gioiellini di eleganza e ricercatezza nei materiali. Modelli che vanno dalla cubista coi calli alla vecchietta con l'alluce valgo, passando per la teenager tamarra crucca, il tutto prodotto in raffinata plasticaccia.(*)
Ormai non c'è più rispetto per niente. Sono saltate tutte le regole. E' giunta la fine.
Non avete ancora preso il latte in polvere? Che state aspettando?
Si salvi chi può!
(*)Mi rifiuto di mettervi il link, anche perché i germanici sono permalosi assai, ma sappiate che sto parlando di quella ditta che da mesi ci martella di spot televisivi. Le scarpe che iniziano con deich e finiscono con mann.
Ovvove!
Già i Maya ci avevano avvertito con largo anticipo e secondo me si erano persino tenuti larghi. Altro che 21 dicembre 2012! Qua finiamo tutti a gambe all'aria molto ma molto prima.
E' inutile che facciate scongiuri vari. I segnali sono inequivocabili. Rassegnatevi all'evidenza.
E se non sarà proprio tutto il pianeta a venire stravolto, sicuramente lo sarà la nostra penisola, il nostro elegante stivale-tacco12.
Non ci credete? Fate male! E ora vado a dimostrarvelo.
La mia tesi verte su tre prove, tre segnali, tre indicazioni che, ne converrete presto con me, non danno adito a dubbi.
1)Dopo millemilioni di anni di pigrizia, nullafacenza e ignavia, dopo che le mie articolazioni si erano fatte rigide come quelle di un novantenne e rumorose come i cingoli di un carro armato, io me medesima, Jane Pancrazia Cole, mi sono rimessa a fare sport. Da qualche tempo mi dedico all' acquagym.
E se è pur vero che questa attività sta solo un gradino sopra alla ginnastica della terza età, comunque sta di fatto che la qui presente blogger, la nemesi di qualsiasi tipo di attività sportiva, la donna con gli addominali di burro e le anche di marmo, due volte a settimana indossa il costumino schiaccia ciccia, calza la cuffia da Ester Williams e si dedica anima e corpo alla propria forma fisica.
Per ora la somiglianza con una balena spiaggiata è ancora evidente ma Pancraziuccia vostra si sta facendo di settimana in settimana più sciolta ed aggraziata.
Iniziate a fare scorta di acqua minerale. Datemi retta!
2)La seconda prova la potete verificare voi stessi entrando in una qualsivoglia libreria, giornalaio, supermercato o straccivendolo. L'augusto principe Emanuele Filiberto di Savoia, il testimonial dei cetriolini sottaceto, il quasi vincitore di Sanremo, l'uomo di fronte al quale tutti ci sentiamo improvvisamente più intelligenti, si è dedicato alla letteratura.
Ebbene sì, Fili ha scritto un libro. In realtà egli si era già cimentato in una autobiografia un paio di anni or sono, ma adesso ha fatto di più, molto di più. Le sue nobili manine hanno prodotto un ispirato romanzo dal Mocciano titolo "Mi fai stare bene".
Ripetete tutti con me: "Se ne sentiva proprio il bisogno!"
Riempite la cantina di scatolette di tonno. Ascoltatemi prima che sia troppo tardi!
3)Siete pronti per sentire l'ultima aberrazione? La definitiva dimostrazione che ormai siamo agli sgoccioli e che il nostro povero paesello affonderà nel Mediterraneo con un sonoro PLOP?
Sedetevi, che è meglio, non vorrei avere sulla coscienza i vostri traumi cranici.
I tedeschi hanno iniziato a venderci le scarpe.
Il popolo famoso per i sandali coi calzini, il paese del cattivo gusto e del sintetico elevati a forma d'arte, la nazione riconosciuta a livello mondiale come la peggio vestita, che pure inglesi ed americani al confronto sono dei damerini, ha deciso d'invaderci con le sue scarpe lowcost.
Gioiellini di eleganza e ricercatezza nei materiali. Modelli che vanno dalla cubista coi calli alla vecchietta con l'alluce valgo, passando per la teenager tamarra crucca, il tutto prodotto in raffinata plasticaccia.(*)
Ormai non c'è più rispetto per niente. Sono saltate tutte le regole. E' giunta la fine.
