E' innegabile, finire un conto alla rovescia a "Meno Uno" è una schifezza d'idea!
Ed è per questo motivo che oggi, in un post unico, pubblico l'epilogo mancante del mio epico doppio calendario dell'avvento pagano.
L'utilizzo del termine "epico" è sarcastico. Lo specifico. Nel caso non si fosse capito.
Il calendario si conclude con un post che racchiude in sé Radio Cole e Humans Torino.
La cronaca di un'intervista e di uno spettacolo.
Una bella esperienza.
Una bella foto.
Tanto contenuto.
Tanto sentimento.
Il post, datato 5 dicembre 2014, cominciava così:
Questa cronaca, che non è una cronaca, parte da più lontano del solito.
Parte da una settimana prima dello spettacolo. Parte da un piovoso
sabato mattina in cui il socio ed io siamo andati a San Pietro in
Vincoli.
(Continua...)
Come si è concluso il 2014 di Humans-Torino?
Con una bella foto, ottimismo e un augurio sincero.
E un muso che, vabbè, che ve lo dico a fare? Lo vedete da voi.
Il
link diretto alla pagina.
Non ci posso credere: sono finalmente arrivata all'ultimo post degno di nota del 2014!
Il calendario dell'avvento pagano finisce a "Meno Uno", ma forse sarei dovuta arrivare fino allo Zero? Boh! Vabbè, questo progetto è venuto fuori un po' così, per la fine del 2015 magari mi organizzo meglio.
Qual è l'ultimo post da ricordare?
Niente di memorabile per voi ma emblematico per me, e per questo blog.
Il
12 dicembre scorso annunciai l'acquisto del dominio e il conseguente cambio d'indirizzo. Dopo millemilioni di anni questa pagina è passata da www.radiocole.blogspot.com al più snello www.radiocole.it
Il primo passo di un nuovo (si spera) fruttuoso e organizzato percorso professionale.
In bocca al lupo a me!
Che foto! Che tipo! Che storia!
Orgogliosissima del post natalizio di Humans-Torino, ve lo ripropongo tronfia e contenta.
La versione ufficiale con tutta l'intervista la potete trovare a questo
indirizzo.
Con questo penultimo post, dedicato al mio sgarrupatissimo calendario dell'avvento pagano, voglio celebrare uno dei miei nuovi progetti. Forse quello a cui tengo di più. La mia avventura creativamente più stimolante e divertente. Cominciata nell'autunno del 2014, spero che veda compimento e culmine entro la fine del 2015.
Il mio viaggio nella scrittura in inglese, la mia apertura a un mondo nuovo, una lingua nuova, un ritmo nuovo.
Il 18 settembre scorso pubblicai il mio primo anglo-racconto. Il primo di una lunga serie? Sperò di sì. Una serie che, nei miei programmi, dovrebbe comprendere vecchi testi tradotti e nuovi testi scritti direttamente con la voce del bardo.
Il post originale è questo
qui.
Il racconto invece...
His story
The tracks are on fire.
The old man walks and sweats in a wool coat.
He sees me from afar. I smile.
He sits next to me. He smells.
"Do you take the next train?"
"Yes"
I pull out the headphones from the bag. I select the music.
It's not enough.
He speaks.
I give up.
I listen.
He starts telling his story.
A difficult childhood.
A bad mother. A selfish mother.
She's still alive. She's still bad and selfish.
A happy youth.
The '80s full of women, business, money, and friendship.
And then: drama.
Wrong choices. No more friends.
Debts.
Prison.
"Were you in prison?"
"Yes, it was a big scandal"
He's happy to have my attention, finally.
He speaks.
I listen.
Listen and surf the web. I want to know the truth, his words aren't enough.
I find something.
The story is true.
Him? I don't know.
I can't recognize his old tired face in the young man smiling on my phone.
"From the hills to the jail. He could have helped me, but he didn't"
"Who?"
"Him"
"Him?"
"Yes. He's a son of a bitch!"
"He died years ago"
"He's a son of a bitch. Anyway."
The end.
Il testo in italiano lo potete trovare
qui.
Amo questa foto.
Mi piace questa storia.
Adoro questi due ragazzi. Amedeo e Pippo.
Conosciuti tramite
Facce da Palco, ho avuto il piacere di rincontrarli e intervistarli grazie alla collaborazione tra
Humans-Torino e
Off Stage.
Basta guardare per un attimo quest'immagine per ritrovare il sorriso.
Il link diretto alla
pagina Facebook.
La cronaca del
loro spettacolo.
Il 5 settembre scorso trascrissi sul blog un mio stato di Facebook.
Mi piaceva molto e non volevo che andasse perduto nello scorrere infinito della mia bacheca.
Periodi brevi. Frasi semplici. Punteggiatura spietata.
È così che scrivo.
(Parentesi aperte che non si chiudono, "Virgolettati abbelliti da una
memoria selettiva; subordinate che reggono altre subordinate che reggono
interrogative irrisolte.
È così che vivo.
Il più originale. Il più poetico. Il più affascinante.
Una location suggestiva. Una protagonista incredibile. Una storia senza tempo.
Il 28 ottobre 2014 il freddo autunno torinese incontrò la rovente tragedia greca.
Il
link diretto alla pagina di Humans-Torino.
E alla
mia cronaca dello spettacolo.