Lunedì sera la bella Jane ha sciolto i propri fluenti e selvaggi ricci.
Ella era gnoccherrima. O almeno così si sentiva.
CognatoCole: "Ma come cavolo ti sei pettinata?...uahuauahuauha..." LaMati: "Con i petardi!...uahuahuah..." Ciccio: "...uahuahuahuahuahauahuah...i petardi...uahuahuauah...carina questa...uahuahuahuahuah...i petardi...uahuahuahuahuahuah..."
Jane non c'è rimasta male.
No.
Non c'è rimasta male proprio per niente.
Ma sappiate, crudeli parenti acquisiti, ingrate amiche e fidanzati senza cuore che voi siete: malvagi, brutti e solo invidiosi!!!!!
E vi puzzano pure i piedi! Ecco.
LAmicaMeri: "Ho preso un altro micetto per far compagnia a Luna." Jane: "Davvero? Che bello! Un maschietto?" LAmicaMeri: "Sì, dovresti vederlo, è un amore. L'ho chiamato Lyn." Jane: "Lyn? Che nome curioso. E' cinese?" LAmicaMeri: "No, è il diminutivo di Marilyn." Jane: "Marilyn???" LAmicaMeri: "Sì, da cucciolo era uguale a Marilyn Monroe. U-G-U-A-L-E!" Jane: "..." LAmicaMeri: "blablablablablablabla" Jane: "..." LAmicaMeri: "blablablablablablabla" Jane: "..." LAmicaMeri: "blablablablablablabla" Jane: "..." LAmicaMeri: "Jane? Ma mi stai ascoltando???" Jane: "Sì, no, cioè, veramente ero un po' distratta. Mi chiedevo..." LAmicaMeri: "Dimmi" Jane: "Questa storia del gatto sosia della Monroe..." LAmicaMeri: "Si?" Jane: "La posso scrivere sul blog? Ti prego ti prego ti pregooooooooo"
Può succedere di ritrovarsi al quarto giorno consecutivo di lavoro da casa. In pieno abbrutimento, con le occhiaie da panda, l'umore da Tirannosauro ed il portamento da gobbo di Notre Dame, a forza di starsene piantate davanti al pc.
Può succedere di decidere di resistere in questo stato devastante e devastato ancora per 24 ore, per poi l'indomani, a prescindere che il lavoro sia finito o meno, dedicarsi alla propria rinascita fisica e spirituale.
Può succedere però che, 5 minuti dopo aver preso questa saggia decisione, si presenti alla vostra porta la cugina perfetta, quella col lavoro perfetto, il marito perfetto, il guardaroba perfetto e la piega perfetta, facendovi sentire ancora più sciatte e miserrime.
Può succedere quindi di mandare alle ortiche i piani appena stabiliti ed anticipare il tutto di un giorno. Preparare la maschera per i capelli, quella per il viso, il gel contorno occhi e gli impacchi per la pelle secca. Aprire l'acqua bollente e gettarcisi sotto.
Può succedere che a fine doccia, uno dei vetri del box, inspiegabilmente, vi si sbricioli letteralmente addosso, lasciandovi scioccate ma illese.
Può succedere. A Jane Pancrazia Cole può succedere.
Ma secondo voi: tutto ciò, quando succede, rientra in qualche corollario della legge di Murphy o semplicemente nella sezione "Il destino cinico e baro sta cercando di eliminare fisicamente la povera Jane ma ella, miracolosamente, tiene botta"?
Io sono una persona tranquilla.
Anzi no, io sono una persona con un forte autocontrollo.
No, non è vero, io sono una povera repressa senza speranza.
Una di quelle che hanno così tanta paura di sbroccare che da anni piuttosto mugugnano, rimuginano, digrignano i denti di notte e convivono con l'acidità di stomaco di giorno.
Per fortuna però alcune volte, anche se mai abbastanza spesso, la serratura cede e la porta si spalanca.
Quant'è liberatorio poter fare una bella scenata? Lanciare quattro urla senza rimpianti, esplodere in almeno un paio di parolacce come si deve e poi girare i tacchi ed andarsene. Andarsene sorridendo. Sentendosi più leggeri e piacevolmente, crudelmente, legittimamente indifferenti allo sguardo da cane bastonato dell'incolpevole, ma neanche troppo, interlocutore di turno.
La felicità è concedersi, dopo mesi di sacrifici e privazioni, un doppio tuffo carpiato nella morbida, untuosa, lievitata libidine della celeberrima pizza casereccia di MammaCole.
...burp...
Per scoprire Lia Celi , che pensa ciò che pensi anche tu ma riesce a scriverlo come tu non riusciresti mai. Brava!
LAmicaMeri è stata un mese in India.
LaMati dieci giorni in Cambogia.
Jane Pancrazia 48 ore a Bardonecchia.
C'è qualcosa di profondamente ingiusto in tutto ciò.
Carlos Ruiz Zafón ha il dono del racconto.
Questo autore catalano non è certamente la penna più sofisticata o talentuosa in cui io, nella mia lunghissima carriera da lettrice, mi sia mai imbattuta, ma è sicuramente una delle più ipnotiche.
Zafón è in grado di condurre il lettore nel suo mondo magico con incredibile abilità. Solo una volta che ci si è lasciati alle spalle anche l'ultima pagina del libro e che si ha finalmente riacquistato il senno ed il raziocinio, emergeranno prepotentemente le incoerenze e le ingenuità della storia appena letta. Ma intanto, per giorni o settimane, si sarà piacevolmente soggiaciuto alla trascinante malia dell'autore.
Un sortilegio che ha l'effetto di un forte vino rosso spagnolo: ti rende la testa leggera, ti mette allegria e ti fa buttare alle ortiche il senso critico.
Carlos Ruiz Zafón ha il dono del racconto e la mia è tutta invidia.