La terra trema. Ancora. Ma questa volta è diverso. Non smette. Sono ancora viva qua sotto. Venitemi a prendere. (2009)
5 Aprile
sabato, aprile 05, 2014
Muoio oggi. Mi ritroveranno fra tre giorni. I nedeed some help to help myself. (1994)
4 Aprile
venerdì, aprile 04, 2014
"Ieri sera al cinema. Solo film di guerra. Uno ottimo di una nave piena di rifugiati bombardata da qualche parte nel Mediterraneo. Il pubblico molto divertito dalla scena di un grassone grande e
3 Aprile
giovedì, aprile 03, 2014
Ho sempre amato i giocattoli nuovi. Alla fiera di San Francisco rimango incantato di fronte all'Osborne 1, il primo computer portatile in commercio. (1981) Ho sempre amato i giocattoli nuovi. Alla fiera di
Era giunta finalmente la primavera.
Il sole illuminava la città dal centro di un perfetto cielo color carta da zucchero.
Il Professore avanzava lungo il marciapiede, portando con sé solo un sorriso aperto da un orecchio all'altro. Procedeva a passo tanto spedito, che le falde del lungo impermeabile faticavano a coprire gli ossuti polpacci.
Ossuti, ignudi, pallidi e glabri.
Il freddo era passato e il Professore poteva finalmente tornare a passeggiare per parchi, giardini e vicoli.
Passeggiare sotto il sole.
Compito ed elegante dal collo alla cintola.
Nudo come un pupo dalla cintola in giù.
Il più innocuo ed educato tra i maniaci di quartiere.
Un vecchio docente universitario, senza cattedra e senza pensione. Travolto, ma mai domo, dallo scandalo del suo vizietto.
Un cravattino rosso, una giacca grigia, e una camicia candida dal collo perfettamente inamidato.
Un gentile pericolo per vecchie e donne in odor di santità.
Lo conoscevano tutte da anni. Lui, col tempo, si era costituito una sorta di affezionata clientela.
Arrivava, aspettava che la vittima alzasse lo sguardo, e poi ZAC apriva l'impermeabile. Con grande soddisfazione di entrambe le parti.
"Buongiorno caro, mi fa piacere vedervi in forma" gli diceva la vedova Torroni. Nobile decaduta che trascorreva tutto il tempo a dar da mangiare ai piccioni del parco.
"Professore, che sorpresa! Ma è già primavera?" chiedeva la tata Clizia. Stagionata baffuta che aveva cresciuto tre generazioni di commendatori in casa Piperlo.
"Oh cielo, ma sapete che ho pensato proprio a voi stamane, quando al mio risveglio ho trovato una così bella giornata?" arrossiva gioiosa la signorina Pesce. Figlia mai maritata e soddisfatta del compianto Generale.
Tutte lo aspettavano. Tutte.
Ad ogni primavera occupavano i posti migliori tra panchine e fermate d'autobus e là, in devota attesa, sgranavano il rosario delle voglie passate.
Il Professore rendeva loro un servizio. Regalava loro un brivido. Celebrava con la sua degna mascolinità una mai spenta femminilità. Ma sempre con eleganza e galanteria.
Impossibile trovar volgarità tra il Professore e le sue Signore.
Gente d'altri tempi. Quando le porcherie si facevano per sincera vocazione e non noiosa provocazione.
Fine.
Il sole illuminava la città dal centro di un perfetto cielo color carta da zucchero.
Il Professore avanzava lungo il marciapiede, portando con sé solo un sorriso aperto da un orecchio all'altro. Procedeva a passo tanto spedito, che le falde del lungo impermeabile faticavano a coprire gli ossuti polpacci.
Ossuti, ignudi, pallidi e glabri.
Il freddo era passato e il Professore poteva finalmente tornare a passeggiare per parchi, giardini e vicoli.
Passeggiare sotto il sole.
Compito ed elegante dal collo alla cintola.
Nudo come un pupo dalla cintola in giù.
Il più innocuo ed educato tra i maniaci di quartiere.
Un vecchio docente universitario, senza cattedra e senza pensione. Travolto, ma mai domo, dallo scandalo del suo vizietto.
Un cravattino rosso, una giacca grigia, e una camicia candida dal collo perfettamente inamidato.
Un gentile pericolo per vecchie e donne in odor di santità.
Lo conoscevano tutte da anni. Lui, col tempo, si era costituito una sorta di affezionata clientela.
Arrivava, aspettava che la vittima alzasse lo sguardo, e poi ZAC apriva l'impermeabile. Con grande soddisfazione di entrambe le parti.
"Buongiorno caro, mi fa piacere vedervi in forma" gli diceva la vedova Torroni. Nobile decaduta che trascorreva tutto il tempo a dar da mangiare ai piccioni del parco.
"Professore, che sorpresa! Ma è già primavera?" chiedeva la tata Clizia. Stagionata baffuta che aveva cresciuto tre generazioni di commendatori in casa Piperlo.
"Oh cielo, ma sapete che ho pensato proprio a voi stamane, quando al mio risveglio ho trovato una così bella giornata?" arrossiva gioiosa la signorina Pesce. Figlia mai maritata e soddisfatta del compianto Generale.
Tutte lo aspettavano. Tutte.
Ad ogni primavera occupavano i posti migliori tra panchine e fermate d'autobus e là, in devota attesa, sgranavano il rosario delle voglie passate.
Il Professore rendeva loro un servizio. Regalava loro un brivido. Celebrava con la sua degna mascolinità una mai spenta femminilità. Ma sempre con eleganza e galanteria.
Impossibile trovar volgarità tra il Professore e le sue Signore.
Gente d'altri tempi. Quando le porcherie si facevano per sincera vocazione e non noiosa provocazione.
Fine.
2 Aprile
mercoledì, aprile 02, 2014
Occupiamo l'islas Malvinas. Comincia la guerra. (1982) Occupiamo l'islas Malvinas. Comincia la guerra. (1982)
Facce da Palco: parcheggi, epidemie, pennette al retrogusto di rimpianto (cronaca in differita della quinta serata eliminatoria)
martedì, aprile 01, 2014
Una serata può cominciare in vari modi. La mia cercando un posto auto per la bellezza di 60 minuti. Provo vicino al locale (Cafè des Arts, in via Principe Amedeo 33), provo lontano
1 Aprile
martedì, aprile 01, 2014
99% dei voti. Nasco oggi. Sono la Repubblica Islamica dell'Iran. (1979) 99% dei voti. Nasco oggi. Sono la Repubblica Islamica dell'Iran. (1979)
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