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Rubianastrasse o anche via Romualda. 
La mia vecchia casa era così speciale da essere dotata persino di nomignoli appropriati. 

Io ci ho vissuto 8 anni, i primi da sola e i secondi con Fidanzato e Marito. Fidanzato e Marito, lo preciso per i più distratti, sono la stessa persona. 

Dentro quella casa ci sono state risate, amore ma anche lacrime. Dentro quella casa ci sono stati amici, nipoti, cugini e colazioni abbondanti. Ma anche laboratori di scrittura, prove di cabaret, pranzi, cene, un lock down e, naturalmente, un cane (Emilia) e tutti i suoi peli. 

In quella casa sono rinata, personalmente e professionalmente. Da quella casa sono partita e tra quelle mura sono tornata. Ho ricevuto notizie bellissime e altre terribili, ho vissuto gioie ma anche lutti. Mi sono innamorata e ho fatto cadere a terra tutto il riso incastrato tra capelli e abito da sposa. 

Quando nel 2013 arredai la casa un pezzo per volta, tra Ikea e mercatini, sapevo che probabilmente sarebbe stata solo di passaggio e che poi sarei andata oltre ma non avrei mai osato immaginare che avrebbe significato così tanto per me e che sarebbe stata testimone, muta ma presente, di momenti bellissimi. 

Fra poco (sperando che i lavori finiscano presto) ci sarà una cosa tutta nuova, ci andremo io, Marito e il cane. Chissà quante altre avventure potrò raccontare. Ma l’accogliente appartamento di via Rubiana – o meglio, l’alloggio, come lo chiamiamo qui – con i suoi colori, il suo divano e il suo quadro con l’anguria, occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore. E, credo, anche in quello di tutti coloro che vi hanno passato dei bei momenti. 

Un augurio a chi ci vivrà dopo di me. 
Buon viaggio e trattamela bene!

Il Respiro della Palla

Quest'estate mi sto occupando di un progetto che mi piace molto. Si concluderà tra poche settimane e, colpevolmente, non ve ne ho ancora parlato.

Lo farò oggi.

Si tratta de "Il Respiro della Palla" un podcast dedicato allo Sport, la sua storia e i suoi eroi. Il progetto, il testo e la voce sono di Marco Pozzi, appassionato di basket e teatro che prima ha creato uno spettacolo per il palcpscenico poi, complice la pandemia, ha deciso di trsformarlo in un podcast.

In tutto ciò, io mi occupo della comunicazione social, della gestione di Facebook e Instagram.

Il Podcast è costituito da 9 puntate, ne esce una alla settimana, di venerdì. Oggi è stata pubblicata la quinta. Questa, ad esempio, tratta degli eroi dello sport italiano: da Carnera a Chechi, per intenderci. Ma ogni episodio ha un argomento diverso e interessante, come la storia delle Olimpiadi o la nascita dei Mondiali di Calcio.

Lo sport fa parte della vita di tutti noi e, soprattutto, influenza e viene influenzato dalla società e i suoi cambiamenti.

Io amo moltissimo questo progetto, mi esalta parlare di sport pur essendo una campionessa di tiro al telecomando, e mi fa piacere condividere con voi questo lavoro.

Online di contenuti di scarsa qualità ce ne sono tanti, questo non lo è. Ascoltatelo!

Trovate il Podcast QUI.

La pagina Facebook QUI.

e il Profilo Instagram QUI.

Indossate gli scaldamuscoli e seguiteci!
Vacanze Roma amicizia

È tempo di arrendersi, oggi si torna a casa. 

Queste ferie verranno ricordate per il gran caldo, i primi piatti spettacolari e le numerose persone incontrate e riincontrate. Nel giro di una decina di giorni ha, infatti, avuto luogo il mio tour. Un po' Regina Elisabetta, un po' zia rimbambita d'America, ho avuto la fortuna di incastrare viaggi e facce amiche. 

Tutto ha avuto inizio il 14 agosto con una gita a Milano per incontrare Silvia, detta Sissi, fedele compagna di Erasmus. Chi ha letto Pancrazia in Berlin se la ricorderà. 

Sissi ha scelto l'ondata di caldo del secolo per trascorrere qualche giorno nella ridente città meneghina, sede dei suoi ricordi universitari più cari. 
Era almeno 4 anni che non ci vedevamo. E, pur rischiando la morte per sublimazione, questa occasione di rincontrarci era troppo ghiotta per rinunciarvi. 
Io ero con Marito, lei con tutta la sua truppa: Mauri, compagno storico che conosco da quando conosco lei, ossia più di 20 anni, e i loro 4 figli. A proposito, Sissi a 20 anni schifava i bambini. No, non è che non le piacessero, li schifava proprio. E niente, ora ne ha 4, questa cosa mi farà ridere per sempre. 

