Dare al proprio blog un nome di cui nessuno capisca il senso
Evitare come la peste quei nomi evocativi che chiariscano immediatamente quale sia l’argomento del sito. Il lettore non deve fare neanche un poco di fatica? Non deve sperimentare l’amara sensazione delle aspettative disilluse? Non deve abbeverarsi al calice della delusione?
Che banalità quei blog che parlano di maternità è hanno il termine “mamma” nel titolo. Che noia quei blog “Cucina di…” che dispensano ricette e suggerimenti culinari. Che sfoggio di mancanza di fantasia quelle pagine che hanno nella propria intestazione evidenti richiami cinematografici e, infatti, orrore(!), parlano proprio di cinema.
Ma volete mettere quanto sia meglio un nome tipo, che so io, Radio Cole?
Che eleganza, che mistero, che insensatezza.
Uno legge Radio Cole e pensa “Toh il sito di una radio” e invece no! Uno legge Radio Cole e pensa “Toh una web radio”, col cavolo! Uno legge Radio Cole e pensa “E vabbè sarà un blog in cui si parla di musica”, ma quando mai!
Sul mio blog, non per vantarmi, di musica ho sempre parlato poco, anzi pochissimo. Il mio è un blog generalista dove si trattano gli argomenti più vari a mio giudizio e discrezione. Il buon senso avrebbe voluto un nome del tipo “Il diario di Pancrazia”, “Le avventure di Jane”, “Le chiacchiere di JPC”.
Ma io del buon senso non ho mai saputo che farmene!
Ma allora perché proprio Radio Cole?
Semplice, quand'ero piccina, mia sorella maggiore ricevette in dono uno stereo. Lei lo ignorò, io me ne innamorai. A stregarmi fu soprattutto la radio e, in particolare, gli speaker. Quelli dalla voce calma e saggia, calda e avvincente, così diversa dalla mia, a suo modo affascinante, "gallina strozzata con la zeppola". Cosa avrei dato per poter essere anch'io una di loro. M'immaginavo all'interno della MIA stazione radiofonica privata, come un'imperatrice egocentrica e delirante. M'immaginavo mentre, senza dover rendere conto a nessuno, mettevo solo la musica che piaceva a me, parlavo solo delle cose che interessavano a me, e filosofeggiavo profondamente senza contraddittorio alcuno. Awww la dittatura ideologica, che dolce nettare! Quindi, molti anni dopo, di fronte alla schermata di Blogger che pretendeva di essere compilata, questo mio vecchio sogno riaffiorò e diede vita a Radio Cole. La mia stazione radiofonica personale, dove scrivere di tutto ciò che mi passava per la testa, in maniera del tutto anarchica, disorganizzata, e allegramente disordinata.
Ma giungiamo ordunque ai preziosi consigli. Volete aprire un blog di cucina? Perché non provate con “La biblioteca di Patty”?
Volete dedicarvi alla moda? Niente di meglio di “Le mani in pasta!”
Volete scrivere di libri? E allora non posso che consigliarvi un fuorviante “Un tuffo nell’armadio”.
Il lettore deve faticare, deve vagare confuso tra aspettative e scoperte, a un passo dall’esaurimento nervoso.
Perché?
E che ne so! Ma così è più divertente!
Continua...
Continua...