Radio cole
  • Home
  • Laboratorio di Scrittura via Newsletter
  • Adelina
  • Il Mio Progetto

 

Roma via Margutta

Quest'anno, per la prima volta, sono a Roma con l'auto e posso apprezzare a pieno la viabilità della capitale. Un unico, infinito, irrinunciabile senso unico. Per muoversi tra un colle e un altro si seguono gincane che a una torinese, abituata a strade perfettamente perpendicolari, paiono completamente illogiche. Anche se, onestamente, il tutto pare funzionare e l'obiettivo finale, la meta, si raggiunge con limitate difficoltà. Certo, tutto ciò nel 2021 col navigatore, perché vent'anni fa, con la cartina, ci saremmo messi a piangere in un angolo e a quest'ora starei scrivendo da lì. 

Quest'anno ho scoperto che sulla scalinata di Trinità dei monti non ci si può sedere. Magari valeva la stessa regola anche anni fa ma io in realtà ricordo dei gran bivacchi quindi, o non la facevano rispettare prima o l'hanno istituita poi, proprio per evitare i bivacchi di cui sopra. Che poi io capisco il punto di vista dei vigili che si ammazzano di noia sotto il sole urlando ogni 3x2 "non ci si può sedere sugli scalini" e quella dei romani che vorrebbero una città più vivibile e meno cannibalizzata dalla presenza dei turisti. Lo capisco ma, lo ammetto, non poter appoggiare il mio augusto deretano sulla scalinata un po' mi è dispiaciuto. E anche alla scalinata. 

Quest'anno mio marito ha proposto "Andiamo in Via margutta?" e io, senza pensarci un secondo, ho risposto "quella di Luca Barbarossa?" 
Perché, hai voglia di acido ialuronico e creme idratanti, hai voglia di diete e abbigliamento giovane, hai voglia di combattere il passare del tempo con il corpo tonico e pure lo spirito minchione, ma niente svela la vera età di una persona quanto le sue conoscenze musicali. Nel caso specifico basiche, nazional popolari e tanto "bimba cresciuta a pane e SanRemo". 
Maledizione!

Vacanze Romane 3, 4, 5.
Roma dal Vittoriano

Questa è la quarta volta che vengo a Roma. 

Era febbraio del 2000 quando, finita la sessione invernale di esami, due compagne di università ed io salimmo sul treno che di notte andava verso la capitale. Non eravamo ancora a porta Susa che una delle due tirò fuori la cartina di Roma e ci disegnò sopra due linee perpendicolari. "Ecco, ho diviso la città in 4 zone. Quattro zone per quattro giorni", disse soddisfatta, insensibile tanto ai nostri sguardi allibiti quanto alla grandezza della città. 

Alla fine dei 4 giorni, sul treno di ritorno, eravamo più morte che vive e anche la nostra amicizia, a dire il vero, non stava benissimo. 

Più o meno tre anni dopo ci tornai con FidanzatoTedesco. Era l'inizio di agosto e a spasso sul Palatino sotto il sole cocente vidi la Madonna, o almeno così mi parve. Per salvare i miei pochi neuroni non ancora stracotti mi comprai un adorabile cappellino bianco. Da pescatore. 
Ero così caruccia e all'ultima moda che FidanzatoTedesco iniziò a camminarmi due metri dietro. "Io non konosko te", diceva. Avete letto bene: un tedesco coi sandali criticava il mio di look, frutto di una scelta di sopravvivenza. E, infatti, è da mo' che è diventato ExFidanzatoTedesco. 

Una decina di anni dopo andai a godermi semifinali e finali di tennis al Foro Italico. Non ebbi nessuna apparizione mariana ma, in compenso, una ispanica. Vidi Nadal sulla terra rossa. Un alieno. Un banale essere umano non poteva giocare così. 

Quest'anno sono tornata con mio marito. Non facevamo una vera vacanza come piace a noi dai tempi del viaggio di nozze, nel 2019. A distanza di due anni io sono carica a pallettoni, immune al caldo e ai km. Marito ansima e ripete "Eravamo più giovani allora". 
"Sono passati solo due anni" 
"Sì ma gli anni di pandemia valgono come quelli dei cani".

