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Tutti i blogger lo fanno.
Magari di nascosto ma lo fanno.
È più forte di loro.
È più forte di noi.

Noi blogger guardiamo le statistiche.
E qual è la parte più interessante delle statistiche di un blog?
No, sbagliato. Non le chiavi di ricerca dei maniaci sgrammaticati.
Ok. Forse avete ragione voi. Rettifico.
E qual è la parte più interessante delle statistiche di un blog, dopo le chiavi di ricerca dei maniaci sgrammaticati?
Sì, esatto. I luoghi di provenienza dei visitatori.

Avere un blog in italiano riduce molto il bacino dei lettori e la varietà delle nazioni. Ma ogni tanto, comunque, possono esserci piacevoli sorprese. Capita a tutti di ricevere visite da qualche posto esotico.
Io, ad esempio, ne posso vantare una dalle Isole Tonga. Ve lo giuro, l'ho vista con i miei occhi! Ovviamente non era un lettore vero ma uno sperduto navigatore della rete finito da queste parti per sbaglio e che, infatti, da queste parti non è più tornato.
Poi, però, ho dalla mia i blogger italiani sparsi in giro per l'Europa. Li considero miei amici speciali che ogni tanto vengono a leggermi dall'Olanda, dalla Germania, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dalla Svizzera.
Come se non bastasse nella mia scuderia posso esibire anche l'ex teutonico trasferitosi in Texas. E infatti, guarda caso, da quando lui ha scoperto che ho un blog (anzi due) le visite dagli Stati Uniti sono diventate praticamente giornaliere. Hallo, mein suesser!

Da un po' di tempo a questa parte però si sta verificando un fenomeno assai curioso. Sia su queste pagine, sia su quelle di "Pancrazia in Berlin" vengono a leggermi quasi quotidianamente dalla Norvegia.
Io non conosco nessuno in Norvegia. Io non sono mai stata in Norvegia. Io, però, la Norvegia l'ho sempre considerata un paese affascinante, misterioso e anche un poco magico.

M'immagino questo lettore o lettrice italiano finito all'estremo nord per lavoro, per studio o per amore. M'immagino lui o lei avvolto in un bel maglioncino dalla lana che punge. Me lo immagino ridere davanti alle mie avventure berlinesi, oppure chiedersi di quale sostanza stupefacente io faccia uso di fronte all'ennesimo microracconto.

Immagino e penso. Penso che il potere della scrittura sia questo: arrivare alle persone.
E che la bellezza di un blog stia nel lanciare mille messaggi in bottiglia aspettando che qualcuno, a Torino o sopra un fiordo norvegese, ne raccolga uno e ne faccia proprio il contenuto.
Il gatto saltò dal tavolo e trascinò con sé la penna.
I libri d'inglese tacquero dell'incidente.
I peluche dormono uno sull'altro in un monte d'infiammabile tenerezza ed altamente tossico amore.
Sopra di loro si rotolano i due, strofinando gambe di gomma, seni di plastica e sorrisi sempre uguali.


"Un racconto per regalare un sorriso" è un concorso. Ma un concorso molto speciale.
"Noi per Voi per il Meyer Onlus" è un'associazione. Ma un'associazione molto speciale.
Dal 1988 un gruppo di genitori si è unito contro le leucemie e i tumori infantili. Per promuovere e sostenere la ricerca, migliorare le cure ai piccoli pazienti, ed assistere le famiglie di questi ultimi.

Ora chiunque di noi può offrire il proprio contributo semplicemente scrivendo un breve racconto. Una storia in cui i protagonisti siano Ugo e Tea, un bimbo ed una gattina, mascotte ufficiali dell'associazione. 

C'è tempo fino al 21 giugno, poi verrano selezionati i 12 vincitori, le cui opere costituiranno la raccolta "Le storie di Ugo e Tea". Un libro illustrato accompagnato da un cd, in cui  le storie verranno lette dalla voce di vari personaggi dello spettacolo che hanno scelto di aderire all'iniziativa.
Il ricavato della vendita di questa bella prova di creatività e collaborazione verrà devoluto per intero a "Noi per voi".

Non vi è già venuta voglia di lanciarvi nell'impresa? A me sì!
Diamoci da fare, scriviamo e spargiamo la voce. Questo concorso 2.0 ha bisogno della partecipazione di tutti.
Sì, anche della tua!

Link:
Pagina ufficiale del concorso
La soria ufficiale di Ugo e Tea 
"Derriere la Gare Saint-Lazare" Cartier-Bresson
Paul osservava l'uomo che correva sull'acqua.
La madre e il parroco gli avevano raccontato spesso di Gesù. Ma Gesù non correva, camminava.
Quel signore invece correva, correva proprio. Correva veloce sopra la grande pozzanghera.

