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Sabato 11 e domenica 12 giugno, a Pescara si è svolta la prima rassegna italiana di satira web.
Io, per una serie di coincidenze, necessità e familiarità, ero là.
Abbarbicata al mio computer portatile, come una cozza allo scoglio, ho esibito orgogliosa il mio pass e ho avuto la gastrite fino a quando non ho vittoriosamente portato a termine il mio compito.
Quale?
No, non quello di blogger ufficiale dell'evento.
No, non quello di presentatrice di tutto il cucuzzaro.
No, neanche quello di valletta gnocca (inspiegabilmente!)
Quello, molto più semplice, ma per me più angosciante, di tecnico video per il Kotiomkin Live. Il Kotiomkin che? Questa roba qui (cliccate stolti e smemorati)
E pensare che, nel mio caso specifico, dietro l'altisonante denominazione di tecnico si celava solo il dover far partire e interrompere i video giusti al momento giusto. Insomma cliccare "play" e "pause" col ditino indice. Stop. Solo questo dovevo fare, ma c'avevo un'ansia che levati!
"E perché l'hanno fatto fare a te?" vi starete chiedendo.
Semplice, perché il computer era mio. Ero il bimbo col pallone che gioca titolare altrimenti prende e se ne va. Con la sola differenza che io sarei rimasta volentieri a bordo campo a farmi i fattacci miei. Ma non c'era nessun altro libero, e quindi ciccia!

Comunque, per la cronaca, la rassegna era organizzata molto bene: belli gli spazi, interessanti gli eventi, qualche ospite davvero notevole (primo fra tutti Stefano Disegni) e diverse pagine a rappresentarsi e raccontarsi. Che poi io sono la prima a dire che la quantità di pagine satiriche su facebook è ridicolmente eccessiva o eccessivamente ridicola, ma al Satyricom va dato il merito di aver "convocato" realtà diverse, con tipologie e modi differenti, rendendo quindi il piatto ricco e non ripetitivo.

Premesso che sono stata presente solo sabato, e quindi non ho visto e vissuto tutto, il mio tempo a Satyricom in poche parole è stato il seguente: Spettacolo Kotiomkin (pubblico soddisfatto, noi pure, Stefano Disegni ha riso- lo so perché l'ho controllato tutto il tempo come una stalker low profile- i video sono piaciuti, i monologhisti sono stati bravi, i lettori di battute pure, Morandazzo grandioso, io ineccepibile); Workshop di Daniele Villa (l'argomento era: "Come si costruisce una battuta?", ho preso persino appunti ma continuo a non essere capace, non c'ho il dono non c'ho); Bombolone che a Pescara si chiama bomba (perché qui su Radio Cole si fa anche introspettiva ricerca culinaria sociologica); turno eliminatorio di Satyronman (eh??? Una gara d'improvvisazione di battute. Qualche risata e molto disagio. Una piccola selezione tra i concorrenti avrebbe giovato); incontro-conferenza con quelli di Brevi storie tristi (il loro tecnico video è una giovane gnocca, molto più figa di quella di Kotiomkin. La verità può fare male ma è il caso che la si dica. Soprattutto è il caso che la dica io prima di qualcun altro); Cena a buffet (Manco le cavallette!); Finale di Satyronman (si rimpolpa il tabellone con qualche nome eccellente. Il livello è decisamente migliore. Vinciamo noi! Cioè lui. Insomma Massimo Pica, il presentatore del Kotiomkin live. Peccato che il premio consista in due biglietti per un festival locale. Impossibile tornare per l'occasione. Li regaliamo agli indigeni. Uff!); Ultime chiacchiere; Passeggiate; Ritorno in albergo. E buona notte. 

Ci si rivede il prossimo anno!
La finale è stata vinta dai Due x Uno Cinque. Trionfalmente.
Bravi, elastici, divertenti, ci hanno raccontato la Divina Commedia e i Promessi Sposi lasciandoci senza parole.
Davide Fontana e Manuele Laghi, gli altri due finalisti, hanno forse patito di più l'ansia da verdetto e sono apparsi entrambi appannati rispetto alle serate eliminatorie. Ma il livello generale delle esibizioni è stato comunque molto alto. E un posto (o più di uno) nel prossimo calendario di OffStage se lo sono guadagnati tutti e tre.