Vacanze Romane 2, 3, 4, 5.




... anche il Pancarré.

A tal proposito, tempo fa, ho pubblicato un racconto sul quotidiano online TorinOggi. Realtà con cui collaboro felicemente da qualche anno.

Le prime righe ve le propongo qua, le altre dovrete leggerle sul sito ufficiale.

Buona lettura!

L'invenzione del Pancarré. Una storia raccontata da un punto di vista insolito

La folla urla e insulta. Il malcapitato ha le gambe che gli tremano. Cercherò di essere più rapido possibile, nessuno dovrebbe salutare questa terra nel terrore.

Non amo il mio lavoro ma mi permette di vivere bene. E poi qualcuno deve pur farlo.

La gente insulta ladri e assassini quando sono al patibolo ma poi quando tutto passa, la testa cade e si torna per le strade, quello ad essere insultato sono io. Il boia.

Le mie mani sono sporche di sangue, non lo nego. Ma lo sono anche quelle del giudice e soprattutto quelle della folla assetata del dolore altrui che, alla faccia di ciò che ci ha lasciato detto nostro signore Gesù Cristo, di “prime pietre” ne scaglia un bel po'.

Ogni volta che c'è un'esecuzione la piazza è così piena che, tra una spalla e l'altra, non riuscirebbe a cadere a terra neanche una capocchia di spillo. Stanno tutti là ad abbeverarsi del sangue colpevole del condannato. Senza carità cristiana. Senza perdono nel cuore. Senza vergogna negli occhi.

Loro urlano, incitano, maledicono. Ma poi sono io quello che viene segnato per strada, evitato come se infetto, insultato come se colpevole. Ma colpevole di cosa? Io per le anime e i corpi dei condannati la mostro un po' di pietà. Sono rapido e preciso. Mi pagano bene ma il mio lavoro non potrei farlo meglio.

Continua...


L'edizione primaverile di questa rubrica è tutta dedicata a cose da vedere. In tv oppure online.

Tre suggerimenti tre, da Pancrazia a voi.

1) Calls.
Cos'è? Una serie stranissima franco americana. La trovate su Apple TV. Episodi brevi, da 20 minuti circa. Telefonate tra amici, parenti, amanti. Trame un po' alla "The Twilight Zone" (Ai confini della realtà). Il tutto ascoltando solo la voce degli attori. Avete letto bene, nessuna immagine, nessun volto, solo le "calls" appunto. Tutta scrittura. Tutto dialoghi. Un audiolibro, praticamente. 
Soprattutto i primi due episodi sono potentissimi.
Stra consigliato!

2) Raised by Wolves.
Ridley Scott dà vita a una serie di fantascienza che si ispira a grafica ed immaginario anni '70 (e forse pure un po' '60). Terra inospitale, umanità quasi estinta, androidi e paesaggi aridi. Notevole nei temi e nella scelta stilistica. La trovate su Sky.
Per intenditori.

3) Lezioni di Teatro in Cucina.
Lasciamo la tv per il web. Le grandi produzioni per una piccola realtà, quella di Giulia Berto, attrice che insegna il teatro online direttamente dalla sua cucina. O meglio, lei insegna in DAD, però ogni tanto pubblica anche per noi studenti fuori corso qualche pillola interessantissimma. 
Vi lascio qualche esempio:
https://www.facebook.com/giulia.berto.58/videos/10157200317427218
https://www.facebook.com/giulia.berto.58/videos/10157989726717218
https://www.facebook.com/giulia.berto.58/videos/10158197860432218
Chicca per curiosi.

Per questo mese ho finito ma vi ricordo come sempre che, se avete qualcosa da segnalarmi, non dovete fare i timidi: scrivetelo nei commenti o via email a janecole@live.it.

Buon lunedì e a presto!

Pedro la vide per la prima volta nel refettorio. 
La luce che proveniva dai finestroni alle sue spalle la faceva sembrare un angelo. Un bellissimo angelo nobile e fiero. 

Lei aveva grandi occhi neri con ciglia di seta, piccole labbra rosa perfettamente disegnate e un cipiglio da generalessa. Lui rimase stregato e, dalla sorpresa di trovarsi al cospetto di un essere tanto perfetto, aprì la bocca e il pollice umido gli scivolò via schioccando come il tappo di un fiasco di vino. 

