Pancrazia al Salone: Il Gran Finale


Nicola Lagioia e Marco Pautasso ieri hanno condotto l'ultima giornata del Salone. Un gran finale come un varietà, che ha visto musicisti, scrittori, giornalisti e attori alternarsi.

Quello di quest'anno è stato un "Salone virtuale," ha detto Lagioia, "che non si sostituisce a quello fisico ma che è stato in grado di raggiungere e appassionare anche chi al Salone, quello vero, non ci era mai stato, o per collocazione geografica o per problemi di salute o di lavoro".

Il Gran Finale è stato una carrellata infinita di personaggi della cultura e dell'arte. I torinesi direttamente sul palco sotto l'iconica torre di libri di François Confino – da anni simbolo della manifestazione – tra questi: Fabrizio Bosso, Levante, i Perturbazione e l'immancabile Baricco. I non indigeni, invece, collegati da casa loro, come Francesco Bianconi, Carlo Rovelli, Zerocalcare, Jasmine Trinca e Roberto Saviano.

Bravi eh, per carità, ma una spanna sopra tutti: Arturo Brachetti, che ha raccontato il Piccolo Principe attraverso l'arte del disegno con la sabbia. Sì, sa fare anche questo Brachetti.
Quanto ci fai sentire inadeguati, Artù!

Infine, Nicola Lagioia, prima di salutare e ringraziare tutti ha voluto suggerire a noi spettatori/lettori “Visto che per vedere tutto questo po' po' di roba non avete dovuto pagare il biglietto, andate a comprarvi un libro, per dare una mano a una filiera che è, al tempo stesso, preziosa e molto fragile”.
E ha ragione, non dimentichiamolo.

Il Salone del Libro si è concluso. Questa mia maratona sul blog, anche.
Viva il Salone del Libro! E viva me! 
Troppo?
Ok, viva il Salone del Libro e basta!

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