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13 anni sono pochi per affrontare la morte,
13 anni sono pochi per guardare in faccia la sofferenza,
13 anni sono pochi per perdere un amico.

A quell’età la vita è eterna e se ne vanno solo gli anziani, i nonni, i vicini di casa malati, ma gli amici no. Con loro pensi di avere a disposizione tutto il tempo del mondo, credi che li vedrai crescere accanto a te, diventare adulti assieme e se li perderai sarà solo perché la vita vi ha portato per strade diverse.
Ma alcuni se ne vanno prima e tu rimani stordito e incredulo.

Cosa avrei potuto dirti?
Cosa si può dire a una ragazzina di 13 anni che ha appena perso un amico di 15?
La tua sofferenza ha risvegliato la mia. La tua perdita mi ha ricordato le mie.

A Debby un cuore nuovo ha regalato dieci anni: troppo pochi, ma intensi e pieni della sua voglia di vivere. Le hanno permesso un grande amore e i progetti per un futuro che non si realizzerà.
La ricordo gracile e stanca su quel letto d’ospedale, ma ancora bella come è sempre stata e come sarà per sempre.

La Mari aveva avuto tutto dalla vita: una famiglia che l’adorava, tanti amici, un lavoro frutto della sua fatica e della sua abilità ed un amore che le riempiva il cuore. In pochi minuti ha perso tutto, e tutti noi abbiamo perso lei.
Delle volte mi aspetto di ricevere ancora una sua email in cui parla del suo “vecchietto” con quella tenerezza e quel pudore, che erano tutti suoi; delle volte mi sorprendo a pensare a lei come se fosse ancora qua.

Cosa avrei potuto dirti?
La vita è ingiusta, ma questo già lo sai, l’hai imparato che eri ancora una bambina.
Ora sai che la vita può essere anche assurda e breve.
Non ci resta che viverla e cercare di essere delle brave persone che danno e ricevono amore: tu sei già sulla buona strada, “piccolina”.
30 agosto
Arena di Verona.
Barbiere di Siviglia.

Io, caruccia caruccia, nel mio abitino nero.
Lui più sportivo.

Abbiamo tutto, non ci manca niente: biglietti, macchina fotografica, binocolo.

Cenetta romantica in piazza Bra.
Negozio di souvenir: programma e regalino alla “piccola”.

Inizia lo spettacolo e cominciano i lampi all’orizzonte.

Il primo atto scorre via.

Intervallo.
Altro shopping: dvd, cd, lampada per leggere il programma durante la rappresentazione…Ciccio è il mago del superfluo!

Secondo atto.
I lampi si fanno sempre più vicini.
Il tempo deve reggere, non può tradirci adesso, manca poco…



…ci ha traditi!
Arriva la pioggia, spettacolo interrotto, gli ultimi 15 minuti dovremo vederceli in dvd!

Dovrei essere arrabbiata: è tutta l’estate che la pioggia mi perseguita, ma la serata è stata talmente bella e Ciccio talmente fantastico, che sono ugualmente felice come una pasqua

Questa notizia merita le luci della ribalta di Radio Cole: è nato Simone!
Alle 10 di sera del 27 agosto ha fatto il suo ingresso nel mondo il "mio nipotino virtuale".
3kg di fascino e simpatia...Myspace Graphics

Il mondo è tuo, tuffatici!
Il 21 settembre in tutte le sale italiane uscirà “Funeral Party”(Death at a funeral).

Regia di Frank Oz, che in passato ha firmato altri film di successo come “In&Out” (1997),”La donna perfetta”(2004) ed il cult movie “La piccola bottega degli orrori”(1986).

Una tipica commedia british, irriverente e politically uncorrect.
Una famiglia si ritrova in occasione del funerale del padre, ma un vecchio segreto rischia di rovinare la reputazione del “dipartito”: i protagonisti saranno disposti a tutto per evitare lo scandalo.


Un cast numeroso, in cui spicca Matthew Macfadyen.
Il fascinosissimo Mister Darcy, “Pride & Prejudice”(2005), ritorna finalmente nelle sale italiane, parecchio ingrassato per esigenze di copione, ma sempre molto molto molto caruccio.



Da vedere assolutamente!
Mi dispiace, ma sono in piena fase "stà finendo l'estate, qua piove da tre giorni, come sono depressaaaaaaaa", quindi beccatevi questa iniezione di nostalgia!




Let's dance in style,
Let's dance for a while
Heaven can wait,
We're only watching the skies
Hoping for the best
But expecting the worst
Are you going to drop the bomb or not????

Let us die young or let us live forever
We don't have the power
But we never say never
Sitting in a sandpit,
Life is a short trip
The music's for the sad men

Can you imagine when this race is won??
Turn our golden faces into the sun
Praising our leaders,
We're getting in tune
The music's played by the madmen

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever
Forever -- and ever

Some are like water
Some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later, they all will be gone
Why don't they stay young?