Una menzione speciale va poi agli ospiti: i Bella Domanda.
Vecchia conoscenza della rassegna, diventano ogni giorno più bravi e più belli. Prima o poi la fama li travolgerà, col conseguente afflusso esagerato di denaro. Ed essi, generosi quasi quanto sexi, ci ospiteranno tutti in un mega ranch tra le risaie vercellesi.

In attesa di realizzare il mio sogno da Mangano-mondina, approfitto di questo micropost per salutare e ringraziare, meglio tardi che mai, il triumvirato che dirige, governa, e nutre questo meraviglioso talent: Nathalie, Elena e Francesca.
La prima mi ha accolta in squadra ancora prima di conoscermi.
La seconda è il mio migliore sponsor.
La terza mi ha insegnato il rossetto rosso e il mascara notte.
Grazie e a presto.

(*)Foto di Daniele Robotti.
Io Facce da Palco lo amo e voi lo sapete.
Lo amo perché l'ho visto quasi nascere e, soprattutto, crescere. Perché è entrato nella mia vita per caso e ha cambiato molte cose, in meglio. Perché ci è rimasto a lungo, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia.

Io Facce da Palco lo amo.
Perché ho visto passare e ho conosciuto tanti artisti, alcuni così così, alcuni bravi, alcuni bravissimi. E, quando mi capita di ritrovarli davanti a una birra, in un teatro, al cinema o in tv, mi emoziono sempre e dico ad alta voce "Quello ha fatto Facce da Palco!", come la più molesta orgogliosa delle zie.

Io Facce da Palco lo amo perché ho cominciato come blogger e poi sono addirittura diventata giurata. Perché mi ha dato la possibilità di trasformare un'idea, una passione, uno spunto, in un lavoro.

Io facce da Palco lo amo perché negli anni si sono susseguiti presentatori, valletti, fotografi e tecnici. Un sacco di bella gente ma proprio bella bella. Per non parlare di Nat, Elena e Francesca che meriterebbero un post a parte. E non è detto che non lo scriva.

Io Facce da Palco lo amo e anche quest'anno non mi sono persa una serata ma, purtroppo, ho perso per strada le cronache, perché il tempo è stato poco e di scrivere cose brevi raffazzonate e povere di spirito non me la sono proprio sentita. Perché Facce merita solo il mio meglio.

Stasera ci sarà la finale e io sono già emozionata. Clownerie, cabaret e teatro. Davide Fontana, Manuele Laghi e i Due per Uno Cinque. Bravi e divertenti, tutti. Altissimo livello.

Sono stata carente per troppo tempo, ma non lo sarò in occasione della finale. Stay tuned, che se non potete venire al Blah Blah, verrete comunque adeguatamente informati tramite  Facebook.
Che il dio degli smartphone, dello streaming e dei Giga mi assista!
Che avete fatto voi domenica notte?
Io mi sono schiantata dal freddo per vedere all'aperto, su un maxi schermo, in mezzo a una folla di squilibrati a me pari, la prima puntata della sesta stagione del Trono di Spade. E ora, al netto degli spoiler che non si possono fare, ve la riassumo.

C'è lui, quello, che boh, forse, e chi lo sa?
C'è lei che, una cosa doveva fare, e finalmente la fa (*)!
C'è quell'altra in galera che, quasi quasi, ce l'eravamo dimenticata.
Ci sono quelli che sono partiti a cercare quella, che il futuro non promette niente di buono.
Ci sono quelle che, secondo me, i parenti non le invitano più per Natale.
C'è la traumatizzata che mi è diventata un agnellino depresso.
C'è la menomata che le tocca reimparare tutto da capo.
E poi c'è la cougar che invece è una granny, e deve averci una crema anti-età che fa miracoli, signora mia.

Ah! E ci sono pure io che ho tenuto botta, e ne sono taaaaanto orgogliosa. Ma magari la prossima puntata me la vedo al chiuso, eh.

(*) CM dixit.
Culo rinsecchito Jeoffrey, finalmente defunto, è stato sostituito dal giovane fratello: orsetto del cuore  Tommen. Uno così tenero, ma così tenero che ti pare già di vederlo mentre gli altri personaggi, tutti più scaltri e manipolatori, ne mangiano la carne cicciotta per poi, metaforicamente e non, buttarne le ossa ai cani. "Scappa da quel manicomio, scappa!" ti verrebbe da urlargli. "Zompa sul tuo miniponi e fuggi in un'altra saga, il Trono di Spade non fa per te, dai retta a zia Pancrazia!"