Quel giorno Pedro divenne un uomo. Perché solo gli uomini conoscono il vero amore e la cieca devozione. Aveva appena compiuto cinque anni. 

In realtà nessuno all’Istituto della Maria delle Grazie di Rio de Janeiro era immune al fascino di Aninha. Tutti i ragazzini la seguivano da vicino o veneravano da lontano. Spinti dalla passione amorosa i maschi e dal desiderio di emulazione le femmine. Persino le suore, che pur ne conoscevano l’allergia alle regole e la propensione alla ribellione, ne ammiravano l’animo appassionato. Alcune di loro, addirittura, sognavano per lei un futuro da Madre Badessa. Sognavano di riuscire a convogliare tutta quell’energia verso la fede, verso il Signore e soprattutto verso una strepitosa carriera ecclesiastica che avrebbe portato grande lustro a tutta la scuola. 
Una creatura così era destinata a fare cose grandi ma nessuno di loro, tranne Pedro, aveva intuito appieno quanto grandi potessero essere. 

Aninha aveva sette anni ed era a capo di un gruppo di fedelissimi, con i capelli a scodella e le ginocchia sbucciate, che rispondevano ai suoi ordini con cieca obbedienza e religiosa sollecitudine. Ogni giorno si cimentavano in nuove e perigliose avventure. Ma ciò che amavano di più era sfidare le autorità, con particolare accanimento verso il cuoco, “O Porco”, che li affamava facendo la cresta sulla spesa e riempiendo la zuppa di carne guasta, e Don José, “O Porco Grande”, il frate confessore che non li perdonava mai e, fra una penitenza e un’Ave Maria, li condannava sempre tutti all’inferno. 
Aninha non sopportava certe prepotenze e, tra dispetti e atti dimostrativi, combatteva la sua battaglia che era la battaglia di tutti.  Lei era una figlia del popolo col portamento da Regina. Una Regina guerriera. 

Pedro, al contrario, non era dotato di carisma e neanche di particolare coraggio. Le sue caratteristiche principali erano i pidocchi abbarbicati tra i ricci, la candela al naso, e un cuore grande e pieno d’amore puro. 

Lui guardava la sua Imperatrice da lontano, ammirandone la fiera bellezza e l’animo indomito, la schiena dritta e la parlantina incessante. Sognava di poter diventare il suo cavaliere. Il suo fedele scudiero. Il suo braccio destro. Tutto sommato si sarebbe persino accontentato di prendere il posto di Claudio. Quel ciccione, borioso lacchè che Aninha tollerava solo perché la sua altezza sopra la media e il fisico da giovane toro erano armi necessarie alla lotta. 

Pedro sognava ma non si faceva illusioni, sapeva che, agli occhi di lei, non sarebbe mai stato nient’altro che uno dei tanti piccoli orfani. Uno della folta massa di ragazzetti di scarto, che tra le quattro mura del collegio non ci stavano solo per studiare come lei, ma ci rimanevano perché non avevano nessun altro posto dove andare. Senza famiglia. Senza casa. Senza futuro. 
Pedro era rassegnato a essere uno qualunque, distinguibile dagli altri solo per lo straccetto che portava sempre in mano. Uno straccetto vecchio e puzzolente ma che per lui profumava di mare, sole e mamma. 

Una notte senza luna Aninha e i suoi compagni scivolarono furtivi fuori dai propri letti, attraversarono silenziosi i corridoi dai soffitti alti e i finestroni immensi, e raggiunsero il quadro della grande Dama. Una tela che a loro pareva enorme e terribile. Il ritratto della moglie del Senhor Pablo Soldon che un secolo prima, all’inizio del ’700, aveva speso parte del proprio immenso patrimonio per fondare l’Istituto, per dare una casa e una scuola ai piccoli orfani e ai figli delle famiglie più semplici e povere della città. 
In questo modo aveva regalato speranza e futuro a tanti, e soprattutto aveva dato una casa a tutti i bastardelli che egli stesso aveva seminato in giro. Aveva così cercato di pagarsi con moneta sonante il perdono dei propri peccati e un posto in Paradiso. 

