Siamo finalmente giunti all'ultimo appuntamento con le repliche del blog.
Se fossi una persona ed una blogger organizzata avrei programmato questi post con un certo ordine e significato, ma ovviamente non l'ho fatto. Ogni domenica ho scelto l'argomento da riproporre sull'onda dell'ispirazione del momento e del caso.
Però, arrivata all'ultimo episodio di questa rubrica, mi è preso un certo panico.
"Devo finire col botto", mi son detta.
"Devo cercare un post che rappresenti tutti e 5 gli anni di Radio Cole", ho insistito.
"Devo. Devo. Devo", mi sono tormentata.
E invece no. Non devo proprio niente.
Ed è con questo nuovo spirito, un poco più lieve rispetto ai miei standard, che alla fine ho deciso di accendere i riflettori sui microracconti. Mezzo espressivo che ho iniziato a sperimentare a partire del 14 giugno 2011.
Ve ne ripropongo uno per tutti:
Se fossi una persona ed una blogger organizzata avrei programmato questi post con un certo ordine e significato, ma ovviamente non l'ho fatto. Ogni domenica ho scelto l'argomento da riproporre sull'onda dell'ispirazione del momento e del caso.
Però, arrivata all'ultimo episodio di questa rubrica, mi è preso un certo panico.
"Devo finire col botto", mi son detta.
"Devo cercare un post che rappresenti tutti e 5 gli anni di Radio Cole", ho insistito.
"Devo. Devo. Devo", mi sono tormentata.
E invece no. Non devo proprio niente.
Ed è con questo nuovo spirito, un poco più lieve rispetto ai miei standard, che alla fine ho deciso di accendere i riflettori sui microracconti. Mezzo espressivo che ho iniziato a sperimentare a partire del 14 giugno 2011.
Ve ne ripropongo uno per tutti:
"Lui non disse una parola e lei riempì la valigia.Gli altri li potete leggere qua.
Lui la guardò con occhi vuoti e lei gli voltò le spalle.
Lui perse l'ultima goccia di sangue e lei chiuse la porta."