It's so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fading horse
Youth's like diamonds in the sun
And diamonds are forever

So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the blue
We'll let them come true

Forever young...
(Alphaville)

No, non voglio essere giovane per sempre.
Probabilmente non lo sono neanche più, è tutto relativo. I ragazzini di 15 anni sull'autobus mi danno del lei e io detesto la musica che ascoltano, i vestiti che indossano e le parolacce che dicono.
E poi so chi sono gli Alphaville, ero solo una bimba, ma me li ricordo...quindi sono proprio un'adulta.
Non c'è niente di buono a rimanere giovani per sempre: Peter Pan è un ragazzino insopportabile!
Ho deciso: da domani, giovedì 23 agosto, cresco!
Era ora!
Era da tempo che volevo dedicare un post a questa geniale trasmissione ed ora è giunto il momento!


Ingredienti:
una tata vestita come negli anni ’50, perfettina ed irritante, con lo stesso calore umano di un cadavere;
2 o più bambini, che avrebbero bisogno o di una bella dose di psicofarmaci, o di essere presi a mazzate oppure, come ultima possibilità, di un esorcista;
una mamma, schiava dei propri figli, depressa e perennemente sull’orlo di una crisi di nervi;
un padre che ha tutta l’aria di passare di lì per caso e a malapena si ricorda i nomi dei pargoli.

In queste famiglie si assiste ai più strani comportamenti: bambini di 4 anni che pasteggiano quotidianamente con il vino; padri che si divertono ad aizzare i figli uno contro l’altro nel gioco del "wrestling", ossia il "picchia pure il tuo fratellino"; piccoli funamboli esperti nel lancio di coltelli; genitori che per far addormentare i propri piccoli li portano in giro a mezzanotte, in modo che l’auto li culli!

La tata osserva, storce il naso e poi impartisce nuove regole di comportamento.
Nel giro di pochi giorni si assiste a trasformazioni talmente straordinarie da risultare quantomeno sospette: dove regnava il caos alberga la serenità, al posto di teppisti in erba troviamo principessine e piccoli lord.
Merito della tata?
Miracoli delle tv?
I bimbi sono stati sedati?...io propendo per l'ultima ipotesi!

La trasmissione è carina e divertente, ma io ci aggiungerei anche una visitina a sorpresa alla famiglia un mesetto dopo: con i genitori legati in mezzo al salotto mentre le belve, che hanno ripreso il controllo, mettono a ferro e fuoco la casa!
“Who is he? He’s nobody”
“He’s her choice and she’s our daughter”

tratto da "Il profumo del mosto selvatico"(A walk in the clouds, 1995).

ps: Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti (o esistenti) non è affatto casuale
Sono tornata!
Ricominciano le trasmissioni…

I viaggi in treno hanno sempre il loro fascino.
La tratta Venezia-Torino, ad esempio, in qualsiasi periodo dell’anno e a qualsiasi ora è sempre affollatissima!
Negli anni ho trascorso infinite ore seduta nei corridoi, mentre i fortunati, che bivaccavano negli scompartimenti, mi guardavano con un misto di superiorità e compatimento: lo stesso sguardo che, nei giorni di pioggia, indirizzano gli automobilisti ai poveri tapini in attesa alla fermata dell’autobus.
Questa volta non mi sono fatta fregare! Sono salita a Verona fornita di prenotazione!
Mi sono dovuta lanciare al volo sulla prima carrozza che mi è capitata: la numero 4. Peccato che il mio posto fosse sulla 7.
3 carrozze possono essere molto difficoltose da attraversare, quando si ha con sé:
una borsetta da passeggio,
uno zaino pieno di regalini, gonfio come la sacca di Babbo Natale,
una borsa colma di libri ( 5kg di cultura medica)
e un trolley (6-7kg di abitini e scarpette)
…insomma: IL MINIMO INDISPENSABILE!
Lungo il tragitto ho lasciato morti e feriti, vittime delle mie inconsapevoli borsettate, e mi sono beccata insulti e maledizioni in svariate lingue e dialetti.
Dopo 15 minuti ho finalmente raggiunto il mio posto: carrozza 7, posto 94, mediano
…ovviamente: già occupato! La cosa è inevitabile da quando Trenitalia ha deciso di non segnalare più le prenotazioni. Ottima tecnica per stimolare le risse tra passeggeri!
Completamente stravolta, sudata e puzzolente, ho individuato il ragazzetto “monomarca” che, fresco come una rosa, occupava il mio posticino e con un filo di voce gli ho detto: “Scusa, ma il 94 è prenotato”.
Lui ha deciso di ignorarmi.
Io gli ho ripetuto:”Quel posto è prenotato”…poverino, così giovane e già ipoacusico.
A quel punto è stato costretto a degnarmi della sua attenzione: “Embè? Io dove vado?”

Risposte possibili:
a)E chissenefrega?
b)Dove vai non lo so, ma so dove ti manderò se non alzi subito il tuo sederino firmato!

Non ho utilizzato nessuna delle due opzioni, ma ho preferito la risposta più educata che in una situazione del genere mi è sovvenuta:
“Scusa, e io dove vado? La prenotazione l’ho pagata. Quello è il mio posto!”…ero troppo stanca, meglio di così non sono proprio riuscita a fare.

Per la cronaca: il fighetto si è alzato e mi ha lasciato il posto, guardandomi come se io fossi la più grande carogna sulla terra e lui, nella sua infinita bontà, mi stesse facendo un favore.
Delle volte essere ben’educate è un vero peccato.
Sarebbe stato così divertente riempirlo di simpatici insulti e fare una bella scenata: così liberatorio!
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