La Dama guardava severa dall’alto, ornata di gioielli e belletto, con il naso lungo lungo e le sopracciglia folte e nere come ali di corvo. Tutti i bambini della casa erano terrorizzati dal suo sguardo severo e passavano di corsa sotto il quadro senza neanche avere il coraggio di alzare la testa. Le suore invece si fermavano sempre a fare un inchino, il segno della croce e pregare come davanti a una santa. 

Aninha aveva progettato a lungo l’impresa. Lo sfregio. La liberazione dal giogo della tiranna che con i suoi occhi maligni regnava incontrastata su tutti loro e sui loro incubi. 

Pedro aveva sentito i sussurri, aveva visto le ombre e aveva riconosciuto l’inconfondibile profumo di biscotti, zucchero e terra bagnata dell’amata. Stretto tra le mani il suo straccetto per farsi coraggio, si era incamminato a piedi nudi lungo il corridoio, seguendo silenzioso e invisibile il gruppo dei grandi. Quando furono tutti davanti al quadro si fece strada tra gli altri fino a raggiungere la prima fila, proprio nel momento in cui la condottiera stava sussurrando con voce ferma: “La nostra è una lotta per la libertà. Un piccolo passo sulla strada verso un mondo più giusto”. Tutte le teste a scodella annuirono e anche la capoccia ricciuta di Pedro le imitò. “Chi di noi lo farà?”, chiese Claudio. La Regina si guardò in giro. 

Ognuno di loro cercava di darsi il giusto contegno. Chi si sistemava i capelli, chi tirava su col naso, chi si grattava furtivamente il sedere. Chi, come Pedro, tratteneva il respiro e si teneva sulle punte dei piedi, cercando di sembrare un poco più alto. 

“Lo farà lui”, disse Aninha seria, allungando il pugno chiuso verso Pedro. I loro occhi s’incrociarono, i ginocchi di lui tremarono, e la mano di lei si aprì a mostrare un pezzetto di carbone. Lui ricevette grato il dono della propria ragion d’essere. Poi, ripresosi dall’emozione, si chiese con orgoglio quale fosse il grande compito che gli era stato affidato. Quale fosse l’impresa che finalmente l’avrebbe messo in luce e gli avrebbe dato la possibilità di dimostrare la propria devozione. Cercando una risposta guardò il pezzo di carbone e poi guardò Aninha. Guardò Aninha e poi guardò gli altri ragazzi. Guardò gli altri ragazzi e poi riguardò il carbone. 

“Devi disegnare i baffi alla Dama”, lo informò Claudio. 
Pedro si stupì, ebbe un attimo d’esitazione ma poi guardò di nuovo Aninha. Lei gli fece un semplice cenno del capo e il giovane cuore della testa ricciuta divenne ancora più grande e colmo d’amore. Fu in quell’istante che l’orfano con la pezzetta capì che sarebbe stato schiavo del suo sentimento per sempre. Si rassegnò al proprio destino e non se ne dispiacque. Decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua amata, anche sfregiare il viso della Dama, anche condannarsi alla dannazione eterna, anche assicurarsi l’esilio perenne. Lui sapeva benissimo che un’azione così non sarebbe mai passata impunita e che le suore avrebbero indagato, annusato, domandato fino a trovare la verità. 

Pedro salì sulle spalle di Claudio e allungò la mano armata di carbone con la consapevolezza di segnare così la propria condanna. Del resto era sempre stato un bambino sfortunato, nei suoi lunghi cinque anni di vita aveva collezionato una serie di disgrazie e patimenti che neanche Gesù Cristo in croce. Il piccolo martire sapeva che non sarebbe riuscito a farla franca ma s’immolò comunque felice sull’altare del proprio amore non corrisposto. Appoggiò il carbone sulla tela. Prima un ricciolo a destra. Poi un ricciolo a sinistra. La Dama divenne in un secondo la Dama Baffuta. E tutti coloro che assistettero alla metamorfosi giurarono che la donna ne aveva guadagnato molto in bellezza e simpatia. 

