Radio cole
  • Home
  • Laboratorio di Scrittura via Newsletter
  • Adelina
  • Il Mio Progetto

Dopo anni, anni e anni da blogger-poveraccia mi sono finalmente fatta il Dominio. Ed è stato bellissimo.

Ispirata da questo post di Cannibal Kid, guidata da quest'altro di Costanza, e salvata dall'esaurimento nervoso da quest'ultimo di Pietro Web, ho fatto mio un angolo di rete che risponde all'ovvio nome di www.radiocole.it
E, nel compimento dell'impresa, non ho commesso neanche un guaio informatico irreparabile e non ho guadagnato neanche una ciocca di capelli bianchi da stress. E di ciò mi bullo moltissimo.

Dopo essermi bullata passo a tranquillizzare i miei più abitudinari lettori: potete continuare ad utilizzare anche il vecchio indirizzo (www.radiocole.blogspot.com) perché tanto verrete comunque teletrasportati qua. A casetta. Nella vecchia e cara Radio Cole. Dove, come potete vedere con i vostri stessi occhi, è cambiata la via ma l'arredamento è rimasto sempre lo stesso. Per ora.

Questo minuscolo passo per l'umanità, ma enorme per la mia bloggeritudine, sarà il primo di una serie d'interventi di style e restyle necessari per dare nuova linfa, ordine, e concretezza al mio lavoro.
Ma non agitatevi, state sereni, lo spirito di condivisione, amore per la bellezza, e passione per la stupidera continuerà a regnare sovrano su questa pagina. E ci mancherebbe altro, la padrona di casa sono sempre io. Anzi, d'ora in avanti, lo sarò persino di più. No, non più stupida, solo più padrona.
Questa cronaca, che non è una cronaca, parte da più lontano del solito.
Parte da una settimana prima dello spettacolo. Parte da un piovoso sabato mattina in cui il socio ed io siamo andati a San Pietro in Vincoli.

La rassegna teatrale Palco Oscenico e la pagina facebook Humans Torino quest'anno hanno stretto un Media Parternship. Detto così fa molto figo, ma anche incredibilmente freddo.
In realtà quest'estate Nat ed Elena, già organizzatrici di Facce da palco, mi hanno chiesto "Vi va, a te e il socio, di fotografare e intervistare i nostri artisti?" "Certo che ci va!"
Molto meno figo ma decisamente più umano.

Così è nata la collaborazione. Collaborazione che ci ha portato ad incontrare persone interessanti in luoghi interessanti. Un gorilla in un bar. Due pazzi ai bordi di una fontana. E un gruppo di attori in una chiesa sconsacrata. E' questo che è San Pietro in Vincoli. Una chiesa sconsacrata all'ingresso di un ex cimitero.

Ecco spiegati, il socio ed io, un plumbeo sabato mattina a parcheggiare, varcare un cancello, attraversare un porticato, passare una porta, scendere delle scale e...
...e perderci.
Ebbene sì, ci siamo persi nei corridoi sotterranei di una chiesa sconsacrata.
Ci siamo persi tra le mille fotografie di una mostra appena allestita. Meravigliosa ma inquietante.
Ci siamo persi con lui che rideva e cercava di farmi paura. Ed io che tentavo dignitosamente di essere disinvolta ma che, tutto sommato, avrei preferito stare da un'altra parte. Meravigliosa (io) ma fifona e impressionabile.

Dopo dieci minuti di giri a vuoto, altre scale e porte serrate, siamo tornati sui nostri passi per ritrovare finalmente la giusta strada.
"Prego, accomodatevi" ci ha detto in un soffio Katia facendoci entrare, mentre gli altri stavano già provando. Gli altri erano gli artisti del LabPerm sull'Arte dell'Attore. Parlavano, cantavano, sussurravano. Ripetevano, correggevano, confrontavano. Tutto questo mentre il socio fotografava ed io cercavo di farmi il più piccola possibile. Per non disturbare, infastidire, rompere la magia. Piccola e mimetizzata con la parete. "Ti vuoi sedere?" mi ha chiesto mille volte Katia. "No, no" ho risposto mille volte io, dritta come un fuso. Un fuso che tratteneva il fiato e sgranava gli occhi. Perché le prove, spesse volte, possono essere più interessanti dello spettacolo stesso. Secondo me non si perde la magia, a differenza di quanto accade a Dorothy quando scopre l'ometto celato dietro la grande maschera di Oz, ma si comprende il meccanismo, l'ideazione, la fatica, la narrazione.