Non avete ancora preso il latte in polvere? Che state aspettando?
Si salvi chi può!
(*)Mi rifiuto di mettervi il link, anche perché i germanici sono permalosi assai, ma sappiate che sto parlando di quella ditta che da mesi ci martella di spot televisivi. Le scarpe che iniziano con deich e finiscono con mann.
Ovvove!
Ho saputo dell'iniziativa solo questo pomeriggio e quindi rispondo all'appello quasi allo scadere del tempo.
Oggi, 12 aprile 2011, su molti blog e social network si parla della scuola italiana. Ognuno porta la propria opinione ed esperienza.
Io non ho figli, non ancora almeno, ma se un giorno ne avrò spero che frequentino una scuola come quella che ho frequentato io.
Nella mia classe delle elementari eravamo solo in 15.
15 bambini ognuno diverso dall'altro. C'era il ragazzino con gli occhi verdi che mi faceva battere forte forte il cuore e che ogni tanto se ne arrivava in aula senza calze o col maglione scucito. Ma c'era anche la mia compagna di banco, una bambolina bionda, tutta volant e fiocchetti rosa, con un guardaroba da principessa.
Eravamo tutti uguali ma tutti diversi. Vedevamo le differenze, eravamo piccoli mica stupidi, ma per noi non avevano importanza. E lo stesso valeva per la maestra ed i nostri genitori.
Ad ogni festa di compleanno venivano invitati tutti ed ogni gita veniva scelta in modo che tutti potessero parteciparvi.
O tutti o nessuno.
La mia era un'orgogliosa scuola pubblica dove non ci mancava mai niente. C'erano i gessetti e la carta igienica, non ce li dovevamo portare da casa o autotassarci. E per le grandi occasioni il bidello Aldo tirava fuori dallo stanzino delle meraviglie un televisore, un videoregistratore, uno stereo e persino un proiettore di diapositive. Certo, quest'ultimo s'incastrava spesso. Ma quale proiettore non lo fa? E' nella natura stessa dei proiettori, no? Una botta qua, un colpetto là, l'immagine al rovescio, gira, riprova, ecco ora funziona.
Sarò naif oppure è il (tanto) tempo passato a rendere i ricordi troppo romantici, ma a noi queste cose bastavano, le lezioni non erano mai noiose ed in cinque anni ho imparato moltissimo ed ho partecipato ad attività che ancora ricordo con piacere.
La maestra Egle c'insegnò la storia, l'italiano, la geografia e la matematica. Ci fece fare l'Iliade a fumetti ed un fotoromanzo dei Promessi sposi. Un'ora alla settimana poi venivamo divisi in gruppi e seguivamo i laboratori d'inglese, scienze e teatro. Io ricordo soprattutto la maestra Bruna che mi regalò l'emozione del ruolo di Colombina e la maestra Anna che ripeteva sempre quanto le mie fossero "domande molto intelligenti", facendomi diventare rossa dall'imbarazzo e la contentezza.
Io sono stata fortunata. Ho avuto il privilegio d'incontrare molte insegnanti piene di passione ed iniziativa. Ma sono sicura che il corpo docente attuale sia ancora ricco di soggetti di questo tipo. Persone che amano il proprio lavoro e che, se messe nelle condizioni adeguate, possono davvero fare la differenza e lasciare ricordi indelebili e doni preziosi agli adulti di domani.
In terza elementare arrivò Fabio, un compagno nuovo con una famiglia complicata alle spalle, un carattere aggressivo e molta difficoltà nel leggere. E con lui arrivò anche Carla, la sua maestra di sostegno. Vorrei che i miei figli, anzi vorrei che i figli di tutti, potessero avere la fortuna d'incontrare un Fabio sulla loro strada e che tutti i Fabio d'Italia potessero esercitare il diritto di essere guidati dalla loro maestra Carla.
Lui imparò a far parte di un gruppo, a smussare i propri spigoli ed anche a leggere. A noi venne insegnato che fermarsi ad aspettare qualcuno non è mai una perdita di tempo e che si può essere tanto orgogliosi anche per le conquiste di qualcun altro.