Pedro aveva appena rimesso i piedi a terra quando, dal fondo del corridoio, apparve una flebile luce: “Chi è là? Cosa state facendo?” 
E decine di piccole ombre nella notte ritornarono nei loro letti veloci come ne erano uscite. 

Quando le suore si riunirono sotto la tela della Dama non trovarono niente e nessuno. Niente tranne una pezzetta lurida. La pezzetta di uno dei piccoli. La pezzetta di quel sorcetto coi capelli crespi e l’aria spaurita. La pezzetta che la madre, una ragazza sciocca e leggera al servizio di una famiglia di ricchi e boriosi mercanti di città, gli aveva lasciato nella cesta come unico regalo. 

Le suore sorrisero compiaciute. Avevano trovato il loro colpevole. 

Pedro venne trascinato di peso fuori dal letto e la notte stessa spedito alla Casa di Frate Eustacchio dai Piedi Puzzolenti, l’Animo Pesante e il Sedere Tonante. Istituto dall’oscura reputazione dove venivano rinchiusi i ragazzi difficili, i casi irrecuperabili o semplicemente i bimbetti molto sfortunati. 

La mattina seguente, quando Aninha e gli altri si svegliarono, trovarono la Dama nuovamente privata dei baffi che tanto le donavano. Pochi di loro si accorsero che insieme alle appendici pelose era scomparso anche il loro giovane autore. Nessuno se ne preoccupò. 

***

Undici anni dopo, al Porto Vecchio si stava radunando un folto gruppo di giovani pronti a seguire il più grande eroe delle Americhe. L’uomo dal pelo fulvo e il naso dritto. Lo straniero che voleva salvare il popolo brasiliano dal giogo imperiale. 

I ragazzi, provenienti dalle città e dalle campagne, aspettavano ore in fila per farsi esaminare, scegliere, e poter infine entrare a far parte del gruppo dei combattenti rivoluzionari. Uno alla volta si presentavano davanti a quello sguardo acuto che sembrava sempre puntare verso l’infinito. Loro si proponevano speranzosi e l’Eroe decideva se fossero degni della lotta, e quale sarebbe stato il loro compito. 

Accanto a Colui che arrivava dall’altra parte dell’Oceano c’era sempre una donna. La sua donna. Un bellissimo angelo. Una figlia del popolo nobile e fiera, dai grandi occhi neri con ciglia di seta, piccole labbra rosa perfettamente disegnate e un cipiglio da generalessa. 

Quando fu il suo turno Pedro si fece avanti, mise il petto in fuori e spostò il peso sulle punte dei piedi per sembrare almeno un poco più alto. Era rimasto piccolo e magro, il cuore gli si era indurito come succede a tutti diventando adulti, ma la devozione verso la sua Imperatrice non era stata scalfita. Era andato alla ricerca dell’Italiano coraggioso con l’unico scopo di mettersi nuovamente al servizio dell’amata Aninha, che ora tutti chiamavano Anita. Forse questa volta sarebbe riuscito finalmente a non essere più uno dei tanti, a farsi ricordare e apprezzare da lei. 

“Sei un poco gracilino”, disse il senhor Garibaldi guardandolo dubbioso. 
“Sono piccolo ma resistente”, rispose lui, tendendo il più possibile il collo verso l’alto per guadagnare ancora qualche centimetro. 

Gli occhi profondi del più anziano fissarono severi quelli del giovane, cercando di comprendere se sarebbe stato davvero in grado di combattere. Gli occhi del più giovane non si abbassarono ma restarono seri e fieri. Nel bel mezzo di questo scontro di volontà Anita ebbe un sussulto, “È lui!”, urlò sorpresa. 

I due uomini si voltarono a guardarla stupiti. “È lui: l’eroe di cui ti ho tanto parlato”, continuò la giovane donna, “il bambino che sfidò la tirannia. Colui che trasformò la Dama nella Dama Baffuta. Il cuore generoso che si sacrificò per tutti noi. Raramente ho visto tanta risolutezza nello sguardo di qualcuno. A soli cinque anni era più coraggioso di molti degli uomini adulti che ho conosciuto nella mia vita”. 
Poi infilò la mano in una borsetta che teneva legata ai fianchi e vi tirò fuori uno straccetto. “Sono più di dieci anni che aspetto di ridarlo al legittimo proprietario. L’ho conservato per te”, disse la nobile Regina inchinandosi di fronte al suo Eroe e porgendogli il pegno della di lei devozione. 