Poi i personaggi sono tornati ad essere persone. Il racconto vita. Ed una caffettiera è stata messa sul fuoco. L'incanto è diventato accoglienza.
Insomma, le prove si sono interrotte per un po' e noi ci siamo messi al lavoro. Il socio ed io abbiamo fotografato ed intervistato. E da quei pochi minuti di chiacchiere è nato questo post.


Uno dei miei preferiti da quando è iniziata l'avventura di Humans Torino. Se volete vederlo per bene, e magari guardare l'intera pagina, e già che ci siete dare un'occhiata alle altre foto, e inoltre metterci anche il like, cliccate qui. Altrimenti che voi siate maledetti! amici come prima.

Una settimana dopo, il 22 novembre, mentre il socio se ne stava in giro come al suo solito, io sono andata a vedere la data dei LabPerm all'interno del calendario di Palco Oscenico. Niente chiesa sconsacrata questa volta, ma l'accogliente e familiare Cafè des Arts. Non lo spettacolo originale per intero, dato che mancava il tempo e soprattutto lo spazio, ma una sintesi il più coerente e vicino possibile al prodotto completo e originale.
Ho visto 45 minuti di rabbia e poesia, musica e canzoni, storie e personaggi. Quarantacinque minuti per rappresentare la società attuale con limiti e storture, ingiustizie e follie. Tre quarti d'ora di talento e passione, comunicazione e arte, lotta e denuncia.

Noi del pubblico eravamo seduti vicini, stretti, periferici per lasciar il maggior spazio  possibile alla rappresentazione. Ed è proprio da quella posizione che, oltre ad osservare gli artisti, ho potuto guardare anche la gente. Il ragazzo perplesso, la donna rapita, la bambina attenta. Ed ho capito. E' questo il bello di un progetto come Palco Oscenico. E' questo il suo senso. Il teatro fuori dai teatri. A disposizione di tutti. Di chi cercherebbe il bello comunque e di chi ha bisogno di essere rincorso. Ogni forma di arte performativa e spettacolo: l'improvvisazione, il cabaret, la sperimentazione. Ad ogni appuntamento uno spicchio diverso di questo mondo. Tutto a disposizione di tutti. In luoghi accessibili e vicini, seppur in alcuni casi non particolarmente adatti. Per l'opportunità di chi rappresenta e di chi gode della rappresentazione.

Palco Oscenico torna a gennaio e io ci sarò. Come sempre. Gioiosa ed orgogliosa.
"Shhhhh...abbassa la voce"

Volete darmi sui nervi?
Ditemi questa semplice frase.
"Shhhhh...abbassa la voce"
Disponibile anche nella variante "Shhhhh...non urlare"

Non importa che io stia davvero urlando o abbia semplicemente un tono troppo alto rispetto al contesto in cui mi trovo. Questo richiamo mi farà andare il sangue al cervello. Immediatamente.

Non so da cosa dipenda la mia reazione istintiva. Non so a quale trauma infantile debba essere fatta risalire. Il risultato è sempre lo stesso.

L'interlocutore dice "Shhhhh...abbassa la voce". E il mio cervello registra "Stai zitta cretina!" oppure "Non urlare, razza di cafona inadeguata" o ancora "Chiudi quella boccaccia, imbarazzante femmina che non ha ancora imparato a comportarsi".
Ed è solo grazie al mio esiguo ma efficiente pacchetto di neuroni razionali, più o meno il 5% del totale, che non salto subito alla giugulare del richiamante. Cioè, mentalmente lo faccio. Attacco al collo il malcapitato, strappo la testa con un morso, e poi faccio roteare il cranio tenendolo per i capelli. Ma realmente no. Realmente mi limito ad abbassare la voce e continuare a parlare. Riuscendo, molto spesso, persino a mantenere un'espressione neutra.

E voi? Non vorrete farmi credere che io sia l'unica ad avere queste turbe?
Non c'è nulla che vi dia esageratamente e inspiegabilmente fastidio?
Raccontate. Raccontate con il tono di voce a voi più congeniale.
Due settimane fa sono entrata nella Villa della Tesoriera. Delle signore mi hanno accolto. Ho scelto dei racconti di amicizia. E ho preso appuntamento.
Mi sono sentita a  metà tra una libreria e una visita alla mutua.

