His story
The tracks are on fire.
The old man walks and sweats in a wool coat.
He sees me from afar. I smile.
He sits next to me. He smells.
"Do you take the next train?"
"Yes"
I pull out the headphones from the bag. I select the music.
It's not enough.
He speaks.
I give up.
I listen.
He starts telling his story.
A difficult childhood.
A bad mother. A selfish mother.
She's still alive. She's still bad and selfish.
A happy youth.
The '80s full of women, business, money, and friendship.
And then: drama.
Wrong choices. No more friends.
Debts.
Prison.
"Were you in prison?"
"Yes, it was a big scandal"
He's happy to have my attention, finally.
He speaks.
I listen.
Listen and surf the web. I want to know the truth, his words aren't enough.
I find something.
The story is true.
Him? I don't know.
I can't recognize his old tired face in the young man smiling on my phone.
"From the hills to the jail. He could have helped me, but he didn't"
"Who?"
"Him"
"Him? Him?"
"Yes. He's a son of a bitch!"
"He died years ago"
"He's a son of a bitch. Anyway."
The end.
Siete arrivati fino a qua? Bene. Avete appena letto il mio primo racconto in inglese. Oooooooooh.
Era ormai da tempo che volevo provarci. Esprimermi in un'altra lingua. Trovare un ritmo diverso.
L'occasione di buttarmi in questo mare grandissimo e straniero (nell'ovvio senso della parola) mi è stata data da Humans Torino. La pagina facebook dove il mio socio Sergio ed io raccogliamo volti e storie da sotto, sopra e tutto attorno alla mole. La maggiorparte dello spazio è dedicata a foto accompagnate da brevi didascalie, ma sono presenti anche piccoli racconti rubati alla quotidianità d'inconsapevoli passanti.
Nelle ultime settimane il socio ed io abbiamo deciso che sarebbe stato il caso di tradurre tutti i post di Humans anche in inglese, "che magari non guadagnamo neanche un like, ma comunque fa figo", abbiamo sentenziato all'unisono da cialtroni par nostri. Così abbiamo iniziato a lavorarci. Così ho(!) iniziato a lavorarci.
Prima ho scelto le didascalie piĂą brevi, poi quelle piĂą semplici, infine ho deciso che fosse tempo di provarci con un racconto. E oggi ci ho provato.
"His story" è il risultato di questo esperimento. Esperimento rivisto e corretto da nientepopodimeno che Renée, una delle Comari berlinesi. Non so se mi spiego!
E' stato faticoso ma incredibilmente stimolante poter rimettere mano alle mie parole, cercare un nuovo respiro, riadattare il tutto a una lingua diversa. Il racconto è sempre lo stesso ma è anche un altro. E io ne vado molto orgogliosa. Questo piccolo figlio, ammettendo che a qualcuno interessi, potrà essere letto da milioni di persone in più. Lui ha un passaporto che, almeno nei miei sogni, lo potrà far viaggiare.
E' la prima volta che ciò accade a una mia storia. Ed era il momento che accadesse.
Quindi, volete farmelo un piacere? Mandate questo link a i vostri amici sparsi per il mondo. Fate "partire" questa piccola storia per il suo lungo viaggio.
Grazie. Thank you.
N.d.A: la versione italiana del racconto la potete trovare qui.
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