FINE


 *Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti non è affatto casuale ma neanche storicamente preciso.*

Torna a grande richiesta (non è vero ma ho sempre sognato di dirlo) la rubrica Pancrazia Consiglia, cose belle da vedere, fare, leggere, scrivere online e non solo. 

Per questo Marzo inoltrato e dai foschi auspici, ho selezionato una serie di suggerimenti per svagare la mente, creare, scrivere e leggere.

Iniziamo proprio con la lettura e, mentre là fuori tutti parlano di Harry & Meghan – ma fatemi il piacere, #TeamCambridge tutta la vita! –, io voglio sorprendervi con la Reading Room, un profilo Instagram dedicato alla lettura, tutto in inglese e tutto ad opera di Camilla Parker Bowles. Sì, proprio lei.
https://www.instagram.com/duchessofcornwallsreadingroom/?hl=it

Passiamo dalla lettura alla scrittura. Se sieti orfani del mio Laboratorio Condiviso, potreste appassionarvi al Forum "Ultima pagina", fratello minore del famosissimo Writer's Dream. Uno spazio dove si parla di editoria, casa editrici ed agenzie, ma dove si trovano anche mille spunti, esercizi, idee per scrivere. Questo il link alla Palestra Creativa.
https://ultimapagina.net/forum/forum/52-palestra-creativa/

E dopo aver letto e scritto, non resta che dedicarci all'ascolto.
A questo link trovate Tutte le Radio del Mondo, il sogno per ogni appassionato, una tentazione irresistibile per ogni curioso. Da Detroit a Cinisello Balsamo, da Tokyo a Mumbai, da Sidney a Città del Capo, contro la globalizzazione a favore della scoperta!
http://radio.garden/visit/turin/6PyjGw08

Infine, com'è tradizione, dedico poche righe per pubblicizzare anche quello che faccio io, nello specifico, per chi non lo sapesse, se lo fosse perso, o continuasse volontariamente ad ignorarlo, sappiate che ho pubblicato il mio primo podcast. Mio dall'inizio alla fine. Nel senso che, in passato, ho fatto e condiviso anche su queste pagine splendidi podcast da copy, ottimi progetti a cui ho prestato le parole, la scrittura. Questo invece è tutto mio: l'idea, la voce, il montaggio, la parte tecnica. Insomma, non posso che incolpare me stessa. Per ora è uscita solo la puntata di febbraio ma quella di marzo è già in lavorazione... quanto meno nella mia testa. 
Questa serie s'intitola L'Ascoltarice, ed è dedicata ai podcast e agli audiolibri altrui, mia ultima folle passione. Podcast e audiolibri che ascolto, ho ascoltato, amato e ora consiglio.
https://www.spreaker.com/episode/43524126

E voi? Avete qualcosa da consigliarmi?
Lampioni innamorati (foto di Vallesilvia17)

In occasione di San Valentino (sì, qualche giorno fa) per la mia rubrica su TorinOggi (Storie sotto la Mole) ho scritto un racconto dedicato a un coppia torinese. 

Una coppia come tante, potrebbero essere i nostri genitori o anche i nostri nonni, che hanno percorso la vita e la città tenendosi per mano e facendo delle gran passeggiate.

Buona lettura!

Luisa e Marco s'incontrarono per la prima volta a scuola. La scuola elementare Federico Sclopis in via del Carmine 27. Non erano nella stessa classe perché allora maschi e femmine stavano ancora divisi. 

Lei aveva solo sette anni quando una compagna dispettosa le strappò il nastro dai capelli. Lui ne aveva 9 e, per non farla tornare a casa in lacrime, rincorse la ladruncola per tutta piazza Statuto e alla fine recuperò il mal tolto. Luisa lo ringraziò disegnando un fiore sulla polvere della strada. 

Quando la scuola venne bombardata, entrambi dovettero interrompere gli studi. Marco li riprese poco dopo. Luisa, invece, rimase a casa rassettare e cucire con la madre. 