Ogni mezz'ora un libro in carne ed ossa. Ogni mezz'ora un libraio ad accompagnarmi per meravigliosi corridoi, scale e saloni.

Due settimane fa ho partecipato a Human Library Torino.
Un progetto. Un'esperienza. Un'idea.
La riscoperta del racconto orale.

Persone pronte a raccontare la propria storia e persone pronte ad ascoltarle. In un rapporto esclusivo. Occhi negli occhi.

Il mio pomeriggio con Human Library è stato un pomeriggio di bellezza.
La bellezza di Ikram con i suoi meravigliosi capelli, la giovinezza, e la scoperta di origini forti e sagge.
La bellezza degli occhi di Alessio. Due palle azzurre piene di vita e divertimento, piene di follia e incoscienza, piene di resti d'adolescenza.
La bellezza di Fatima, la libraia che mi ha portato mano nella mano ad ascoltare l'ultima storia. Quella di Diego e dei suoi sogni da bambino. Sogni che si realizzano sempre e comunque, basta crederci abbastanza.

Ma anche la bellezza della Villa. Con i suoi stucchi e i suoi affreschi. Con il brulicare dei visitatori. Con la curiosità di chi, come me, era venuto solo a dare un'occhiata.
Perché la curiosità è bella. E' la cosa più bella che ci sia. Ti porta a scoprire facce e storie, luoghi ed eventi.
Io non ho l'auto.
Quando ho bisogno dell'auto uso quella di mio padre.

L'autoradio dell'auto di mio padre non funziona. O meglio, non funziona la radio. Funziona solo il mangiacassette. Avete letto bene: sull'auto di mio padre c'è ancora il mangiacassette.

Quando, un annetto fa, la radio dell'autoradio dell'auto di mio padre smise di funzionare, sostituendo alla musica un adorabile fruscio, FRZFRTFRBZFRTTRTTTTTRFRZFRTFRBZFRTTRTTTTTRFRZFRTFRBZFRTTRTTTTTR, raccolsi le musicassette che avevo lasciato a casa dei miei e me le cacciai in tasca.
Non tutte. Solo quelle degli U2: Achtung Baby, Zooropa, Pop.

Le scorrazzai in giro per settimane. Poi, però, decisi di lasciarne una sola in auto e stop.
Una sola.
DioSoloSaIlPerché scelsi Pop.
Pop, il nono album registrato in studio.
DioSoloSaIlPerché scelsi Pop.
Pop, uno di quelli di minor successo.
DioSoloSaIlPerché scelsi Pop.
Pop, uno di quelli considerati più brutti.

Da quel momento, ogni volta che prendevo la macchina dei miei, lo ascoltavo.

Le prime volte, sarà stato l'effetto nostalgia, l'ho apprezzato. Mi sono ritrovata addirittura a pensare che non fosse tanto male e che, pubblico e critica, l'avessero giudicato frettolosamente. Ingiustamente. Ingenerosamente.

Ora, però, dopo mesi e mesi di ascolto, sento il bisogno di scriverne una recensione. Una recensione con giusto quei 17 anni di ritardo.
Premettendo che io di musica non capisco nulla, che qualsiasi album dopo tante ore stufa e che, comunque, gli U2 rimangono uno dei miei gruppi preferiti.
Premettendo tutto ciò, dico che Pop è una mezza schifezza. A parte un paio di tracce salvabili, tra cui Staring at the Sun, per il resto l'ascolto di tutto l'album mi provoca tristezza, noia, e desiderio di prendere a randellate gli adorati ometti di Dublino. Ometti che io ho amato e amo tuttora. Ma che nel 1997 pubblicarono una mezza porcheria. La critica non fu ingenerosa. Il pubblico non fu severo. E' Pop ad essere un disco francamente brutto.

Ecco. Ora mi sento meglio. Soprattutto da quando nel mangiacassette ho messo Zooropa.

ps: Pop ai tempi ricevette il Grammy come migliore album rock. Ma fatemi il piacere!

"Vorremmo che tu partecipassi al video promozionale di Off Stage"
Così è nata quest'esperienza. Con una semplice richiesta, date e orari da concordare, e un ego da diva hollywoodiana da reprimere.

