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Io vengo da una famiglia numerosa. 
Mia madre ha quattro sorelle e tre fratelli. Mio padre: una sorella e tre fratelli. 
Agli zii sono da aggiungersi i loro consorti, i cugini e ora anche i figli dei cugini. 
Molto numerosa, appunto. 

E chi, come me viene da una famiglia numerosa, si sarà reso conto che, a questa grande massa di facce e ricordi, appartengono anche i nonni. Non i propri, quello è ovvio, ma i nonni degli altri. Nel mio caso specifico, le nonne. 

Le nonne dei cugini, tutte vedove, che da bambina vedevo periodicamente alle feste e che mi hanno vista crescere alla periferia della vita dei loro nipoti. 
Io ho avuto due nonne molto ingombranti, per motivi diversi, ma le nonne degli altri non sono comunque sfuggite al mio occhio, guadagnandosi uno spazio nei miei ricordi. 

Negli anni se ne sono andate, chi prematuramente, chi attaccata alla vita con le unghie e con i denti fino all'ultimo. È successo anche l’altro giorno, se n’è andata la mia ultima “nonna degli altri” e, per questo, ora mi trovo a fare i conti con queste figure sfocate ma presenti. Voci timide o stentoree, mani grandi o piedi piccoli, dame uscite da una pellicola o paesane cresciute nei vicoli. Personaggi secondari della mia infanzia come io lo sono stata della loro vecchiaia, ma non per questo meno evidenti e caratteristiche. 

Una di loro avrebbe potuto insegnarmi l'eleganza, una pareva aver segreti che non voleva condividere, un'altra ancora mi avrebbe aspettato con il motore acceso se glielo avessi chiesto e dell'ultima, pur se non parlava ormai da anni, non dimenticherò mai la voce forte mentre chiamava le mie cugine o sua figlia. 

Ora se ne sono andate tutte. 
Questo non è il mio lutto ma loro apparterranno per sempre ai ricordi della me bambina e ragazzina, perché di nonni non ce ne sono mai abbastanza.

N.d.A: in foto ci sono due dei miei nonni... quelli regolari.

Questa sarà la notte di Halloween e questo l'ultimo post dei miei consigli di lettura. 

Per la notte da brivido mi sono tenuta il libro migliore alla fine. 
Uno dei miei romanzi preferiti. Una delle storie che avrei voluto scrivere io. Un'autrice straordinaria. Un mostro che è entrato negli incubi di tutti. Ma soprattutto temi come il rapporto tra la scienza e l'uomo, il delirio di onnipotenza, il doppio. 

Il dottor Frankenstein è il moderno Prometeo. Il titano si ribella agli dei per portare il fuoco agli uomini, così lo scienziato sfida il ruolo di Dio portando in vita un corpo morto. 

La leggenda dice che l'idea raggiunse Mary Shelley in sogno, durante una notte di tuoni e fulmini. Quale notte migliore per la nascita della Creatura? Mostro ma vera vittima. 

Il tutto scritto da una donna, diciannovenne all'inizio del 1800. 

Questo libro meriterà come minimo un altro post. 
Voi, intanto, se non l'avete ancora fatto, correte a leggerlo.

E buona notte delle streghe a tutti!


Ero molto piccola quando, un sabato sera, mi trovai a dormire da mia cugina Manuela, di qualche anno più grande di me. 

Quella sera mia cugina mi insegnò che lei a letto teneva sempre il lenzuolo fin sotto il mento, per evitare di essere morsa dai vampiri. 
Io ero piccola, lei era più grande, lei non poteva che avere ragione. 

Da quella notte dormo con il lenzuolo pure se ci sono 30 gradi e ormai lo so che i vampiri non esistono ma... 
ma meglio stare attenti, non si sa mai. 

Questo è il motivo principale per cui non ho mai letto Dracula di Bram Stoker. Ne ho ammirato e amato la versione cinematografica di Coppola, come del resto sono stata un'accanita fan di Buffy ma il libro di Stoker no, quello non me la sono mai sentita di affrontarlo. I libri sono tutta un'altra cosa. Fanno molta più paura. Almeno a me. Le loro parole affondano in profondità molto più delle immagini, s'insinuano nella mente e smuovono timori atavici. 

Il Discepolo di Elizabeth Kostova però l'ho letto. O meglio, lo lessi anni fa, in un momento in cui mi sentivo particolarmente sicura di me. Ero un'adulta, potevo affrontare la sfida, non ero più impressionabile. Mi lanciai nella lettura con entusiasmo. 

Non ero neanche a pagina 100 quando andai da mia madre e le chiesi: "Ma la mia croce del battesimo ce l'abbiamo ancora?" 
La indossai per tutte le restanti 570 pagine. 
Perché i vampiri non esistono ma... 