Marco amava la geografia. "Quando ci sposiamo ti porto a Parigi" le disse quando andarono per la prima volta a passeggiare al parco del Valentino.

Continua...

Lo volevo fare da una vita e finalmente eccolo qua: il mio primo podcast.

Tutto mio. Ideato, scritto (?), condotto e montato da me medesima.

Come Mork e Mandy è nato da Happy Days così L'Ascoltatrice nasce da Radio Cole, uno spin off dedicato agli audiolibri e ai podcast (altrui) che ascolto e che amo.

Il primo episodio è dedicato all'inglesissimo Alan Bennett ed alle sue storie sempre originali.

Perdonate la voce da gallina strozzata ma apprezzate l'impegno.
Buon ascolto!
 
Post più recenti Post più vecchi Home page

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

IL MIO SITO

IL MIO SITO

La mia vetrina Amazon

La mia vetrina Amazon
Dai un'occhiata ai miei consigli di lettura e scrittura...

Social

POPULAR POSTS

  • Capitolo due: "I ragazzi"
  • Voi sapete chi è la Szymborska?
  • #twitscript n°1

Categories

IlMioProgetto chiacchiere libri Racconti viaggi cinema Torino RadioCole attualità musica televisione società DiarioRacconti sport Nella Rete blogosfera Laboratorio Condiviso teatro citazioni microracconti FacceDaPalco arte Un marito per caso e per disgrazia scrittura creativa Erasmus HumansTorino Peanuts cabaret lavoro Rugby meme ImprovvisazioneTeatrale PrincipeV poesia OffStage articolo sponsorizzato Pancrazia Consiglia pubblicità twitter PancraziaChi? TronoDiSpade articolo Adelina Harry Potter Podcast premi tennis graficamente PancraziaInBerlin laboratorio scrittura materiale di scarto DaFacebookAlBlog Pancrazia and the City Roma True Colors DonnePensanti EnglishVersion favole sogni CucinaCole IlRitorno chiavi di ricerca dasegnalare help 2.0 video Le piccole cose belle Mafalda Rossana R. cucina dixit kotiomkin live blog candy branding copywriting da segnalare metropolitana personal branding satira viaggio dell'eroe
Powered by Blogger.

Blog Archive

  • ▼  2023 (31)
    • ▼  settembre (4)
      • Laboratorio d'Autore
      • On line
      • Diretta Instagram
      • A ognuno il suo racconto
    • ►  agosto (2)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (1)
    • ►  maggio (3)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2022 (57)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (3)
    • ►  marzo (1)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2021 (20)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (1)
    • ►  settembre (1)
    • ►  agosto (6)
    • ►  aprile (2)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2020 (84)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (6)
    • ►  settembre (6)
    • ►  agosto (6)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2019 (6)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2018 (37)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (3)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (8)
  • ►  2017 (23)
    • ►  settembre (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2016 (20)
    • ►  settembre (2)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2015 (78)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  agosto (8)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (7)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (11)
    • ►  febbraio (11)
    • ►  gennaio (14)
  • ►  2014 (242)
    • ►  dicembre (17)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (10)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (18)
    • ►  giugno (18)
    • ►  maggio (19)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (40)
    • ►  febbraio (38)
    • ►  gennaio (36)
  • ►  2013 (353)
    • ►  dicembre (40)
    • ►  novembre (37)
    • ►  ottobre (48)
    • ►  settembre (33)
    • ►  agosto (35)
    • ►  luglio (39)
    • ►  giugno (35)
    • ►  maggio (40)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2012 (126)
    • ►  dicembre (10)
    • ►  novembre (9)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (13)
    • ►  agosto (19)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (10)
  • ►  2011 (95)
    • ►  dicembre (18)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (12)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2010 (97)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (16)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2009 (61)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (8)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2008 (76)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2007 (132)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  settembre (18)
    • ►  agosto (11)
    • ►  luglio (33)
    • ►  giugno (13)
    • ►  maggio (13)
    • ►  aprile (16)
    • ►  marzo (26)

Copyright © Radio cole. Designed & Developed by OddThemes