Cersei, assetata di potere e ormai completamente inacidita, ha la bella pensata di appoggiare gli Immacolati. Pazzi bacchettoni che vestono come frati e agiscono come l'inquisizione spagnola. Zuzzurelloni che avrebbero da ridire pure sulla condotta morale di un eremita tibetano. Del resto, se hai un armadio così pieno di scheletri che non ti ci stanno più i vestiti, se hai riempito di corna il tuo defunto marito che manco una cesta di lumache, e se hai un'incestuosa relazione duratura col tuo caro fratellino, quale idea migliore se non quella di dar man forte a una setta religiosa composta da un gruppo d'invasati? Sicuramente costoro saranno sempre dalla tua parte, cara Cersei. Sicuramente non ti si rivolteranno contro alla prima occasione. No no. Questa svolta della trama non è mica telefonatissima, affatto.

Tyrion, folletto in fuga, raggiunge e offre i propri servigi di diplomatico-amministratore-affabulatore alla bionda Daenerys. Ella, tra l'altro, ne ha proprio un gran bisogno dato che, come regnante, non ne fa mai una giusta e, pur mossa dalle migliori intenzioni, riesce sempre nell'impresa di scontentare tutti. Il primo incontro tra il Nano e La Ballerina è un momento epico per gli amanti della serie: due tra i personaggi più amati di tutto il cucuzzaro condividono finalmente la medesima scena. E... e sono alti uguali. CoscettaCorta Daenerys.

A tal proposito, DitoCorto riporta Sansa a Grande Inverno, e poi se ne va mollandola in mezzo ai Bolton, famiglia di pazzi sadici che, nel frattempo, ha preso il controllo del Nord. E niente, la rossa Stark vince anche per quest'anno il titolo di "personaggio più sfigato di tutte le serie di tutti tempi." DitoCorto quello di stronzo macchinatore.

Sopra, sotto, e tutto attorno alla Barriera è un gran casino. I Non Morti sono sempre più numerosi e cattivi. I Bruti guerreggiano, i guardiani della Notte rispondono. C'è chi viene giustiziato, c'è chi viene tradito, e c'è chi vince il premio come miglior padre dell'anno. Che ti venisse un colpo, Stannis Baratheon dei miei stivali! Ma che mi dite? Gli viene sul serio? Anzi, meglio, glielo fanno venire? Evviva!

Jon Snow parrebbe defungere  tra lo scompiglio e la disperazione degli spettatori più affezionati. L'uso del condizionale è d'obbligo dato che in rete si sono susseguite tutta una serie di teorie che lascerebbero la porta aperta alla risurrezione. Io non mi sorprendo più di nulla, staremo a vedere!

Chiudo con una tra le mie preferite: Arya Stark. La giovine arriva finalmente a Bravoos dove si diletta a passare lo scopettone, lavare i cadaveri, vendere ostriche e ucciderei pedofili. Per quest'ultima azione viene punita e resa cieca, perché Il Trono di Spade è un mondo parallelo con delle regole morali tutte proprie. Un po' come il Vaticano.

Io con i riassunti ho finito, la sesta stagione ci attende. Buona visione!
Astute macchinazioni, viscidi tradimenti, spietati delitti. Insomma, tutto procede come sempre. 
Ma il momento epico della stagione ce lo ricordiamo tutti, no?

UAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAH
UAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAH
UAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAH

Scusate, mentre io cerco di ridarmi un contegno, voi proseguite con la lettura...
Il livello di sadismo presente nella saga è pari solo a quello di George R. R. Martin che, possiamo affermare con un certo grado di sicurezza, se non si fosse dato alla scrittura avrebbe percorso la strada dell'omicidio impunito.

Ci è andata bene, non lamentiamoci, e continuiamo con il ripasso ...
Le lancette corrono e la sesta stagione si avvicina.
Non avete più memoria di cosa accadde nella seconda?
E io che ci sto a fare?

Cattiveria, magia nera, fratricidi, mani mozzate e altre amenità.
Il Trono di Spade continua a raccontarci le peggio nefandezze. Astenersi stomaci deboli e anime candide.

Continua...
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