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Se sei su questa pagina è probabile che ti piaccia leggere. E, spesso, a chi piace leggere piace anche scrivere. Non è necessario che tu creda di avere il romanzo del secolo chiuso in un cassetto, anzi sarebbe preferibile di no, ma magari pratichi la parola scritta come sfogo, prova o semplice gioco. Evvivaiddio!

Esiste quindi la remota possibilità che a te, proprio a te, che stai leggendo queste righe in questo momento (sì, dico a te, quello con le dita nel naso), non faccia affatto schifo l'idea di partecipare a un laboratorio di scrittura via Skype.



Che tu sia in Islanda o a Roncobilaccio, che tu abbia velleità da romanziere o solo voglia di ritagliarti un poco di tempo per sfogare la tua creatività, questo laboratorio potrebbe fare al caso tuo. Nevvero?
Quindi cosa aspetti?
Commenta, scrivi, informati, fai domande, chiedi spiegazioni. Insomma batti un colpo ed entra anche tu in questa classe.

Per ora c'è ancora posto ma il tempo stringe.
Per molto tempo ho avuto un pessimo rapporto con il mio compleanno. Non che mi facesse soffrire il trascorrere del tempo sul mio corpo, ma mi sentivo insoddisfatta, insofferente, protagonista di una storia noiosissima che non mi apparteneva. Una storia che non si decideva ad iniziare. Bloccata ad un eterno prologo.

Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate, questa sensazione è svanita, e il compleanno è tornato ad essere ciò che doveva: un'occasione come un'altra per festeggiarsi, per dedicarsi un giorno speciale. 

Oggi, poi, la situazione è mutata nuovamente, i sentimenti si sono fatti più forti, e questo nove gennaio ha risvegliato una nuova consapevolezza. Quella di essere finalmente nel posto giusto e, soprattutto, con le persone giuste. Quella di essere felice. 

E chi se ne frega se queste cose non dovrebbero dirsi ad alta voce,  tanto meno scrivere, che la sfiga si sa ha il sonno leggerissimo. I drammi si presentano comunque, e allora meglio godere dei bei momenti, meglio viverli e coccolarli, perché questo cuore pieno sarà utile nei momenti bui.

E allora buon compleanno a me. A me che mi sarebbe bastata una telefonata e invece ho auto molto di più, ho avuto il gracchiare di un citofono dopo la mezzanotte, ho avuto degli auguri veri dati dal vero, ho avuto il regalo più bello.
Son capaci tutti a fare la classifica dei 10 post più letti nel 2015 e chiudere con questa le pubblicazioni dell'anno. Ma ci vuole un guizzo di originalità nel decidere di utilizzare la suddetta classifica come pubblicazione d'apertura del 2016.
Un lampo di genio, una zampata di anticonformismo, una frullata di scintillante avanguardia!
Non trovate?
No?
Beh, comunque, io il 30 avevo da finire un lavoro e il 31 dovevo preparare lenticchie e cotechino. Insomma c'avevo da fare! Quindi beccatevi questa classifica-celebrazione fuori tempo massimo e non fate tanto i difficili!

10°
Io avrei deciso, eh
Un progetto piccolo piccolo a cui non dedico ancora la necessaria attenzione. Forse dovrei trasformarlo in una sorta di foto-rubrica periodica della serie "indovinate dove ho lasciato le mie tracce questa settimana".
Voi che dite? Io credo che dovrei.

9°
Il pudore degli affetti
Il tempo passa ma la mia opinione non cambia, anzi.
"Perché le cose davvero care si conservano, si curano, non si esibiscono.
I bambini si stringono al petto. Gli amici si comprendono muti. Gli amori sono misteri insondabili agli occhi dei più, e tali dovrebbero rimanere.

Il pudore è delicato. La pornografia è volgare.
Ci caschiamo tutti. Ma qualcuno di più."

8°
La partenza
Cronaca di una vacanza tra divertimento, buon cibo e terrore montano.

7°
Pancrazia and the city/5
L'ultimo (per ora) post della fortunata serie dedicata alla mia vita da "stagionata single di ritorno".

6°
Cin cin Pancrazia
L'immancabile autocelebrazione che riscuote ogni anno un immeritato successo.

5°
Il trono di spade: tutto ciò che c'è da sapere sulla prima stagione
"Che siate neofiti come me o vecchi metalupi esperti, queste sono le cose più importanti da ricordare..."

4°
Pancrazia chi?
Il primo capitolo della guida definitiva per blogger che non vogliono diventare famosi.
Che ci crediate o meno, prima o poi questo micro ebook lo pubblicherò, eccome se lo pubblicherò!

3°
BeRevolution
Una bellissima iniziativa. Un viaggio in favore dei sogni e dei sorrisi. Da leggere qui e seguire su Facebook.

2°
Lettera aperta
L'ultimo post del 2015 rischia di fare il colpaccio e accaparrarsi la prima posizione.
Ma a raffreddare i suoi entusiasmi ci pensa... 

1° 
Il Trono di Spade: tutto ciò che c'è da sapere sulla terza stagione, che sbanca il botteghino con millemila visite, a dimostrazione che a parlare di fenomeni di costume si fa sempre il botto. Perché l'originalità non se la fila nessuno, tanto meno Google.