Il primo giorno mi sono presentata all'appuntamento senza avere la più pallida idea di che dovessi fare.
Pomeriggio. Cafè des Arts.
"Dovrai ordinare qualcosa"
"Che cosa?"
"Quello che vuoi, devi fare la finta cliente"
"Quello che voglio? Ma che siete matti? Non fatemi prendere inziative! Che devo dire?"
"Ordina un panino al prosciutto. Ok?"
"Ok"

Prima delle riprese.
"Ti sei truccata Pancrazia?"
"No, non sono molto brava a farlo"
"Perfetto ci pensiamo noi!"

Cinque minuti dopo.
Lunghe ciglia, matita nera, labbra rosso lacca.
"Wow!"
Talmente abituata ad essere così gnocca e così poco incline alla vanità da reagire con un sobrio: "Devo farmi un selfieeeee! Devo assolutamente farmi un selfieeeee! Questo momento va fermato e tramandato! Tutti mi devono vedere! Voglio affogare sommersa dai like!"

Per il secondo giorno mi è stata chiesta una cosa sola: un vestito nero.
E che ci vorrà mai? Ogni donna che si rispetti ha un tubino nero nel proprio armadio. No? No.
Al telefono.
"Ciao sorella mia adorata!"
"Ciao Pancrazia, sorellachenonsifamaisentire, di cosa hai bisogno?"
"Io? Niente! Per chi mi hai presa?!? Credi che ti cerchi solo per mero opportunismo???"
"Scusa, come non detto"
"Ce l'hai un vestito nero da prestarmi?"
"Appunto...per quando ti serve?"
"Oggi pomeriggio. Fra un'ora. Praticamente adesso. Non è un problema, vero?"
"Incontriamoci a metà strada, sorellachesiriducesempreall'ultimomomento"

Secondo appuntamento per le riprese, questa volta al Lab di piazza Vittorio.
Abito, trucco, parrucco.
Effetto finale: Pancrazia in stra-tiro, manco fosse stata invitata a un matrimonio.

"Che devo fare questa volta?"
"Fingi di scrivere a macchina e di guardare il palco. Un po' scrivi e un po' guardi"
"Un po' scrivo e un po' guardo, bene."
"Fai un'espressione interessata"
"Interessata? Quanto interessata?"
"Il giusto"
"Ok non c'è problema. Ce la posso fare."

Ce la potevo fare.
Ce l'ho fatta?
Questo è il risultato finale.


L'avete visto?
Avete notato che non c'è la mia versione dattilografa?
Ebbene sì, ho subito l'onta di essere tagliata dalla versione finale.

Evidentemente non ce l'ho fatta.
Ma l'ho presa benissimo eh, l'ho presa benissimo.

Io vorrei essere una di quelle blogger cool.
Quelle con l'occhiale da sole figo, il capello biondo fluente, e il sorriso che abbaglia.
Lo vorrei tantissimo, ma senza gli occhiali da vista non ci vedo una mazza, ho i capelli scuri e incazzosi, e mi sono persino dimenticata di prenotare la prossima pulizia dei denti e mo' chissà quando trovo posto!

Io vorrei essere una di quelle blogger intellettuali.
Quelle con la frangiona, lo sguardo intelligente, e le frequentazioni di un certo spessore.
Lo vorrei tantissimo, ma con la frangia sembro mia zia Peppina, se m'impegno a fare una faccia intelligente mi trasformo in uno strano mix tra Igor e Jack Nicholson, e amo frequentare cialtroni dagli interessi folli, tali e quali a me!

Io vorrei, lo vorrei tantissimo, ma mi mancano le basi!
Io sono quel tipo di blogger che dovrebbe andare a vedere uno spettacolo che aspetta da un mese e, il giorno prima, si ritrova  a letto con due tonsille grandi come palline da tennis, una gola infiammata tipo il cratere dell'Etna, e la tosse di un vecchio bronchitico che ha 110 anni ma fuma da 120.
In questo incantevole stato, a questo tipo di blogger, non rimane altro che mandare un messaggio "a chat unificate" in cui annuncia la propria imminente dipartita e la susseguente mancata presenza al tanto agognato show.
Poche ore dopo, però, di fronte a un lieve miglioramento, questo tipo di blogger si veste di corsa, prende la metro e arriva appena in tempo per assistere alla doppia serata di Cabaret della rassegna OffStage.

