Gentile Sig.ra
Jane Pancrazia Cole
via degli Sbertucciati, 1
Paese dei Fessi.
OGGETTO: sinistro n. 11335262 a polizza n. 172000
Jane P. Cole
Con riferimento al sinistro in oggetto, abbiamo preso attenta nota di quanto inviatoci e ci siamo fatti sonore e grasse risate alla facciaccia sua. Ma Lei, povera illusa, davvero credeva che le avremmo rimborsato il danno? Beata innocenza!
Noi ci siamo divertiti come dei pazzi a immaginarcela mentre correva da una parte all'altra della città per fare fotocopie, recuperare scontrini e spedirci persino una raccomandata con ricevuta di ritorno e Lei, emerita boccalona, c'è cascata con tutte le scarpe. Non ci si crede!
E pensare che sarebbe bastato avvertirla immediatamente che il danno era al disotto della franchigia ma, converrà con noi, così non sarebbe stato altrettanto divertente. Non trova?
In considerazione di quanto sopra, non ci è possibile accogliere favorevolmente la richiesta di rimborso. Ma la ringraziamo con tutto il cuore, adorabile Pancraziuccia nostra, per la gioia che la sua solerzia ha portato nei tristi stanzoni della nostra assicurazione: qua erano anni che non ci si scompisciava così!
Distinti saluti.
Mondial Assicurazione "I 40 ladroni" via dei Burloni, 9000
Paese dei Drittoni.
Sarà che il treno mi stimola sempre grandi riflessioni filosofiche, sarà che un libidinoso panino con prosciutto e formaggio può ipereccitare persino i miei neuroni sopiti, sarà che da più di dieci anni gioco a fare la splendida ragazza con la valigia, sarà che considero facebook una boiata senza eguali dall'ingiustificato successo.
Sara quel che sarà ma mentre mi scapicollavo tra un binario e l'altro in quel di Milano sono stata colpita da un fulmine, da una di quelle domande che si fanno strada nella mente e richiedono a gran voce una rapida ed esauriente risposta.
Una bruciante curiosità, uno spietato tarlo, una masturbazione mentale che voglio condividere con tutti voi, miei amatissimi e pazienti lettori.
Se il ragazzotto che ha inventato il faccialibro è diventato extrasupermegamilionario, l'omino che ha avuto l'illuminazione di mettere le ruote sotto le valigie quanti soldi avrà fatto?
Per caso ne sapete qualcosa?
Si accettano solo buone notizie e lieti fine.
Vi prego non ditemi che gli hanno rubato il brevetto, che è stato infinocchiato da qualche multinazionale, che è morto solo e in povertà.
In questo periodo ho bisogno di credere nella meritocrazia.
Fatemi sognare.
Mentite pure se è necessario.
La Nutella, insoddisfatta dall'arido cracker, si lasciò irretire dalla sfacciata Baguette e dalle sue promesse d'inesplorati sapori.
E' un periodo un po' così.
Abbiate pazienza.
Burro e marmellata si unirono senza imbarazzi in un voluttuoso letto di pane caldo.
Twitter con i suoi 140 caratteri può avere un effetto nocivo ma stimolante su chi, come me, per diletto e passione scrive racconti.
Che sia ben chiaro, non m'illudo di aver inventato un bel niente, la microletteratura, nelle sue varie declinazioni, è già molto diffusa in rete.
Questo è solo un piccolo contributo, calorico ma lieve, com'è nel mio stile.
Lo sgambettare allegramente in acqua non ha accelerato minimamente la mia lipolisi ma ha affinato il mio spirito d'osservazione. E così durante i mesi passati, immersa nella broda calda con la pressione ai minimi storici e gli occhi miopi a fessura, mi sono dedicata allo studio di una curiosa figura umana e professionale: il Maestro di Acquagym. La mia è stata un'osservazione distaccata, scientifica e quasi spietata. Perché io quando faccio sport e quindi fatica divento cattiva, anzi cattivissima.
Avete presenti i nuotatori o i tuffatori?
I muscoli scolpiti?
Le spalle larghe?
Gli occhi arrossati dal cloro?
Ecco, scordateveli.
I maestri di acquagym sono una specie a parte, costoro in acqua neanche ci entrano e sono gli orgogliosi possessori di possenti fisici da lanciatori di coriandoli. Spalle strette, addominali inesistenti, gambe storte e piedi piatti.
A questo aspetto irresistibile si accompagna spesso un carattere altrettanto amabile, essi infatti dimostrano una spocchia ed un autocompiacimento che sarebbero eccessivi persino in un campione olimpionico bello come un modello di Calvin Klein, figurarsi in questi impiegati del catasto dal gluteo iposviluppato.
Ma la cosa più interessente è che, come tutti gli insegnanti che si rispettino, anch'essi sono facilmente catalogabili in due distinte categorie: i Buoni ed i Cattivi.
Nella nostra piscina si alternavano: il mercoledì ci coccolava il PoliziottoBuono, il venerdì ci massacrava quello Cattivo.
Per il primo sei sempre "Bravissima!", anche quando pisoli facendo il morto a galla, quando stai ferma come una boa a grattarti il sedere, quando fatichi a tenere il ritmo di un gruppo di arzille ottantenni. Il suo obiettivo è probabilmente quello di continuare a stimolarti ma il risultato che ottiene è solo quello di farti nascere il fondato sospetto che ti stia prendendo per il c... (Non fatemi essere scurrile, avete capito, no? Come no? Echecazzo!)
Il PoliziottoCattivo invece è fatto di tutt'altra pasta. Egli si fa beffe della tua fatica anche quando ormai sei a un passo dall'infarto. Ride dei tuoi crampi pure se piangi come un pupetto il primo giorno di nido. Ti tratta come una cacca persino quelle poche volte che, per intercessione divina, riesci ad essere più leggiadra e coordinata di Ester Williams. L'essere spregevole probabilmente non ha alcun obiettivo particolare ma ama soltanto abusare della propria posizione di potere.
Ovviamente, non c'è bisogno che ve lo dica, il primo non se lo fila nessuna mentre il secondo va via come il pane.
Non c'è niente da fare: il tipo stronzo è un evergreen che non stanca mai.
Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu.
(Andy Warhol)
L'estate, anche se non si direbbe, si avvicina.
La prova costume è ormai dietro l'angolo.
Ed io ho finalmente concluso le lezioni di acquagym. Alleluia alleluia!
Dopo mesi di sgambettamento a mollo, di sgraziate evoluzioni acquatiche, di dimostrazioni pubbliche della mia inadeguatezza sportiva posso dire con orgoglio di non aver perso neanche un etto che sia uno. E son soddisfazioni!
Tutta la mia ciccia è rimasta saldamente ancorata a pancia e fianchi perché io, non per vantarmi, sono una donna tutto d'un pezzo e ad i miei rotoli e cuscinetti ci tengo. Guai a chi cerca di privarmene!
Mi ci sono voluti anni di sacrificio e dedizione, di carbonara e sacher torte, di cene e pranzetti con quello spacciatore di grassi e calorie che, non a caso, risponde al nome di Ciccio de Ciccis, per raggiungere l'attuale forma
sferica e non potevo certo permettere che pochi mesi di finto movimento mi facessero tornare orrendamente snella come quella gatta morta, mezza rimbambita della Sirenetta.
Volete mettere con il burroso fascino e la scaltra perfidia di Ursula? Non c'è paragone.