Facce da Palco: la blogger mollacciona (Cronaca in differita della prima semifinale)
Questa volta non mi fregano.
Esco di casa a un orario decente. Sopporto stoicamente il traffico assurdo del sabato sera. Non faccio inutili giri in cerca di parcheggio, ma mi arrampico subito dietro alla Gran Madre. Poi, fischiettando disinvolta, scarpino per venti minuti tra gente che va a cena, gente che va a fare l'aperitivo, gente che va a bere. Gente che va e basta.
Arrivo al Café des Arts in perfetto orario e, tale è la gioia, che sbaciucchio chiunque senza un minimo di ritegno. Facce da Palco sta per finire, e io sto pericolosamente prendendo la china del "vi amo tutti e mi mancherete un casino!"
Gli artisti sono già presenti. I Bella Domanda giocano a calcetto. I Sumadai tentano di corrompermi con quattro complimenti (i soldi ci vogliono, ragazzi, i soldi!). Cecilia D'Amico stringe la sua cartelletta come Linus la coperta. Cristina Castigliola e Paui Galli esibiscono lo sguardo pallato del terrore.
Questa non è una serata qualunque. Questa è la prima semifinale. Tutti i presenti hanno già assaporato il gusto della vittoria. Tutti hanno superato il primo turno. Ma confermarsi non è mai facile. Per questo motivo c'è chi si fa divorare dall'ansia e chi cerca invece, più saggiamente, di pensare ad altro.
Io friggo di curiosità, mi accomodo in prima fila, e mi preparo a godermi lo spettacolo.
Natalia, Lothar e Dragosh aprono le danze con un quiz cinematografico. Loro recitano e noi dobbiamo indovinare i film. I titoli non sono difficili, ma il timore dei premi "stile Bulgazia" inibisce tutti. Gli sventurati che provano a rispondere ci riescono, e si portano a casa, tra le altre cose, l'onore di ospitare il terzetto di presentatori per una settimana. Quando si dice la fortuna!
Ma ormai è giunto il tempo, basta menar il can per l'aia, mandare la gatta a mangiare il lardo, o assistere al suicidio delle capre sotto le panche. Ora inizia la semifinale.
Il testo si divide tra uno scherzo in un atto di Cechov, la vita vissuta di Cristina, e i ritocchi di Paui. Uno spettacolo scritto molto bene e reso vivo dalle due attrici. Due attrici che però sembrano soffrire particolarmente la tensione dell'evento. Se due settimane fa erano state perfette, questa sera mostrano qualche imprecisione. Forse qualcuna di troppo.
Io dalla prima fila faccio il mio miglior sorriso rassicurante, e prendo definitivamente consapevolezza del fatto che non sarò mai una blogger cattiva. Una di quelle che scrivono recensioni spietate, una di quelle che si divertono ad essere acide, perché la cattiveria vende o perché sono proprio stronze di loro.
Che poi io stronza ci sarei anche: chiedetelo ai miei amici, soprattutto a quelli che non mi parlano più.
Ma che ci posso fare? A Facce da Palco non ci riesco. Mi sono affezionata a questi artisti come una scema. Li vorrei vedere sempre al meglio, manco fossi una nonna alla recita dell'asilo.
E così, dicevo, faccio il mio sorriso rassicurante e sono tutta una vibrazione positiva. "Tranquille, rilassatevi, va bene" ripeto in loop nella mia testa. Sperando che i miei pensieri arrivino fino sul palco. Insomma, una pazza fatta e finita!
Comunque, dopo qualche minuto di difficoltà, la rappresentazione prosegue con la scioltezza e la passione della serata eliminatoria. Ed io alla fine esplodo in un applauso liberatorio.
Cristina Castigliola e Paui Galli sono state brave. Sì, ma possono esserlo molto di più. Lo so. Le ho viste due settimane fa. E spero di vederle ancora a quei livelli, se non a Torino almeno a Milano. (Vi terrò d'occhio, eh!)
Dopo di loro tocca a Cecilia D'Amico. E si ride. Si ride come matti.
La comica romana è ancora più travolgente dell'altra volta. Riempie il palco e gli occhi di chi la sta a guardare. Impossibile resistere a tanto talento e personalità.
Nella serata eliminatoria mi era piaciuta, ma oggi di più. Oggi l'adoro. E con me tutti quanti.
E' un trionfo!
Per terzi salgono sul palco i Sumadai, gli improvvisatori che portano in scena i segreti del pubblico.
E cosa combinano? Fanno quello che non ci si aspetta. Scelgono, inconsapevolmente o meno, la via più difficile. Stasera, invece di far ridere, raccontano una storia drammatica e struggente.
Di fronte all'improvvisazione spesso ci si aspetta solo la risata facile, al limite dello sketch. Loro, invece, cambiano via. Avanzano per una strada meno battuta. Ed emozionano. Bravi e coraggiosi!
Infine è la volta dei Bella Domanda, il duo comico che si era aggiudicato la prima serata eliminatoria. Sembra passato un secolo, anche se si tratta solo di poco più di un mese. Loro mi erano piaciuti, ma mi chiedo se abbiano limato le imperfezioni, lavorato sul pezzo, aggiustato alcune cose. Sì, insomma, mi preoccupo come una vecchia zia coi nipotini che fanno la maturità .
Che dicevo della mia inettitudine da blogger perfida? Ecco, appunto.
I Bella Domanda tornano a Facce da Palco dopo 43 giorni. Tornano con un pezzo simile ma diverso dal primo. Così come l'altra volta, la parte che amo di più è quella finale con un esilarante colloquio di lavoro. (A proposito, ragazzi, a me piaceva di più quando vi scambiavate la giacca piuttosto che gli occhiali. Capisco che gli occhiali siano più facili e rapidi da gestire, ma la giacca secondo me era un vero colpo da maestro).
Si sono esibiti tutti.
E' il momento delle votazioni. I giudici danno i numeri. Il pubblico riempie i barattoli delle proprie preferenze. Io sto in prima fila e mi chiedo chi vorrei che vincesse. C'è chi ha un ottimo testo; chi una personalità strabordante; chi c'ha messo cuore, fegato e un altro paio di organi interni; e chi ha una comicità più affine alla mia.
Potrebbe vincere chiunque. Chiunque lo meriterebbe.
Alla fine Natalia e Lothar prendono la parola.
"Il primo finalista di Facce da Palco è Cecilia D'Amico!" annunciano.
Gioia e pure un poco di commozione.
Tutti bravi!
Bravissima Cecilia.
A maggio la finale.
Intanto, fra due settimane, la seconda semifinale.
Ci si becca sabato 26 aprile alla Casa del Quartiere.
Non mancate!
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