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Vi avevo promesso un nuovo progetto.
Ogni promessa è un debito.

Da dopodomani, mercoledì 7 maggio, inizierò a pubblicare un mio romanzo.
No, non temete, non ci saranno attese bibliche questa volta. Il lavoro è finito da un pezzo e io devo solo programmare tre post a settimana: il lunedì, il mercoledì e il venerdì.

In principio fu una storia vera. La storia divenne un racconto, che i più affezionati di voi ricorderanno.
Un racconto spedito a una piccola casa editriche che mi propose di farne un romazo.
Io così feci, ma nel frattempo la casa editrice visse periodi di crisi e revisione editoriale, e io rimasi con il mio piccolo mondo inventato impigliato tra le mani.

Da quel momento in poi il manoscritto ha vissuto periodi bui e luminosi. Più bui che luminosi, a dire il vero.
Ha visto apprezzamenti e bocciature, ma mai una concreta, realistica e non truffaldina possibilità di stampa.

E quindi?
E quindi io ho deciso che questo mio esperimento doveva comunque vedere la luce.
Scrivo per essere letta. Scrivo per raccontare storie. E se una storia non viene raccontata che razza di storia è?

Dopodomani si parte col prologo.
La protagonista vi accompagnerà lungo la sua vita.
Ci saranno sorrisi, lacrime, e ciliegie. Tante ciliegie.
Se vi va, state ad ascoltarla.


Meno due.
Meno due serate alla fine di quest'avventura.

Mi vesto, mi trucco e mi parrucco per l'evento.
Prendo la macchina, parcheggio a mille chilometri di distanza, e m'incammino verso la Casa del Quartiere.
Insomma, fino a qua, niente d'insolito.

Arrivata a destinazione, un po' nostalgica e un po' euforica, saluto tutti, scatto le prime foto, e mi bevo una birretta pronta a entrare nel giusto mood.
In realtà, questa sera il clima non è di gioiosa attesa, ma d'inevitabile catastrofe.
Lo spettacolo prevede molti cambi palco macchinosi, con elevato rischio d'inconvenienti, ritardi, errori, buchi, inondazioni, cavallette e invasione aliena.
Per questo motivo la calda soubrette Natalia è posseduta dalla signorina Rottermeier. Non sorride ma ringhia, non ancheggia ma si muove con passo marziale, non sbatacchia le ciglia ma lancia sguardi di fuoco.
Ho paura!
Ma ho anche fiducia in tutta l'organizzazione e negli Dei benevoli. Ne usciremo vivi anche questa volta. Se Natalia non ci stermina prima.

Lo spettacolo inizia subito col botto: tornano in scena Caterina Fornaciai e Luca Terraciano della Compagnia A_Tratti_Brevissimi di Roma. Tornano con il  "Dialogo di una prostituta con il suo cliente" di Dacia Maraini. Tornano un poco titubanti all'inizio, ma poi ancora più coinvolgenti dell'altra volta.  
Alla fine quasi mi commuovo. Non sono io che mi sto rammollendo. Sono loro ad essere proprio bravi. Intensi. 
Attori e testo di altissimo livello. 
Ricevono un applauso lunghissimo e caloroso. Forse il più lungo di tutta la rassegna.

Con un inizio di così alto livello il cammino si fa più ripido per tutti gli altri. Il metro di paragone si è alzato.

Ora tocca ad Alessandra Donati, Beatrice Neri e Silvia Rosellini. Riportano da Livorno la loro Carmilla. Vampira ottocentesca che si muove tra musica, danza, ossessioni, e libertà. Lo spettacolo è stato un po' modificato rispetto alla versione della fase eliminatoria. Francesca, la presidentessa di giuria, apprezza i cambiamenti. Io, in verità, preferisco la prima versione. Ai miei occhi più fluida e meno macchinosa.

Per terzi tocca a Massimo Sussetto e Roberto Lo Baido: il duo Wood Beat. I musicisti ripescati in qualità di migliori secondi classificati nella fase eliminatoria. 
Chitarre e voci, ripropongono il loro talento e la loro semplicità. Conquistano nuovamente pubblico e giuria. Mentre l'anzianotta blogger sospira in un angolo. Come risulta da rara documentazione fotografica (gentilmente concessa da Marco Benzoni, Lefotodelcuore Click). 


Per chi se lo chiedesse: sono la riccia sulla destra. E no, non sto guardando devotamente la Madonna, ma Massimo e Roberto. Devotamente.


La serata si conclude con Stefania Lapertosa e Luciana Nigro, dirette da Luca Ascari e supervisionate da Davide Allena. Nuovamente in scena con “Marie. L’oscura era della ragione". 
La scorsa volta, pur essendo poco pratica e incline a questo tipo di teatro, ne avevo percepito l'intensità. Questa volta, invece, non riesco a lasciarmi coinvolgere. Troppi gli errori, le sbavature, le piccole e grandi cose che non funzionano. Colpa della sfortuna ma anche dell'inesperienza. Un peccato.