La mia scuola elementare era (ed è ancora) intitolata a Martin Luther King ed un indimenticabile mattina la maestra Egle ci fece uscire dal portone tutti in fila per leggere la targa: "Sapete chi era questo signore?" ci chiese e poi ci raccontò la sua vita, i suoi ideali ed il suo sacrificio. Il mio petto si riempì d'orgoglio: quel signore era stato forte, coraggioso e giusto, e anche noi eravamo un po' speciali a cominciare il nostro percorso sotto il suo nome.
E' così che vorrei la scuola italiana di adesso. Esattamente come quella che ho fatto io.
Il link dell'iniziativa su facebook.
Hanno detto la loro anche: Lumaca a 1000, Panzallaria, Mammamsterdam e tanti altri.
Oggi, 12 aprile 2011, su molti blog e social network si parla della scuola italiana. Ognuno porta la propria opinione ed esperienza.
Io non ho figli, non ancora almeno, ma se un giorno ne avrò spero che frequentino una scuola come quella che ho frequentato io.
Nella mia classe delle elementari eravamo solo in 15.
15 bambini ognuno diverso dall'altro. C'era il ragazzino con gli occhi verdi che mi faceva battere forte forte il cuore e che ogni tanto se ne arrivava in aula senza calze o col maglione scucito. Ma c'era anche la mia compagna di banco, una bambolina bionda, tutta volant e fiocchetti rosa, con un guardaroba da principessa.
Eravamo tutti uguali ma tutti diversi. Vedevamo le differenze, eravamo piccoli mica stupidi, ma per noi non avevano importanza. E lo stesso valeva per la maestra ed i nostri genitori.
Ad ogni festa di compleanno venivano invitati tutti ed ogni gita veniva scelta in modo che tutti potessero parteciparvi.
O tutti o nessuno.
La mia era un'orgogliosa scuola pubblica dove non ci mancava mai niente. C'erano i gessetti e la carta igienica, non ce li dovevamo portare da casa o autotassarci. E per le grandi occasioni il bidello Aldo tirava fuori dallo stanzino delle meraviglie un televisore, un videoregistratore, uno stereo e persino un proiettore di diapositive. Certo, quest'ultimo s'incastrava spesso. Ma quale proiettore non lo fa? E' nella natura stessa dei proiettori, no? Una botta qua, un colpetto là, l'immagine al rovescio, gira, riprova, ecco ora funziona.
Sarò naif oppure è il (tanto) tempo passato a rendere i ricordi troppo romantici, ma a noi queste cose bastavano, le lezioni non erano mai noiose ed in cinque anni ho imparato moltissimo ed ho partecipato ad attività che ancora ricordo con piacere.
La maestra Egle c'insegnò la storia, l'italiano, la geografia e la matematica. Ci fece fare l'Iliade a fumetti ed un fotoromanzo dei Promessi sposi. Un'ora alla settimana poi venivamo divisi in gruppi e seguivamo i laboratori d'inglese, scienze e teatro. Io ricordo soprattutto la maestra Bruna che mi regalò l'emozione del ruolo di Colombina e la maestra Anna che ripeteva sempre quanto le mie fossero "domande molto intelligenti", facendomi diventare rossa dall'imbarazzo e la contentezza.
Io sono stata fortunata. Ho avuto il privilegio d'incontrare molte insegnanti piene di passione ed iniziativa. Ma sono sicura che il corpo docente attuale sia ancora ricco di soggetti di questo tipo. Persone che amano il proprio lavoro e che, se messe nelle condizioni adeguate, possono davvero fare la differenza e lasciare ricordi indelebili e doni preziosi agli adulti di domani.
In terza elementare arrivò Fabio, un compagno nuovo con una famiglia complicata alle spalle, un carattere aggressivo e molta difficoltà nel leggere. E con lui arrivò anche Carla, la sua maestra di sostegno. Vorrei che i miei figli, anzi vorrei che i figli di tutti, potessero avere la fortuna d'incontrare un Fabio sulla loro strada e che tutti i Fabio d'Italia potessero esercitare il diritto di essere guidati dalla loro maestra Carla.
Lui imparò a far parte di un gruppo, a smussare i propri spigoli ed anche a leggere. A noi venne insegnato che fermarsi ad aspettare qualcuno non è mai una perdita di tempo e che si può essere tanto orgogliosi anche per le conquiste di qualcun altro.