Nei giorni precedenti aveva piovuto tanto e di fronte al camposanto si era formato un grande pantano. Tutti ci giravano attorno, ma l'uomo col cappello no. Lui aveva preso la rincorsa e si era messo a fare grandi falcate sull'acqua. Sembrava che i suoi piedi non toccassero la superficie, sembrava che le suole delle sue scarpe neanche si bagnassero. Sembrava che si divertisse un mondo.

Paul se ne stava là, a bocca aperta, mentre la madre cercava di tirarlo via per un braccio.
"Ti sei imbambolato? Sbrigati!", gli diceva.
"L'hai visto? Quell'uomo vola sull'acqua!"
"Muoviti e non dire sciocchezze. Nessuno vola sull'acqua!"

Paul si chiedeva che fretta ci fosse. Il babbo non se ne sarebbe mica andato. E probabilmente non si sarebbe neanche stufato di aspettare. Non che avesse altra scelta, comunque. Lui stava sempre là, ogni sabato, a guardarli serio. I baffoni dritti, gli occhi stretti e quella strana espressione concentrata. "Secondo me gli scappa la cacca", pensava Paul ogni volta che guardava la foto in bianco e nero appiccicata alla lapide.

La madre ogni settimana tirava fuori un fazzoletto, lo bagnava nella fontana e poi si accucciava a terra a lucidare il marmo. Lucidava e parlava. Lucidava e mugugnava. Lucidava ed elencava con ordine tutte le disgrazie in cui li aveva lasciati il marito, quando aveva avuto la bella idea di prendersi la meningite. E pensare che lei glielo diceva sempre: "Copriti le orecchie o ti verrà un accidente!" Ma lui no, lui non le dava mai retta, lui si sentiva più furbo. Ed ecco il risultato, l'accidente gli era venuto sul serio. E ora riposava in eterno, mentre lei lavorava come una schiava. Comoda la vita e pure la morte!

Paul girava tra i viottili, prendendo a calci i sassi e sillabando i nomi dei morti.
Ad un tratto però la vide. Era bella, grande, liscia come l'olio e nera come la liquirizia. Quella era sua.
Decise di provarci. Prese la rincorsa. Uno, due e tre. Sua madre per una volta aveva avuto torto. Non era poi così difficile volare sull'acqua. E ci si divertiva un mondo.
 

Courtney è Mercoledì e ha anche il fratello Pugsley.
Courtney è una bambina con le ginocchia sbucciate e l'animo da guerriera.
Courtney è una donna che incontra gente strana e la sbertuccia senza pietà.
Courtney è la Callas ma voleva essere Patti Smith.
Courtney è un gyros avvolto in una piadina.
Courtney è una Rockstar.

E cosa fa Courtney?

Courtney attraversa fiumi con la sua magica bicicletta volante ma poi si spiaccica al suolo.
Courtney progetta case con mura solide e soffitti trasparenti.
Courtney ascolta bella musica ma legge Fabio Volo.
Courtney educa gli stolti o almeno ci prova.
Courtney ride ad occhi chiusi e bocca aperta.
Courtney mi fa ridere ad occhi chiusi e bocca aperta.

Courtney è la vincitrice del concorso "Che film è?" e questo post è il mio piccolo premio per lei.

E dove la potete trovare cotanta femmina? Qua.

Ricordate il concorso "Che film è?"
Ricordate che ebbe due vincitrici?
Ricordate che avevo promesso loro un post dedicato?

Ho deciso d'iniziare con Spiessli. Scrivere qualcosa per lei è stato molto facile. Infatti, io non ho dovuto scrivere un bel nulla. Ma mi sono limitata a lasciare questo spazio ad un amico speciale che sentiva il bisogno di sfogarsi.

Madama Spiessli,

sappiate che la mia pazienza è ormai giunta al colmo.
Da ingrata, quale siete, state mettendo a dura prova il nobile e generoso animo mio.

Non solo vi offro alloggio presso la mia dimora. Non solo vi concedo l'onore di nutrirmi. Non solo accetto che passiate ore preziose immobile in quel giaciglio o in giro oltre l'uscio, invece di dedicare tutto il vostro tempo all'essere mio e alle cure mie, come sarebbe giusto e corretto.
Ma quando, colto da improvvisa bontà, vi faccio dono di uno dei miei prestigiosi trofei di caccia Voi, invece di commuovervi per la generosità del mio gesto e la grandezza della mia magnanimità, inorridite. Sgranate gli occhi, serrate la bocca e, ogni tanto, assumete anche una curiosa sfumatura verde.

Come osate glabra bipede? Non sono disposto a tollerare ulteriormente un comportamento tanto inadeguato.
Sappiate che, se continuate così, mi costringerete a trovare una nuova e più abile governante.


Sperando che abbiate prestato orecchio alle mie parole,
vi porgo i miei nobili e felini saluti,

Il Conte. 

Il premio è stato ispirato da questo post.
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