Anche questa semifinale si è conclusa. Ora tocca a pubblico e giuria. 
Bastano pochi minuti, i conti sono presto fatti. Natalia e Lothar annunciano la vittoria di Caterina e  Luca e del loro "Dialogo di una prostituta con il suo cliente".
Non sono sorpresa. Nessuno merita la finale più di loro. 

E ora?
Ora ci tocca aspettare il 16 maggio per scoprire la Faccia da Palco 2014.
Una sfida tra romani. Una sfida tra comico e drammatico. Una sfida dove la faranno da padroni il talento e il lavoro.

A presto!
Negli ultimi tempi ho scritto spesso di Torino e, con mia grande soddisfazione, lo farò anche in futuro.
Ma ciò, inevitabilmente, esclude molti miei lettori. Ed è soprattutto per questi ultimi che, gioiosa come un furetto ubriaco, rispolvero la rubrica Nella Rete.
Il web è usufruibile da tutti e in ogni luogo, che siate in vacanza dall'altra parte del mondo o in galera, internet può raggiungervi. In alcuni casi è una iattura, ma in altri un'enorme opportunità.

Webcam Series è un progetto torinese, perché qua da noi si sprizza creatività da ogni poro, di cui potrete godere tutti. A Milano, Roma, Napoli, Catania, Oslo, New York, Katmandu, Venere e pure Saturno.

Una serie web realizzata con due mezzi semplici, diffusi ed economici: le webcam e i cellulari.

A partire da stasera, ogni mercoledì alle 20, verrà pubblicato un nuovo episodio. Un thriller a costo minimo per le strade e le case sabaude, i marciapiedi e le scrivanie, le piazze e le camerette.

Siete curiosi, ma volete saperne di più? Questo è il trailer che, per inciso, mi piace assai.



Per realizzare un progetto del genere ci vuole tempo, impegno, passione, e un po' di lucida follia, che fa sempre comodo. Chi ci ha messo tutto questo?
Gli attori: Paolo Carenzo (una Faccia da Palco D.O.C.), Alice Piano, Alex Zac Zacchello, Marina Babette Bergesio, Carly Cocò, Carlo Cravino, Alberto Greco, Giovanni Ala d'Orata Pupino, Yahya Ayari e Gaetano Minissale.  
I registi e gli sceneggiatori: Giulia Legora, Giuliano Piccolini, Francesco Quadri
La produzione: Punto3.
Il delegato di produzione: Dieguito Dentico.
L'assistente al web marketing: Luca Dirutigliano.
Il compositore della sigla: Giangiacomo John Gagliano.
La truccatrice: Greta Legora.
E ancora Formica Federica, Cesare Baldratti, Giancarlo Quadri e la famiglia Legora.


Tanta gente che ha fatto una scommessa. 
Io voglio vedere come andrà a finire. 
E voi?
Sono Rossana Rotolo e oggi concludo Il Mio Progetto.
(2014)
Sono Iqbal Masih.
Sono un lavoratore.
Sono un sindacalista.
Sono un bambino.
Sono il simbolo della lotta contro il lavoro minorile.
Oggi muoio. Oggi mi uccidono.

(1995)
Questa volta non mi fregano.
Esco di casa a un orario decente. Sopporto stoicamente il traffico assurdo del sabato sera. Non faccio inutili giri in cerca di parcheggio, ma mi arrampico subito dietro alla Gran Madre. Poi, fischiettando disinvolta, scarpino per venti minuti tra gente che va a cena, gente che va a fare l'aperitivo, gente che va a bere. Gente che va e basta.

Arrivo al Café des Arts in perfetto orario e, tale è la gioia, che sbaciucchio chiunque senza un minimo di ritegno. Facce da Palco sta per finire, e io sto pericolosamente prendendo la china del "vi amo tutti e mi mancherete un casino!"

Gli artisti sono già presenti. I Bella Domanda giocano a calcetto. I Sumadai tentano di corrompermi con quattro complimenti (i soldi ci vogliono, ragazzi, i soldi!). Cecilia D'Amico stringe la sua cartelletta come Linus la coperta. Cristina Castigliola e Paui Galli esibiscono lo sguardo pallato del terrore.

Questa non è una serata qualunque. Questa è la prima semifinale. Tutti i presenti hanno già assaporato il gusto della vittoria. Tutti hanno superato il primo turno. Ma confermarsi non è mai facile. Per questo motivo c'è chi si fa divorare dall'ansia e chi cerca invece, più saggiamente, di pensare ad altro.

Io friggo di curiosità, mi accomodo in prima fila, e mi preparo a godermi lo spettacolo.

Natalia, Lothar e Dragosh aprono le danze con un quiz cinematografico. Loro recitano e noi dobbiamo indovinare i film. I titoli non sono difficili, ma il timore dei premi "stile Bulgazia" inibisce tutti. Gli sventurati che provano a rispondere ci riescono, e si portano a casa, tra le altre cose, l'onore di ospitare il terzetto di presentatori per una settimana. Quando si dice la fortuna!