La mia scuola elementare era (ed è ancora) intitolata a Martin Luther King ed un indimenticabile mattina la maestra Egle ci fece uscire dal portone tutti in fila per leggere la targa: "Sapete chi era questo signore?" ci chiese e poi ci raccontò la sua vita, i suoi ideali ed il suo sacrificio. Il mio petto si riempì d'orgoglio: quel signore era stato forte, coraggioso e giusto, e anche noi eravamo un po' speciali a cominciare il nostro percorso sotto il suo nome.
E' così che vorrei la scuola italiana di adesso. Esattamente come quella che ho fatto io.
Il link dell'iniziativa su facebook.
Hanno detto la loro anche: Lumaca a 1000, Panzallaria, Mammamsterdam e tanti altri.
L'11 marzo scorso in Giappone si è verificato un terremoto terribile, seguito da uno Tsunami devastante.
Questo lo sapete tutti.
In seguito al sisma più di una centrale nucleare ha riportato danni importanti.
Sicuramente sapete anche questo.
Non avevo ancora trattato la recente catastrofe perché, dal punto di vista dell'informazione, non avevo niente di originale o esclusivo da offrirvi e, dal punto di vista umano, ero in silenziosa e scaramantica attesa di una buona notizia da condividere.
Una calamità di tale portata è difficile da immaginare, il numero di morti e dispersi può sopraffare. E così, credo che faccia parte della natura umana distogliere lo sguardo dal disastro nella sua interezza e concentrarsi sul particolare.
Con la testa ed il cuore si può cercare di essere vicini ad un popolo, ma è sempre una vicinanza artefatta e quasi irreale. Loro poi sono così lontani. Noi siamo qua e loro là, dall'altra parte del mondo.
Istintivamente il pensiero si allontana dal popolo nipponico nella sua globalità, fatta di volti sfocati e stranieri, e si focalizza su visi e luoghi a noi familiari. Nelle ultime due settimane cittadini di tutto il mondo hanno cercato di rintracciare amici e parenti che si trovavano nel paese dei ciliegi. Hanno chiesto notizie e rassicurazioni.
Io, ad esempio, mi sono immediatamente attivata per contattare lui: Fumiki. Il mio compagno di Erasmus. L'uomo che confezionò per me meravigliosi origami che ancora conservo gelosamente. Il pazzo che a colazione mangiava carbonara fredda. Il samurai che si sobbarcò il mio trasloco senza bisogno che glielo chiedessi e senza possibilità alcuna che potessi rifiutare il suo aiuto.
Anche se non avevo sue notizie da anni, l' ho cercato prima sul vecchio indirizzo e poi ho setacciato la rete in cerca di un suo nuovo recapito.
Ho spedito due email ed ho atteso.
Non lo sentivo da tantissimo tempo, non lo vedevo da un'eternità, ma volevo saperlo al sicuro con le sue stramberie ed il suo sorriso timido, con la sua austerità e le sue camice improbabili, con i suoi capelli neri come l'inchiostro ed il suo cappottone color cammello.
I giorni passavano e l'ansia cresceva.
Magari non legge spesso la sua posta, mi dicevo.
Ma sta bene, deve stare bene per forza, cercavo di autoconvincermi.
Ho aspettato pazientemente.
Ho pregato anche se non credo più da tempo, ma si sa che in certi momenti uno spera di essersi sbagliato e che lassù ci sia davvero qualcuno in ascolto.
Ho ricordato i nostri discorsi su Buddha e cristianesimo, Italia e Giappone, storia e attualità. Ho pensato a quanto eravamo giovani e pieni di progetti per il futuro. E mi sono un po' commossa.
Ho continuato ad aspettare e sperare.
Anche se non dovesse rispondermi non significa mica niente, mi ripetevo, possono esserci mille buone ragioni.
Stasera, dopo quasi due settimane è arrivata finalmente l'email che tanto attendevo.
Ed ora sono felice come una bambina a Natale.
Forse il Giappone non è dall'altra parte del mondo, forse le distanze non contano, forse non importa neanche per quanto tempo non si rimanga in contatto. Molte persone entrano nella nostra vita e sono destinate a rimanerci per sempre. Molte persone distanti appartengono comunque alla stessa enorme comunità.