Insomma, non sarò cool, non sarò intellettuale, ma ho una certa sconclusionata imprevedibilità che mi rende affascinante. O almeno mi piace raccontarmela così.

Vado di cronaca? Vado.

Lo spettacolo sta per iniziare. Io arrivo giusto in tempo. Io e i miei millemilioni di fazzoletti di carta.
Nat mi vede e, stupita dalla mia presenza, dice a chiunque sia disposto a darle retta: "C'è Pancrazia! C'è Pancrazia!" Tutti la guardano come una pazza. Ma non importa, lei ed io siamo contente.

Mi siedo.
Si comincia con la prima del video. Quale video? Non dico nulla. Taccio. Vi spiegherò, con dovizia di particolari, lunedì prossimo. Sono sadica? Sì, lo sono.

Dopo il video, dicevo, è la volta del pre show affidato a Gilèt&Salopèt (Qui su Humans). Il duo comico rivelazione della scorsa edizione di Facce da Palco. Amedeo e Pippo. Giovanissimi, talentuosissimi, divertentissimi. Pochi mesi fa ci stupirono tutti, facendoci chiedere cosa sarebbero stati in grado di fare tra un paio di anni con un po' di lavoro ed esperienza in più. Intanto posso dire che, nel giro di una primavera e di un'estate, hanno lavorato sul pezzo forte del loro repertorio. Un surreale litigio tra Moka e Tazzina, una sfida a suon di tradimenti, amori rubati e relazioni bollenti. Bravi! La strada mi sembra quella giusta.

Finito il pre show si passa allo spettacolo principale con i Tracataiz Tracataiz. Un trio milanese che ci fa ridere tutti a suon di sketch, dialoghi assurdi, sponsor discutibili e l'ilare dramma del Maneki Neko. Di che? Il Maneki Neko! Il gatto giapponese porta fortuna. Quello con la zampa alzata. Quello che, a forza di stare così, soffre di "braccite dondolina". Una patologia, una piaga sociale, un dramma che non si può ignorare!
Bravi i Tracataiz Tracataiz. Bravi e coinvolgenti. Basta stare ad ascoltarli per 10 minuti e s'inizia a svalvolare come loro...aiutate il Maneki Neko!

Finisce la serata.
Io e i miei millemilioni di fazzoletti ce ne torniamo a casa.
Ora sto una schifezza e sogno il piumone come pietra tombale di tutte le mie sofferenze. Ma, se proprio bisogna andarsene, meglio farlo ridendo!
Vi ricordate che qualche settimana fa litigai con la mia inadeguatezza per raggiungere il Cab 41?
Due settimane dopo ci sono ritornata ma, forte dell'esperienza precedente, mi sono marchiata a fuoco nel cervello l'indirizzo esatto. E, infatti, ho raggiunto facilmente il punto desiderato.
Peccato che non ci fosse parcheggio vicino al locale ed io mi sia messa a girare per vie, viuzze, sensi unici, vicoli corti, vicoli stretti, stazione nord sud est ovest e parco della vittoria, prima di riuscire a posteggiare, scendere dall'auto, e...
...e non avere la più pallida idea di dove fossi finita.

Sotto la pioggia, mi sono fatta guidare dal navigatore del cellulare come un cieco dal proprio cane.
Sorprendentemente, alla fine, sono riuscita ad entrare e prendere posto ancora prima che lo spettacolo cominciasse. Evidentemente, il dio dei cabarettisti mi guarda benevolo.

La prima sera del Lab Stand Up, laboratorio per monolighisti, mi ero molto divertita. Ma la seconda persino di più!
Ho riso grazie alla colorita lingua italiana osservata da un punto di vista tutto americano.
Ho riso perché anch'io, come tutti, ho incontrato un idraulico che mi ha mortifcata con un "Ooooooohhhh, ma chi ti ha fatto questo lavoro qui?"
Ho riso perché non amo particolarmente i pezzi che affrontano il rapporto uomo-donna, ma alcune dinamiche sono sacrosante verità che trascendono il limite del buon senso e si proiettano gioiose nella fantascienza!
Insomma, ho riso!

