Una vita in poche righe

Tutto ebbe inizio con quel brutto incidente e la lunga convalescenza.
Furono giorni di forzata immobilità e frustrazione, che le lasciarono malcelate insicurezze ed una leggera zoppia. Difetto che l'avrebbe accompagnata per sempre senza intaccarne la bellezza.

Quando fu il momento s'innamorò e venne riamata.
Affrontò la gravidanza ed il parto da sola, in casa, sul letto. Strinse i denti e lasciò che si compisse con naturalezza il miracolo della vita.

Il figlio divenne il centro del suo mondo, il suo unico compagno, la sua ragione d'essere.
Sempre assieme, sempre uniti.
L'uno cresceva, l'altra s'indeboliva.
Lui si nutriva di lei, succhiandole energia e linfa vitale.
Lei sopravviveva, dimentica di sè stessa e delle proprie esigenze.
Questo amore assoluto, folle e disperato giunse ad un passo dal distruggerla, fino a quando il figlio se ne andò per non fare più ritorno.

Lei fu sul punto d'impazzire dal dolore.
Ci vollero giorni, settimane, mesi per farla uscire dal buco nero in cui era precipitata, per risvegliare il suo istinto di sopravvivenza, per riaccendere il fuoco che le ardeva dentro, per far rifiorire l'antica bellezza.

Ora lei è così: viva, fiera ed elegante.
Una gatta bellissima.

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