E ora che mi sono tolta l'ansia da primo post dell'anno tutto il resto sarà in discesa: a prestissimo!
Caro amico lettore,
avevo grandi progetti per questo blog.

Volevo svecchiare la grafica e rendere l'homepage più professionale. Ma poi l'entusiasmo per la novità è rimasto incastrato tra l'informatica inadeguatezza e la cronica mancanza di tempo. Vistoso e sgradevole, quanto un pezzo di rucola tra denti freschi di detartrasi.

Attualmente, quindi, Radio Cole appare diversa da prima, ma ancora distante anni luce da ciò che avevo in mente. Ma non intristiamoci e cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. Concentriamoci su ciò che c'è adesso e non su ciò che ancora manca, e che probabilmente mancherà per sempre. 

Ad esempio, c'è un logo tutto nuovo, fatto con le mie manine sante e, per questo, motivo d'infinito orgoglio. Semplice e colorato. Mi hanno chiesto di farlo. Io ho accettato e poi ho atteso l'ispirazione. Invano. Me l'hanno chiesto un'altra volta, ma con una data di scadenza che suonava più o meno "o adesso o mai più". Quindi, con la testa priva di qualsiasi spunto creativo, mi sono finalmente messa al lavoro e, in tempi tanto ristretti quanto irripetibili, ho avuto un'idea e l'ho realizzata in maniera tecnicamente adeguata. Una sorta di "miracolo di Natale" anticipato. 
Io ve lo dico con sincerità, se non vi piace il nuovo logo non lo voglio sapere, tenetevi per voi quest'informazione, nascondetemi il severo giudizio. A me piace e sono una strenua sostenitrice del lussurioso lussureggiante lusso dell'ignoranza. L'opinione altrui in alcuni casi, e questo è uno, deve rimanere nell'oscurità. Un po' come quando si cambia drasticamente taglio di capelli o fidanzato.

Tra le altre cose che ora ci sono su questa pagina è impossibile non notare il mio faccione. Del resto,ormai, se vuoi fare la blogger ci devi mettere la faccia. E quindi quella mia è quella là. Guance candide, labbra vermiglie. Cioè, appena sveglia no, non ho mica quell'aspetto lì, e neanche di pomeriggio, forse la sera sì, ma solo sotto la giusta luce.  Però, insomma, io sono più o meno così. Più meno che più. Ma perdonatemi, che avrei dovuto fare? Mettere la foto della carta d'identità? Va bene metterci la faccia, ma con un certo legittimo uso di filtri!

Questo bicchiere mezzo pieno lo voglio anche arricchire con una promessa, anzi due. Quella di rimettermi a scrivere con una costanza decente, che di post in arretrato ne ho almeno 5 o 6, e quella di cominciare a dare un poco d'importanza alle immagini. Tranquilli non mi darò alla fotografia, non ne ho il desiderio, il tempo o le attrezzature, ma prometto di fare foto meno orrende del solito e di cercarne di belle online.

Insomma, qua si vorrebbe cominciare a fare sul serio, ma sempre a modo mio. Con pazienza, procrastinazione, e un'infinità di buoni propositi.

A presto,
JPC
Ora vi racconto cosa ho fatto domenica.
No, non domenica scorsa.
Domenica 11 ottobre.
Ho i miei tempi, già lo sapete.

Domenica 11 ottobre ho dormito tutto il mattino come la più grave delle narcolettiche, poi ho fatto colazione come se non ci fosse un domani e, infine, mi sono rimessa a letto. Del resto avevo ancora da sfruttare una mezz'oretta di tutto il sonno arretrato accumulato negli ultimi 38 anni. Ora sono pari, e prevedo di stare sveglia come un grillo per i prossimi due mesi. O anche no.

Dopo tutto questo sfacciato riposo, sono andata in centro. Ci siamo andati tutti. Tutti gli abitanti di Torino e provincia stavano là. In auto. Un traffico folle che neanche a Bangkok, ci mancavano giusto i tuc tuc a fare lo slalom tra le macchine. Sembro una vera donna di mondo quando evoco tali esotiche immagini, nevvero? Ma non lo sono, ho solo visto tutte le puntate di Pechino Express.

Trovato parcheggio dall'altra parte del mondo ho raggiunto a piedi la meta tanto agognata: la Cavallerizza Reale. Cos'è la Cavallerizza Reale? Per i non sabaudi forse è il caso che lo spieghi.
La Cavallerizza Reale è un complesso antico, di stile barocco, sotto tutela dell'Unesco. Oltre che luogo di conflitto tra chi lo occupa, e cerca di farlo vivere e godere ai torinesi, e il comune che vorrebbe venderlo. 
Sappiate che ve l'ho fatta semplice ma il succo è questo.

L'altra domenica alla Cavallerizza ho assistito a: una lezione di letteratura cinese, tanto appassionata da farmi venir voglia di saperne di più; un reading, con poeti che che già conoscevo e poeti che non conoscevo, scrittori di prosa, e persino Morandazzo. Come chi? Non lo sapete? Ma fatevela una cultura cinematografica e, soprattutto, una risata: cliccate qua!