Ma ormai è giunto il tempo, basta menar il can per l'aia, mandare la gatta a mangiare il lardo, o assistere al suicidio delle capre sotto le panche. Ora inizia la semifinale.

Per prime tocca a Cristina e Paui. Portano un estratto del loro spettacolo che tratta dell'orologio che corre veloce e della necessità del tempo libero.
Il testo si divide tra uno scherzo in un atto di Cechov, la vita vissuta di Cristina, e i ritocchi di Paui. Uno spettacolo scritto molto bene e reso vivo dalle due attrici. Due attrici che però sembrano soffrire particolarmente la tensione dell'evento. Se due settimane fa erano state perfette, questa sera mostrano qualche imprecisione. Forse qualcuna di troppo.
Io dalla prima fila faccio il mio miglior sorriso rassicurante, e prendo definitivamente consapevolezza del fatto che non sarò mai una blogger cattiva. Una di quelle che scrivono recensioni spietate, una di quelle che si divertono ad essere acide, perché la cattiveria vende o perché sono proprio stronze di loro.
Che poi io stronza ci sarei anche: chiedetelo ai miei amici, soprattutto a quelli che non mi parlano più.
Ma che ci posso fare? A Facce da Palco non ci riesco. Mi sono affezionata a questi artisti come una scema. Li vorrei vedere sempre al meglio, manco fossi una nonna alla recita dell'asilo.
E così, dicevo, faccio il mio sorriso rassicurante e sono tutta una vibrazione positiva. "Tranquille, rilassatevi, va bene" ripeto in loop nella mia testa. Sperando che i miei pensieri arrivino fino sul palco. Insomma, una pazza fatta e finita!
Comunque, dopo qualche minuto di difficoltà, la rappresentazione prosegue con la scioltezza e la passione della serata eliminatoria. Ed io alla fine esplodo in un applauso liberatorio.
Cristina Castigliola e Paui Galli sono state brave. Sì, ma possono esserlo molto di più. Lo so. Le ho viste due settimane fa. E spero di vederle ancora a quei livelli, se non a Torino almeno a Milano. (Vi terrò d'occhio, eh!)

Dopo di loro tocca a Cecilia D'Amico. E si ride. Si ride come matti.
La comica romana è ancora più travolgente dell'altra volta. Riempie il palco e gli occhi di chi la sta a guardare. Impossibile resistere a tanto talento e personalità.
Nella serata eliminatoria mi era piaciuta, ma oggi di più. Oggi l'adoro. E con me tutti quanti.
E' un trionfo!

Per terzi salgono sul palco i Sumadai, gli improvvisatori che portano in scena i segreti del pubblico.
E cosa combinano? Fanno quello che non ci si aspetta. Scelgono, inconsapevolmente o meno, la via più difficile. Stasera, invece di far ridere, raccontano una storia drammatica e struggente.
Di fronte all'improvvisazione spesso ci si aspetta solo la risata facile, al limite dello sketch. Loro, invece, cambiano via. Avanzano per una strada meno battuta. Ed emozionano. Bravi e coraggiosi!

Infine è la volta dei Bella Domanda, il duo comico che si era aggiudicato la prima serata eliminatoria. Sembra passato un secolo, anche se si tratta solo di poco più di un mese. Loro mi erano piaciuti, ma mi chiedo se abbiano limato le imperfezioni, lavorato sul pezzo, aggiustato alcune cose. Sì, insomma, mi preoccupo come una vecchia zia coi nipotini che fanno la maturità .
Che dicevo della mia inettitudine da blogger perfida? Ecco, appunto.
I Bella Domanda tornano a Facce da Palco dopo 43 giorni. Tornano con un pezzo simile ma diverso dal primo. Così come l'altra volta, la parte che amo di più è quella finale con un esilarante colloquio di lavoro. (A proposito, ragazzi, a me piaceva di più quando vi scambiavate la giacca piuttosto che gli occhiali. Capisco che gli occhiali siano più facili e rapidi da gestire, ma la giacca secondo me era un vero colpo da maestro).

Si sono esibiti tutti.
E' il momento delle votazioni. I giudici danno i numeri. Il pubblico riempie i barattoli delle proprie preferenze. Io sto in prima fila e mi chiedo chi vorrei che vincesse. C'è chi ha un ottimo testo; chi una personalità strabordante; chi c'ha messo cuore, fegato e un altro paio di organi interni; e chi ha una comicità più affine alla mia.

Potrebbe vincere chiunque. Chiunque lo meriterebbe.

Alla fine Natalia e Lothar prendono la parola.
"Il primo finalista di Facce da Palco è Cecilia D'Amico!" annunciano.
Gioia e pure un poco di commozione.
Tutti bravi!
Bravissima Cecilia.

A maggio la finale.
Intanto, fra due settimane, la seconda semifinale.
Ci si becca sabato 26 aprile alla Casa del Quartiere.
Non mancate!
Il boato. I detriti. Le urla.
A pochi metri dal traguardo.
(2013)
Annunciamo la mappatura del genoma umano.
(2003)
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