E la terza serata? La terza sarà martedì 18 novembre.
Vorrete mica perdervela?
Vorrete mica perdervi l'occasione di ascoltare undici comici raccontarvi piccoli brandelli di realtà?
Vorrete mica perdervi l'occasione di godere di uno spettacolo gratis in un posto bello come il cab 41?
Vorrete mica perdervi l'occasione di assistere al mio trafelato arrivo? Sarò facile da riconoscere: capello bizzarro, occhiale appannato, cappottino da Epifanio.
No dico, vi vorrete mica perdere tutto ciò?

E allora martedì 18 novembre, ore 21:30, fatevi trovare al Cab 41, in via Fratelli Carle 41.
Ad aspettarvi ci saranno: Massimo Pica, Sergio Silvestri, Claudio Sterpone, Gianpiero Perone, Manuel Negro, Sergio Cardinale, Elisabetta Gullì, Mike Rollins, Mauro Ventola, Marco Guarena, e Federica Ferrero.
Ne vedrete e sentirete delle belle!
Post più recenti Post più vecchi Home page

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

Il mio Laboratorio di Scrittura via Newsletter

IL MIO SITO

IL MIO SITO

La mia vetrina Amazon

La mia vetrina Amazon
Dai un'occhiata ai miei consigli di lettura e scrittura...

Social

POPULAR POSTS

  • Capitolo due: "I ragazzi"
  • Un diverso punto di vista
  • And the Post goes to...

Categories

IlMioProgetto chiacchiere libri Racconti viaggi cinema Torino RadioCole attualità musica televisione società DiarioRacconti sport Nella Rete blogosfera Laboratorio Condiviso teatro citazioni microracconti FacceDaPalco arte Un marito per caso e per disgrazia scrittura creativa Erasmus HumansTorino Peanuts cabaret lavoro Rugby meme ImprovvisazioneTeatrale PrincipeV poesia OffStage articolo sponsorizzato Pancrazia Consiglia pubblicità twitter PancraziaChi? TronoDiSpade articolo Adelina Harry Potter Podcast premi tennis graficamente PancraziaInBerlin laboratorio scrittura materiale di scarto DaFacebookAlBlog Pancrazia and the City Roma True Colors DonnePensanti EnglishVersion favole sogni CucinaCole IlRitorno chiavi di ricerca dasegnalare help 2.0 video Le piccole cose belle Mafalda Rossana R. cucina dixit kotiomkin live blog candy branding copywriting da segnalare metropolitana personal branding satira viaggio dell'eroe
Powered by Blogger.

Blog Archive

  • ▼  2023 (31)
    • ▼  settembre (4)
      • Laboratorio d'Autore
      • On line
      • Diretta Instagram
      • A ognuno il suo racconto
    • ►  agosto (2)
    • ►  luglio (4)
    • ►  giugno (1)
    • ►  maggio (3)
    • ►  aprile (5)
    • ►  marzo (4)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2022 (57)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (3)
    • ►  marzo (1)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2021 (20)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (1)
    • ►  settembre (1)
    • ►  agosto (6)
    • ►  aprile (2)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2020 (84)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (6)
    • ►  settembre (6)
    • ►  agosto (6)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2019 (6)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2018 (37)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (3)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (8)
  • ►  2017 (23)
    • ►  settembre (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2016 (20)
    • ►  settembre (2)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2015 (78)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  agosto (8)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (7)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (11)
    • ►  febbraio (11)
    • ►  gennaio (14)
  • ►  2014 (242)
    • ►  dicembre (17)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (10)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (18)
    • ►  giugno (18)
    • ►  maggio (19)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (40)
    • ►  febbraio (38)
    • ►  gennaio (36)
  • ►  2013 (353)
    • ►  dicembre (40)
    • ►  novembre (37)
    • ►  ottobre (48)
    • ►  settembre (33)
    • ►  agosto (35)
    • ►  luglio (39)
    • ►  giugno (35)
    • ►  maggio (40)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2012 (126)
    • ►  dicembre (10)
    • ►  novembre (9)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (13)
    • ►  agosto (19)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (10)
  • ►  2011 (95)
    • ►  dicembre (18)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (12)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2010 (97)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (16)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2009 (61)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (8)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2008 (76)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2007 (132)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  settembre (18)
    • ►  agosto (11)
    • ►  luglio (33)
    • ►  giugno (13)
    • ►  maggio (13)
    • ►  aprile (16)
    • ►  marzo (26)

Copyright © Radio cole. Designed & Developed by OddThemes