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Il giorno di Pasqua CuginoA, SorellaCole e Jane hanno fatto una cosa che non facevano da tanto: si sono ritagliati del tempo solo per loro.
Niente mariti, niente fidanzati, niente mogli: solo loro tre, come quando erano piccoli. Quando Jane era una bimbetta di quattro anni, con la testa piena di ricci e le guanciotte tonde; quando CuginoA, di poco più grande, sfoggiava delle orecchie con cui avrebbe potuto sfidare Dumbo in una gara di volo; quando SorellaCole, ancora preadolescente, era solo un pallido abbozzo della splendida ragazza che sarebbe diventata in seguito.
I tre marmocchi adoravano il telefilm di Batman, quello con il protagonista più pingue che palestrato, le scenografie di cartapesta ed i combattimenti esilaranti.
Amavano così tanto lo show da cercare di reinterpretarlo a loro modo. Cugino A., in piena sindrome da maschio alfa, si auto eleggeva uomo pipistrello. SorellaCole, in qualità di "donna" del gruppo, esigeva per sé il ruolo di Batgirl.
Jane, la più piccola del trio, veniva costretta dagli altri due a rivestire i panni di Robin. Personaggio minuto e sfigato, la cui unica funzione era quella di cacciarsi nei guai.

In occasione di questa rimpatriata i tre compagni di giochi, ormai troppo cresciuti per entrare nelle calzamaglie da supereroi, hanno preferito un passatempo molto più banale: sono andati al cinema.

Dopo aver incrociato le pellicole in programma, con le sale più vicine ed i gusti personali, la loro scelta è caduta su la commedia di Carteni: “Diverso da chi?”
Un film divertente, soprattutto nella rappresentazione del mondo della politica, con i giochi di potere, le primarie farlocche, il centrosinistra sempre sull’orlo dell’autodistruzione ed il centrodestra sfacciatamente populista.
Meno riuscita la parte in cui la vicenda pubblica lascia lo spazio a quella privata: la trama tende a sfilacciarsi un po’, il ritmo ne risente ed Argentero non risulta all'altezza del ruolo, non riuscendo a dare spessore al proprio personaggio, ma riducendolo a tratti all'ennesima macchietta gay.
Promossi, invece, Nigro e la Gerini.
Nel complesso 102 minuti gradevoli, arricchiti dalla buona compagnia ed una confezione extra di pop corn.

Ora vi saluto: io ed i miei compari dobbiamo correre a salvare il mondo!
Tutto ebbe inizio con un innocuo viaggio a Padova insieme a Bortolami. L'Italia del rugby era in crisi e noi decidevamo di fondare una nuova squadra con l'obiettivo di garantire un futuro alla palla ovale azzurra.

Due settimane fa fu la volta dell' Ex Pazzo. Il crucco aveva aperto un blog ed era diventato famosissimo scrivendo centinaia di post improntati al dileggio della di lui ex fidanzata: io.

Mercoledì scorso, in un crescendo surreale e preoccupante, godevo di una cena con annessa piacevole conversazione in compagnia di quell'ominide che risponde al nome di Fabrizio Corona.

Per finire, l'altra notte mi sono ritrovata seduta ad un convegno del Popolo delle Libertà con l'imperatore Silvio che pontificava dal palco ed io, in mezzo agli altri, a bermi ogni parola in religioso silenzio e composta rassegnazione.

Nell'attesa che il mio inconscio riacquisti l'equilibrio (evidentemente) perduto, mi affiderò alle flebo di caffè: meno dormo e meglio è.

(Foto tratta dal sito de La Repubblica )
Ciccio è interista.
Jane juventina.

Ciccio ama il calcio.
Jane preferisce il rugby.

Sabato sera i due innamorati andranno allo Stadio Olimpico di Torino a vedere il "derby d'Italia": juventus-inter.

Ciccio è agitato come un bambino alla vigilia di Natale.
Jane un po' meno.
C:"Mi porto la macchina fotografica e pure il binocolo"
J:"Io potrei portarmi qualcosa da leggere"
C:"Ma come? Non sei contenta? Non sei eccitata?"
J:"'nsomma"

Jane qualche mese fa andò a vedere la nazionale di rugby e, come ben ricorderete, allora era decisamente più impaziente.
Perché?
Ma come perché? E ve lo devo pure spiegare?
(Sergio Parisse, meraviglioso capitano della nazionale italiana di rugby: bravo e bello)

(Zlatan Ibrahimovic, attaccante dell'inter: bravo e basta)

Non c'è paragone. No no.
Nel 1976 in Friuli viveva un ragazzotto dinoccolato, con una simpatica faccia da schiaffi, poca voglia di studiare e molta di correre dietro alle ragazzine.
Una sera, mentre giocava a calcio con gli amici, un boato sordo squarciò l'aria e la terra gli tremò sotto i piedi.

Nei giorni successivi vide solo distruzione e morte. E quando una scossa di assestamento particolarmente forte lo colse nel sonno, non ebbe la prontezza di cercare riparo, ma si accucciò sotto le coperte, convinto che fosse giunto anche il suo momento.
Ma così non fu.

Quel ragazzino è cresciuto ed ora è un uomo. Il mio.
No, non sono scappata ai Caraibi.
No, non mi hanno rapita gli alieni.
No, non mi è esploso il PC. Anche se ultimamente sta dando preoccupanti segni di insubordinazione.

In questo periodo latito dal mio e dai vostri blog a causa di una gravissima e cronica mancanza di tempo.
Peccato, avrei vari argomenti interessanti di cui parlarvi:
la suocera che vorrebbe farmi il bagno nell'acqua santa;
Tutankamon, il collega infermiere, simpatico come un gatto attaccato alle mutande e vitale come una mummia egizia;
e la sorprendente mammaCole che, rassegnatasi all'idea di avere Ciccio come genero, ha deciso di farmi il corredo. Aiuto!!!

