Ieri bevevo birra e mangiavo pollo fritto in un quartiere rinato di Torino, in un locale bellissimo di Torino, in una di quelle sere che dico "sembra proprio di stare a Berlino!" che, come ben saprete, per me rimane la pietra di paragone assoluta.
Ieri, dicevo, bevevo e mangiavo quando un ragazzo e una ragazza hanno attirato la mia attenzione. Hanno attirato l'attenzione di tutti.
Giovani, belli ed eleganti hanno esposto una sagace presentazione in rima e un'interessante proposta: "scegliete una poesia dal nostro menù!"
Un vero menù, con tanto di prezzi e vasto assortimento di piatti. Da Prévert a Rodari, da D'Annunzio a Carducci, da Leopardi a Trilussa.
Una decisione, un cenno della mano, un sorriso, e una poesia recitata calda calda direttamente al tavolo. Con tintinnio finale di monete "al vostro buon cuore".
Mi conoscete. Non ho resistito. Ho subito sventolato il mio menù per attirare l'attenzione e mi sono goduta
"Scrivere il curriculum" della
Szymborska.
Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
Bella la poesia che non conoscevo, ma ho scelto ad occhi chiusi tale la mia fiducia nello smisurato talento della compianta poetessa polacca.
Bello il modo in cui è stata recitata: con passione, talento e mestiere.
I
Mangiatòri sono un gruppo di attori diplomati presso il Teatro Stabile di Torino. Recitano poesie e girano l'Italia. Ieri erano a San Salvario, domani chissà.
Questa è la loro pagina
facebook.
Seguiteli e inseguiteli, anche voi potreste godere presto di un breve momento d'arte al modico prezzo del "vostro buon cuore".
E Torino continua a stupirmi. Nella Rete e anche fuori.