Poi sono andata a mangiarmi un hamburger in un locale che conosco da sempre. Nessuno sa quando abbia aperto, forse neanche i proprietari. Eppure esso c'è sempre stato. Dimenticabile ma non dimenticato. Tutti lo conoscono, tutti ci hanno passato almeno una serata, ma nessuno ci ha mai vissuto epiche imprese o notti memorabili. Regge inossidabile, con lo stesso arredamento e gli stessi bagni minuscoli, lascito di un tempo antico in cui gli abitanti della città erano tutti umpa lumpa custodi del segreto del gianduja.

Infine sono corsa all'apertura della stagione di Offstage, la rassegna che in primavera presenta Facce da Palco.
La responsabilità di cominciare la stagione se l'è presa Ettore Scarpa. Ottimo attore, mi piace quando recita e mi piacciono le sue freddure su Facebook. Per onestà, però, devo dire che questa volta non mi ha convinta. Ha scelto di rischiare, improvvisare, andare allo sbaraglio. Lui sa tenere il palco come pochi, ma ciò non può bastare, non deve bastare. Il patologico perfezionismo rende infelici ma fa meno danni della leggera approssimazione. Come una critica sincera è più impegnativa di un calcolato silenzio.

E comunque ho recuperato la macchina, sono tornata a casa e ora, a distanza di 10 giorni, ho nuovamente accumulato una discreta quantità di sonno arretrato. Prossimo obiettivo? Il letargo domenica 25. 
Il bello delle vacanze in macchina è che alla fine sei talmente stanco da esser felice di tornare a casa, soffri molto meno per la fine del viaggio, non ti struggi di nostalgia. Desideri solo rivedere le tue quattro familiari mura.

E' l'ultimo giorno: attraversiamo la Francia, riaffrontiamo le Alpi col malcelato terrore di finire nuovamente sulla strada degli orrori, scavalliamo le montagne e poi siamo a Torino.
In città fa freddo ma non c'importa e, ancora prima di posare le valigie, ci offriamo un gelato di benvenuto. In qualche modo dobbiamo pure ammortizzare la separazione forzata dalle boulangerie delle meraviglie.
Poi parcheggiamo, apriamo il portone, prendiamo l'ascensore, entriamo in casa e...

E perdiamo i sensi sul letto. No, non ci si addormentiamo, sveniamo proprio, non prima di un ultima preziosa domanda: "Dove andiamo la prossima volta?"

Fine.
E' ora di fare i bagagli, riempire la borsa frigo di specialità iberiche, salutare l'amato Edoardo, e tornare a casa.
Durante il primo giorno del viaggio di ritorno scopriamo che: a Madrid ci sono pochissimi distributori di benzina e per gli abitanti della capitale spagnola è normale andare in autostrada a fare il pieno. Mah! Gli inquietanti tori neri non sono presenti solo lungo la strada che dalla costa nord va verso il centro del paese, ma anche lungo quella che dal centro del paese va verso la costa sud. Ansia! Narbonne, affascinante ma inquietante cittadina francese dove passiamo la notte, ha strade vuote, marciapiedi deserti, ma ristoranti affollati con grandi vetrine che paiono acquari. Credo che la gente ci si teletrasporti dentro direttamente da casa, non vi è altra spiegazione.


Noi, per evitare di essere assimilati o ridotti in glitterate nuvolette, ceniamo in una micropizzeria d'asporto dove una dolcissima vecchina francese, dalla bellezza sfiorita ma ancora presente, ci coccola, ci vizia e ci adotta, congedandoci con un "Buona notte, mi raccomando non correte domani che è prevista pioggia!"
Noi, di fronte a tanta spontanea e familiare nonnitudine,  c'inteneriamo talmente da perdonarle perfino l'Emmenthal usato al posto della mozzarella.

Continua...
Svagata e svanita come sempre, lo dico a cani e porci ma dimentico i miei lettori. Sono proprio una brutta persona e una schifezza di blogger!

Vi ricordate che la scorsa primavera avevo avviato l'esperimento di un laboratorio di scrittura via Skype? L'esperimento continua e, fra poco, partirà una classe nuova di zecca, mentre la precedente va avanti lungo il suo percorso regalandomi manciate di goduriose soddisfazioni.

Siete interessati a buttarvi in quest'avventura?
Fate un fischio, lasciate un commento, scrivete un'email (janecole@live.it).

Potrete giocare, scrivere, leggere, confrontarvi con gli altri e, soprattutto, coccolare e far crescere un personaggio tutto vostro. 
Le persone scolpiscono la propria vita, i personaggi la propria trama.
Con questa frasona ad effetto vi ho convinto, eh? 
No? 
Strano.

Il laboratorio di scrittura è una cosa bella assai, farlo su skype ha il vantaggio di poter conoscere persone lontane e relazionarsi con nuove realtà. Se avete sempre scritto o non avete scritto mai, questa è comunque un'ottima occasione per liberare la vostra creatività senza prendervi troppo sul serio.
Vi aspetto! 
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