Fumiki non lo sa, ma anche lui fa parte della storia della famiglia Cole, altrimenti non si spiegherebbe perché Mamma, Papà, sorellaCole e Ciccio stasera abbiano gioito per lui e perché io ora stia condividendo questa bella notizia con tutti voi.
Poche righe dedicate al mio amico ritrovato ed alla sua famiglia, felice di saperli al sicuro.
Poche righe dedicate ad un popolo ed una terra che stanno là, dall'altra parte del mondo, dove sorge il sole ed inizia il giorno.
Ieri sera Giuliano Amato a "Che tempo che fa":
E' vero Giuliano Amato ha l'aria da sorcetto.
E' vero in passato ha fatto scelte che non condivido.
E' vero "ai tempi d'oro" stava culo e camicia con Craxi.
Ma, preso atto di tutto ciò, quant'è piacevole sentire un politico pacato che padroneggia la lingua italiana, i propri neuroni ed un senso dell'umorismo gustoso e non sguaiato?
Come si chiama questa cosa qua?
Ah sì! Quasi quasi non me la ricordavo più: Intelligenza.
"Non ha proprio senso storico pensare ad una patria padana distinta dalla patria italiana in un mondo in cui la dimensione europea sarà una dimensione troppo piccola per aver voce.
Il giorno in cui ci sarà un tavolo con il Presidente degli Stati Uniti, quello della Cina, quello del Brasile, quello dell'India, noi ci mandiamo l'Atalanta???"
E' vero Giuliano Amato ha l'aria da sorcetto.
E' vero in passato ha fatto scelte che non condivido.
E' vero "ai tempi d'oro" stava culo e camicia con Craxi.
Ma, preso atto di tutto ciò, quant'è piacevole sentire un politico pacato che padroneggia la lingua italiana, i propri neuroni ed un senso dell'umorismo gustoso e non sguaiato?
Come si chiama questa cosa qua?
Ah sì! Quasi quasi non me la ricordavo più: Intelligenza.
In onore dei 150 anni dell'unità d'Italia Pancraziuccia vostra ha una proposta fresca fresca per l'illuminato governo attuale e un giochino facile facile per voi.
E voi per chi sareste disposti a gonfiare un canotto, noleggiare un pattino o rubare una gondola pur di vederlo partire per sempre verso l'orizzonte?
No, non fate i furbi. Lui, l'illuminato, l'illustre, il diversamente alto non vale. Sarebbe troppo facile!
Caro Silvio,
fascinoso Presidente del Consiglio,
ti chiedo cortesemente di trovare un secondo per dare retta a questa povera infedele.
Nella mia stoltezza e profonda coglionaggine ho sempre votato e probabilmente sempre voterò a sinistra ma tu cerca, nella tua infinita bontà, di dedicarmi comunque un poco del tuo prezioso tempo. Cerca di farlo, anche se con la presente non ti invio una mia foto in bikini o i numeri di telefono delle mie giovani cugine appena diciottenni (no, minorenni purtroppo non ne ho).
Dato che, come dici sempre anche tu Piccolo Grande Uomo, la riforma della giustizia è l'unica vera emergenza del nostro paese, ho avuto un'idea per contribuire anch'io col mio piccolo cervellino di sinistra a questa svolta epocale. E con ciò voglio pure dimostrarti che persino noi, brutti, cattivi e divoratori di pargoli, possiamo essere propositivi.
Che ne dici, Principe dalla Chioma Fluente, d'istituire il "Confino Per Manifesta Stupidità"?
Non sarebbe magnifico poter spedire in qualche sperduto ed arido isolotto tutti coloro che si distinguono per le idiozie che le loro menti riescono a partorire, per le mostruosità che le loro boccucce riescono ad articolare, per le stronzate in cui i loro corpi riescono a spendere quantità industriali di energie?
Io stessa, per dimostrare la mia buona volontà, sono pronta ad offrirmi volontaria per costruire con le mie manine sante e gli stecchini dei ghiaccioli una zattera per Borghezio. Perché onestamente non ne posso proprio più di quel viscido faccione tondo e delle flautolenze che si ostina periodicamente a produrre.