Per ora dovrete "accontentarvi" di una delle cose più carine che offre la TV in questo periodo: "La storia minima dell'arte" di Natalino Balasso.

Originale e divertente.

In terza media Jane andò in gita in una ridente località piemontese, dove ci si poteva dedicare all'equitazione, al tennis, al tiro con l'arco ed anche al nuoto.

Durante un'ora trascorsa in piscina, la piccola e fragile ragazzuola fu vittima di uno scherzo da parte di Max. Un compagno affatto piccolo ed affatto fragile: un metro e 60 per 100 kg.
L'"esile virgulto" attaccò la malcapitata alle spalle e cercò di infilarle la testa sott'acqua, ma la giovine se ne stava appoggiata con i gomiti al bordo della vasca e così, invece di finire direttamente sotto, prima subì un'iperestensione del collo.
Un dolore pazzesco!!!

Nel giro di pochi minuti ella divenne rigida come uno stoccafisso e per qualche giorno non poté girare la testa né a destra né a sinistra.
Ma quando mammaCole, furiosa con il buzzurro che tanto dolore aveva provocato alla sua bambina, minacciò di andare a parlare con i genitori di lui, la piccola Jane si oppose.

Il misfatto,dunque, passò impunito, ma la vostra blogger non ne ha mai perso memoria. A distanza di anni, il collo continua a darle periodicamente fastidio. Finora erano doloretti sopportabili, ma la settimana scorsa, per un banale colpo d'aria, si è ritrovata completamente bloccata.

L'altra notte, nel proprio letto di dolore, ella ha passato il tempo a pensare al suo compagno di scuola ed a pentirsi di non averlo preso a mazzate o almeno ad insulti quando se lo sarebbe meritato.
Insonne e dolorante, si è cullata nell'illusione che, per giustizia divina, anche il perfido Max fosse sveglio, preferibilmente in balia di un attacco di colite.

Jane Pancrazia Cole ha compreso cos'è il Rancore.
Sabato, mammaCole e le sue figliole hanno tessuto la tela del loro piano diabolico. Obiettivo da perseguire: raggirare lo sprovveduto papàCole e mantenerlo all'oscuro della festa prevista in suo onore alle 22 e zerozero.

La mamma ha cercato di tenerlo occupato tutto il pomeriggio, stordendolo con una serie infinita di compiti da svolgere e richieste da evadere. In pratica è stata rompiballe come al solito, ma questa volta l'ha fatto per una buona causa.
Jane si è occupata della parte dolciaria: ha ordinato una torta mastodontica e delle paste secche dal peso specifico pari a quello del piombo e poi ha occultato il tutto; resistendo stoicamente alla tentazione di intrattenersi in una solitaria orgia di panna e cioccolato.
SorellaCole, detta anche GolaProfonda, si è concentrata sul compito affidatole: non spifferare niente. Lei, consapevole dei propri limiti, per sfuggire qualsiasi tentazione, si è chiusa in casa, ha staccato il telefono e si è imboscata nello sgabuzzino a risolvere sudoku per tutto il giorno.

Alle 20 e zerozero, in perfetto orario con il rullino di marcia, l'allegra famigliola ha messo i propri piedini sotto il tavolo del ristorante ed ha proceduto all'ordinazione di lussuriosi piatti a base di pesce.
Tra vongole, cozze e scampi il tempo è volato, ma mentre il festeggiato si abbandonava all'estasi ittica, i cospiratori non hanno perso d'occhio l'orologio ed alle 21 e quarantacinque erano tutti sazi, incappottati e pronti per tornare a casa.

La mater familias, preso il consorte sotto braccio, ha proceduto lentamente, molto lentamente, molto molto lentamente verso la Cole macchina.
Mentre le figlie ed il genero preferito (beccati questa Ciccio!) sono zompati sull'auto di quest'ultimo. SorellaCole non ha avuto neanche il tempo di esclamare: "Mi raccomando, dobbiamo fare in fretta!", che il di lei marito era già partito sgommando.
Un percorso di un quarto d'ora è stato compiuto in 5 minuti scarsi: Jane, per la paura, ha perso un paio di anni di vita, ha acquistato qualche capello bianco ed ha visto la Madonna ad un semaforo.
Ma l'importante è che i tre siano arrivati in tempo per tirar fuori le vettovaglie ed accogliere gli ospiti.

Alle 22 e zerozero, papàCole ha aperto la porta ed ha trovato ad attenderlo una casa piena di parenti ed una tavola imbandita.

All'1 e 30, quando l'ultimo invitato si è chiuso la porta alle spalle, il capofamiglia ha esclamato: "Che fortuna che abbiano avuto tutti l'idea di presentarsi qua alla stessa ora. Sembrava quasi una cosa organizzata!"

E' ufficiale: non siamo noi ad essere delle moderne Mata Hari, abili nel tessere piani diabolici, è lui ad essere un tantino rimbambito.
Ma a noi piace così.

Tanti auguri papà!
Domani, 7 marzo, papàCole compirà la bellezza di 70 anni tondi tondi.
Per l'occasione le sue donne hanno organizzato una cena con annesso party a sorpresa.
In un tripudio di cozze, spaghetti allo scoglio, torta e pasticcini il pater familias verrà festeggiato da tutto il parentame al gran completo.

Ci saranno tutti.
Tutti tranne Ciccio.
Egli non può sollevare l'augusto sederone dal Trentino, ha da fare, si scusa tanto, ma non può abbandonare degli impegni inderogabili.

Jane non è arrabbiata.
No.
E' proprio inc@zz@ta nera.
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