Sissi, per il resto, è una certezza. Non è cambiata. Perché si può crescere e si deve, ci mancherebbe, ma senza perdere il meglio di noi. Evviva Sissi! 

Pochi giorni dopo, arrivati a Roma, ha avuto luogo un altro storico incontro tra Ex Erasmus. 
Alla Garbatella, di fronte una carbonara memorabile, Renée ed io abbiamo ammorbato di chiacchiere e ricordi berlinesi i compagni, di entrambe, e il figlio, suo. 
Sì, Renée, un'altra delle famose Comari. Se non lo avete ancora fatto, dovreste proprio leggere Pancrazia in Berlin.

Lei ed io non ci vedevamo più o meno da una decina d'anni ma, nel frattempo, ci hanno tenuto unite il senso dell'umorismo e la passione per lo stalking social di ex (fidanzati e amici), senza vergogna e senza prendersi troppo sul serio. Ricordate: ciò non fa di noi due pazze persecutrici, no no, fa di voi dei tipi noiosissimi se non lo capite! 

Renée si scoccia se le ricordo che lei è sempre stata la mamma di tutti, poi si gira verso il suo bambino "stai dritto con la schiena", lo redarguisce. E allora vedi che ho ragione io? 

Ma non di solo Erasmus si è dipinta la mia estate. Sempre a Roma, Michela ed io ci siamo finalmente incontrate. 

Michela ed io ci conosciamo via internet, tramite blog e social, da un tempo indefinito pericolosamente superiore ai 10 anni. In questo periodo ci siamo lette, scritte, e viste su Skype mille milioni di volte, essendo lei, tra le altre cose, una delle frequentatrici più fedeli dei miei laboratori di scrittura online. 

Anni e anni di amicizia senza mai vedersi dal vivo, fino all'altra mattina, in cui ci siamo godute una colazione assieme. È incredibile quanto sia normale incontrare per la prima volta una persona che, in realtà, si conosce da molto tempo. Si fa quasi fatica a ricordare che, no, in effetti non ci si era mai viste prima. 

Per l'occasione eravamo noi e i nostri rispettivi consorti. Il mio già in essere, il suo (il mitico Gian) tra pochissimo. A proposito, evviva i futuri sposi! 

Il tour si è concluso a Lucca. Dove abbiamo rivisto per un aperitivo e una cena Lucia, Andrea e Leo. Quelli, tra tutti, che - tra Torino, Lucca e Firenze - abbiamo visto più spesso in questi anni. 

Lucia ed io leggiamo da una vita i nostri rispettivi blog. Tramite Lucia ho conosciuto Andrea, suo marito, che con la storia della sua famiglia di blog ne potrebbe riempire 30. E tramite loro 2 ho conosciuto il piccolo Leo, per cui, data la capacità di fare amicizia e l'invidiabile proprietà di linguaggio, prevedo un futuro da organizzatore di eventi, showman o profeta di una nuova religione. Solo il futuro potrà dirlo. 

"Non si può dire che io non conosca gente interessante" ho fatto notare, orgogliosa, a mio marito. 
"Già e hanno tutti voglia di vederti, pare incr... " 
"Mi sento generosa e scelgo di ignorare il tuo tono sorpreso. Ma tornati a casa potrei, per sbaglio, aizzarti contro il cane"
Roma vacanze

L'ultimo giorno a Roma è stato dedicato a Villa Borghese, parco e museo (meraviglia!), e poi Trastevere, Isola Tiberina e Lungo Tevere. 

Che dire? 
Roma è bella. Oggettivamente bella. 
A piedi o in auto, alzi gli occhi, guardi al fondo della strada e ti trovi di fronte a scenari stupendi. È talmente bella che è banale scriverne ma non ci si può astenere, perché le si farebbe un torto. 

E a Roma, è necessario dirlo, si mangia da Dio. 
I fritti e le pastelle, ne vogliamo parlare? 
E la pasta? Dopo un'attenta e scrupolosa analisi, che certe cose o si fanno bene o non si fanno proprio, ho realizzato che la mia preferita è la gricia. È incredibile che fino a poco tempo fa non l'avessi mai sentita nominare: perché non ha conquistato l'Italia e il mondo al pari di altre sue sorelle? Perché??? 
Io, mi perdonino amiche e amici vegetariani e vegani, vorrei farmi un lettino col guanciale (non a caso), avvolgermici tutta e vivere felice. 