Che dici, Imperatore dal Sorriso Sincero, me lo fai questo regalo?
In attesa di una tua risposta invio i miei più cordiali saluti a te e (già che ci sono) un abbraccio stretto stretto stretto stretto stretto a Capezzone.
Con immutata stima,
Jane Pancrazia Cole.
E voi per chi sareste disposti a gonfiare un canotto, noleggiare un pattino o rubare una gondola pur di vederlo partire per sempre verso l'orizzonte?
No, non fate i furbi. Lui, l'illuminato, l'illustre, il diversamente alto non vale. Sarebbe troppo facile!
Per scoprire Lia Celi , che pensa ciò che pensi anche tu ma riesce a scriverlo come tu non riusciresti mai. Brava!
Stasera, in occasione del giorno della memoria, l'Accademia dei Sensi ha organizzato la lettura del libro "Fratture".
Risparmiata dalla tragedia ma scottata dalle perdite, la scrittrice ebrea Irit Amiel mescola passato e presente, Polonia ed Israele, dolore e speranza.
Appuntamento alle 18.
Risparmiata dalla tragedia ma scottata dalle perdite, la scrittrice ebrea Irit Amiel mescola passato e presente, Polonia ed Israele, dolore e speranza.
Appuntamento alle 18.
"Il governo di Berlusconi dà nuovi fondi per le scuole private e cattoliche, in cambio ha un bonus per altri tre scandali e bestemmia libera fino al 2012."Corrado Guzzanti, dalla puntata di "Vieni via con me" del 22 novembre 2010.
http://www.mariarosariaserritiello.info/opere.htm |
Un posto di vicoli e scale, archi e segreti.
Un posto che ubriacava gli occhi e saziava il cuore.
Un posto dove potevi immaginare la trama di un romanzo, camminare a piedi nudi, scioglierti i capelli e sentirti bella e misteriosa.
Un posto capace di regalarti molto più di qualsiasi promessa.
Un posto che ti accoglieva da amica e ti congedava da figlia.
C'era un posto così e presto ci sarà ancora, per la sua gente e per tutto il mondo.
Perché tutto il mondo ha bisogno di Atrani.
Per saperne di più seguite il link a Donne Pensanti."Il decalogo
- Faith ha 23 anni e quattro anni fa ha ucciso un potente connazionale, per difendersi dai suoi tentativi di violenza sessuale.
- E’ stata condannata a morte nel suo paese (che non contempla per le donne l’attenuante della legittima difesa).
- E’ scappata dal paese che la vuole morta.
- Si è rifugiata a Bologna credendo di essere al sicuro.
- Hanno tentato di violentarla nuovamente.
- Ha denunciato il suo aggressore.
- E’ stata fermata dalla Questura.
- E’ stata rimpatriata nel suo paese.
- In questo momento forse è già stata impiccata."
E fatelo ora: non c'è tempo da perdere!
Martedì 22 giugno 2010.
Una famiglia qualsiasi in una casa qualsiasi a Pomigliano.
Il padre, la madre e il figlioletto seduti a tavola davanti a tre piatti fumanti.
"Papà, ma dobbiamo proprio?"
"Si, tesoro, dobbiamo. Non abbiamo altra scelta."
"Ma mi fa schifo."
"Lo so, ma se la mangiamo in fretta, trattenendo il respiro, non sentiremo il sapore e riusciremo a mandarla giù tutta!"
"Ma, papà, dobbiamo fare anche la scarpetta?"
"E no, la scarpetta no!
Ci possono costringere a mangiare la merda, ma non a farcela piacere"
Una famiglia qualsiasi in una casa qualsiasi a Pomigliano.
Il padre, la madre e il figlioletto seduti a tavola davanti a tre piatti fumanti.
"Papà, ma dobbiamo proprio?"
"Si, tesoro, dobbiamo. Non abbiamo altra scelta."
"Ma mi fa schifo."
"Lo so, ma se la mangiamo in fretta, trattenendo il respiro, non sentiremo il sapore e riusciremo a mandarla giù tutta!"
"Ma, papà, dobbiamo fare anche la scarpetta?"
"E no, la scarpetta no!
Ci possono costringere a mangiare la merda, ma non a farcela piacere"
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