Tutto questo per dire che, non è un vero Halloween senza un bel libro sui canini affilati, e io oggi vi consiglio: Il discepolo di Elizabeth Kostova. 
Inquietante, moderno, coinvolgente. 

Prima o poi, leggerò anche quello di Stoker. 
O forse no. 

Buona lettura!


Tra il 1988 e il 1996, Neil Gaiman realizzò la serie a fumetti Sandman che quest'anno è diventata anche una serie tv e soprattutto una serie di audiolibri splendidamente realizzati. 

Una lettura o un ascolto perfetto per il periodo di Halloween. Storie a cavallo tra il mondo dei sogni e la realtà, oscure avventure di uomini e dei (o meglio entità soprannaturali), carnefici e vittime, angeli e demoni. 

Un percorso lunghissimo da percorrere tra una notte delle streghe e l'altra.

Halloween is coming: un consiglio libresco al giorno fino al 31 ottobre! 

Ci mi conosce lo sa: io sono una grande sostenitrice dei classici, fonte inesauribile di sorprese e conferme, difficile restare delusi. C'è un motivo per cui sono diventati classici, no? 

Per questi giorni da brivido impossibile non proporre almeno un titolo della regina del giallo. E io, per l'occasione, tra l'enorme mole di produzione letteraria della Christie, ho scelto di consigliarvi quella che per me rimane la sua opera migliore: Dieci piccoli indiani. 

Un'isola, dieci personaggi, il cerchio si stringe, chi è il colpevole? 

Una macchina da brividi perfetta, da leggere e anche rileggere, come feci io all'epoca, per cercare tutto ciò che è sfuggito alla prima lettura. 

A domani con il prossimo titolo!

Mancano 5 giorni ad Halloween. 

Non amo le feste in costume ma non so resistere a un bel libro dai temi oscuri e le ambientazioni macabre.

A partire da oggi, per 5 giorni, consiglierò un libro adatto alla notte delle streghe. 

Comincio con "La tredicesima storia" di Diane Setterfield. 

Una scrittrice molto anziana, una biografia, una storia che manca all'appello. 

Letto molto tempo fa, mi ha lasciato dentro inquietudine e una citazione che da Storyteller (Raccontatrice) amo tantissimo: "Tutti i bambini mitizzano la loro nascita. È un tratto universale. Volete conoscere qualcuno? Mente, anima e cuore? Chiedetegli di raccontarvi quando è nato. Ciò che ne ricaverete non sarà la verità; sarà una storia. E niente è più rivelatore di una storia".

Come le storie ci hanno reso umani. 

Un saggio dell'accademico Jonathan Gottschall, edito da Bollati Boringhieri.

Un libro che tratta del potere universale della narrazione. Del racconto come elemento fondamentale del successo evolutivo dell'umanità. 

L'uomo ha l'istinto del racconto talmente radicato in se stesso da cercarlo e crearlo consciamente durante la veglia ma anche inconsciamente durante il sonno e, soprattutto, il sogno. 

L'opera di Gottschall è una lettura fondamentale per chiunque ami scrivere o leggere, per chi senta fortissima la fascinazione del racconto e desideri saperne di più, approfondire l'argomento anche dal punto di vista meno umanistico e più scientifico, con l'applicazione delle neuroscienze e della biologia. 

Jonathan Gottschall, che ha dedicato la sua vita alla narrazione, ha dalla sua parte inoltre anche una notevole abilità di narrazione egli stesso. Leggere il suo saggio è come affrontare un romanzo avvincente di cui tutti noi, fin dalla più tenera età, siamo i protagonisti.

"Viviamo nell'isola che non c'è. Siamo l'animale che racconta storie."

Se vuoi acquistare questo libro su Amazon puoi farlo tramite questo link di affiliazione https://amzn.to/3DzHvfN. Il prezzo per te non cambierà ma avrai contribuito a finanziare questo blog. Grazie.

Questa mattina ho rovistato in casa e ho scelto 10 oggetti, un po' a caso un po' mossa dall'ispirazione.

Si tratta di:
1. Un paio di occhiali da sole
2. Un marshmallow
3. Una mela
4. Una piantina di caffè
5. Una cartina di Los Angeles
6. Qualche sterlina con ancora il profilo della fu Regina Elisabetta II
7. Un pennello
8. Un braccialetto
9. Un paio di forbici
10. La Favola di Eros e Psiche

Almeno 4 di questi oggetti, 4 su 10 appunto, dovranno entrare a far parte di un tuo racconto.

Scatena la fantasia, non porti limiti né di genere né di numero battute e, se poi ti va, mandami il tuo testo all'indirizzo janecole@live.it, lo leggerò e ti darò volentieri un feedback.

Buona scrittura!
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