Arrivederci Roma e grazie. 

Grazie per la bellezza, la generosità e il carattere dei romani che, visti da una torinese - cresciuta a "non mi oso" e "non si fa"- , sembrano un po' alieni, diversi, sfacciati, fumantini, ma affascinanti nel loro ruolo di eredi dell'impero, orgogliosi di esserlo, giustamente. La città e la gente racchiudono un'energia e una sfacciata superiorità, alla sti cazzi (nel significato originale loro e non quello storpiato nostro), da prendere ad esempio e portare con sé. 

Ora si parte e, dopo un'ultima giornata di vacanza rubata a Lucca, si tornerà a casa. Maledetto covid, che mi avevi quasi fatto dimenticare quanto fosse bello viaggiare, conoscere, incontrare e tornare a scrivere solo per il piacere di raccontare!

Vacanze Romane 5.
MAXXI Roma

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che, a ogni incontro, puoi permetterti di trascurare i luoghi più ovvi e concentrarti su altro. Ciò vale a maggior ragione quando la città in questione è Roma, dove di luoghi nuovi da visitare ce ne sono per una vita intera. 

Marito, cintura nera nel trovare posti di cui valga la pena, dopo il Museu Berardo a Lisbona, il villaggio di Aurora nello Stato di New York e il MassMoca in Massachusetts, mette a segno un altro colpo felice. Complici alcune volte la Lonely Planet e altre il suo (insospettabile) intuito, Marito in vacanza dà il meglio di sé, proponendo per le nostre visite luoghi meno ovvi, talvolta inaspettati, sempre bellissimi. Io durante i primi viaggi, lo ammetto, ero parecchio titubante ma ormai mi fido ciecamente. E anche questa volta ho fatto bene. 

Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, merita assai. Inaugurato nel 2010, raccoglie nelle sue sale un'interessante varietà di installazioni, esperienze, opere immersive ed ispirazioni. Da vedere. 

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che puoi tornare a vedere i luoghi migliori, i più meritevoli, perché ogni volta c'è qualche particolare nuovo da scoprire o perché tuo marito, per esempio, non c'è mai stato. 

È questo il caso dei Vatican Museums - Musei Vaticani, km e km di storia, bellezza e cultura. Un'esperienza della testa, dell'anima e pure del corpo, provato dallo spazio da coprire e dalla temperatura da subire in alcune sale. 

"Allora che ne pensi?" chiedo a Marito appena usciti. 
"Qual è la tua impressione sulla Cappella Sistina? Io ne uscii sopraffatta e confusa, tu?" 
"Sì... ma il braccio di Adamo è evidentemente sproporzionato" 
"Ma io perché ancora ti parlo?" 

Il bello di tornare a visitare una città più e più volte è che puoi goderti la vacanza con più rilassatezza mentre ti concentri sui pregi e i difetti di chi ti sta accanto.

Vacanze Romane 4, 5.

 

Roma via Margutta

Quest'anno, per la prima volta, sono a Roma con l'auto e posso apprezzare a pieno la viabilità della capitale. Un unico, infinito, irrinunciabile senso unico. Per muoversi tra un colle e un altro si seguono gincane che a una torinese, abituata a strade perfettamente perpendicolari, paiono completamente illogiche. Anche se, onestamente, il tutto pare funzionare e l'obiettivo finale, la meta, si raggiunge con limitate difficoltà. Certo, tutto ciò nel 2021 col navigatore, perché vent'anni fa, con la cartina, ci saremmo messi a piangere in un angolo e a quest'ora starei scrivendo da lì. 

Quest'anno ho scoperto che sulla scalinata di Trinità dei monti non ci si può sedere. Magari valeva la stessa regola anche anni fa ma io in realtà ricordo dei gran bivacchi quindi, o non la facevano rispettare prima o l'hanno istituita poi, proprio per evitare i bivacchi di cui sopra. Che poi io capisco il punto di vista dei vigili che si ammazzano di noia sotto il sole urlando ogni 3x2 "non ci si può sedere sugli scalini" e quella dei romani che vorrebbero una città più vivibile e meno cannibalizzata dalla presenza dei turisti. Lo capisco ma, lo ammetto, non poter appoggiare il mio augusto deretano sulla scalinata un po' mi è dispiaciuto. E anche alla scalinata. 

Quest'anno mio marito ha proposto "Andiamo in Via margutta?" e io, senza pensarci un secondo, ho risposto "quella di Luca Barbarossa?" 
Perché, hai voglia di acido ialuronico e creme idratanti, hai voglia di diete e abbigliamento giovane, hai voglia di combattere il passare del tempo con il corpo tonico e pure lo spirito minchione, ma niente svela la vera età di una persona quanto le sue conoscenze musicali. Nel caso specifico basiche, nazional popolari e tanto "bimba cresciuta a pane e SanRemo". 
Maledizione!

Vacanze Romane 3, 4, 5.
Roma dal Vittoriano

Questa è la quarta volta che vengo a Roma. 

Era febbraio del 2000 quando, finita la sessione invernale di esami, due compagne di università ed io salimmo sul treno che di notte andava verso la capitale. Non eravamo ancora a porta Susa che una delle due tirò fuori la cartina di Roma e ci disegnò sopra due linee perpendicolari. "Ecco, ho diviso la città in 4 zone. Quattro zone per quattro giorni", disse soddisfatta, insensibile tanto ai nostri sguardi allibiti quanto alla grandezza della città. 

Alla fine dei 4 giorni, sul treno di ritorno, eravamo più morte che vive e anche la nostra amicizia, a dire il vero, non stava benissimo. 

Più o meno tre anni dopo ci tornai con FidanzatoTedesco. Era l'inizio di agosto e a spasso sul Palatino sotto il sole cocente vidi la Madonna, o almeno così mi parve. Per salvare i miei pochi neuroni non ancora stracotti mi comprai un adorabile cappellino bianco. Da pescatore. 
Ero così caruccia e all'ultima moda che FidanzatoTedesco iniziò a camminarmi due metri dietro. "Io non konosko te", diceva. Avete letto bene: un tedesco coi sandali criticava il mio di look, frutto di una scelta di sopravvivenza. E, infatti, è da mo' che è diventato ExFidanzatoTedesco. 

Una decina di anni dopo andai a godermi semifinali e finali di tennis al Foro Italico. Non ebbi nessuna apparizione mariana ma, in compenso, una ispanica. Vidi Nadal sulla terra rossa. Un alieno. Un banale essere umano non poteva giocare così. 

Quest'anno sono tornata con mio marito. Non facevamo una vera vacanza come piace a noi dai tempi del viaggio di nozze, nel 2019. A distanza di due anni io sono carica a pallettoni, immune al caldo e ai km. Marito ansima e ripete "Eravamo più giovani allora". 
"Sono passati solo due anni" 
"Sì ma gli anni di pandemia valgono come quelli dei cani".

Vacanze Romane 2, 3, 4, 5.




... anche il Pancarré.

A tal proposito, tempo fa, ho pubblicato un racconto sul quotidiano online TorinOggi. Realtà con cui collaboro felicemente da qualche anno.

Le prime righe ve le propongo qua, le altre dovrete leggerle sul sito ufficiale.

Buona lettura!

L'invenzione del Pancarré. Una storia raccontata da un punto di vista insolito

La folla urla e insulta. Il malcapitato ha le gambe che gli tremano. Cercherò di essere più rapido possibile, nessuno dovrebbe salutare questa terra nel terrore.

Non amo il mio lavoro ma mi permette di vivere bene. E poi qualcuno deve pur farlo.

La gente insulta ladri e assassini quando sono al patibolo ma poi quando tutto passa, la testa cade e si torna per le strade, quello ad essere insultato sono io. Il boia.

Le mie mani sono sporche di sangue, non lo nego. Ma lo sono anche quelle del giudice e soprattutto quelle della folla assetata del dolore altrui che, alla faccia di ciò che ci ha lasciato detto nostro signore Gesù Cristo, di “prime pietre” ne scaglia un bel po'.

Ogni volta che c'è un'esecuzione la piazza è così piena che, tra una spalla e l'altra, non riuscirebbe a cadere a terra neanche una capocchia di spillo. Stanno tutti là ad abbeverarsi del sangue colpevole del condannato. Senza carità cristiana. Senza perdono nel cuore. Senza vergogna negli occhi.

Loro urlano, incitano, maledicono. Ma poi sono io quello che viene segnato per strada, evitato come se infetto, insultato come se colpevole. Ma colpevole di cosa? Io per le anime e i corpi dei condannati la mostro un po' di pietà. Sono rapido e preciso. Mi pagano bene ma il mio lavoro non potrei farlo meglio.

Continua...

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