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In seconda media mi presi una cotta per un mio compagno.
Si chiamava Marco, aveva un'aria decisamente equina ma piaceva a tutte ed anche a me.

Una mattina, prima che cominciassero le lezioni, mi chiese di "metterci assieme" ed io accettai al volo.
Fu una storia unica, irripetibile, ineguagliabile.
Una storia che non riuscirò mai a dimenticare.
Una storia che durò dalla prima ora all'intervallo.
Due ore.
Al suono della campanella l'essere abbietto mi mollò per mettersi con la mia migliore amica.

A distanza di tanti anni ho superato il trauma e riesco addirittura a ricordare l'episodio con divertimento.
Si, con una grande, grassa, risata ISTERICA!



The nominees are:
  • Quella volta che andai a sbattere contro una cabina telefonica
  • Quella volta che non riuscii a mantenere un basso profilo all'inaugurazione dell'anno accademico
  • Quella volta che beccai il mio ex suocero in mutande.
And the winner is: "Quella volta che beccai il mio ex suocero in mutande"!  

Ero ospite a casa dei genitori del mio vecchio fidanzato (sempre lui).
Una mattina entrai in bagno e mi trovai di fronte al padre che, in procinto di farsi la doccia, se ne stava in piedi accanto al box con addosso solo un paio di striminziti slippini.
Lui, mantenendo un invidiabile aplomb, mi augurò il buon giorno.
Io, dotata di molto meno self control, corsi a nascondermi in camera, dove prima cercai di togliermi la vita con un'overdose di zigulì e poi di perdere la memoria sbattendo ripetutamente la testa contro il muro. Il tutto mentre il mio ex, invece di confortarmi, si rotolava a terra dal ridere.

L'immagine di quell'uomo in mutande da allora si è impressa indelebilmente nella mia mente e sono certa che mi accompagnerà per tutta la vita. E non per ribadire un vecchio concetto, ma questo increscioso episodio non si sarebbe mai verificato se TUTTI avessero l'abitudine di chiudersi a chiave in bagno proprio come FACCIO IO.

E voi? Qual è il vostro momento più imbarazzante? Siete in grado di battermi?
Era il 1981, io avevo 4 anni ed il mio amato 7.
Si chiamava Giuliano, aveva la capoccetta ricoperta da bellissimi riccioli rossi ed il viso ornato da deliziose efelidi.

Io lo amavo teneramente.
Lui usava la mia adorata Barbie per fare le cosacce con quel porco del suo Big Jim.

Quello fu il profetico inizio della mia vivace vita sentimentale.
Ci sono donne che fanno palpitare i cuori dei poeti romantici.
Io no. Io vado forte tra i ruspanti goderecci.


Meglio poi!
Non ho mai partecipato a nessun Blog Candy.
Questi concorsi non mi attraggono molto.
Perché? E' semplice: di solito la dea fortuna non mi bacia, tutt'al più mi schifa.

A Natale inizio la serata che sembro Paperon de Paperoni con le ghette, la tuba e tutte le monetine del deposito e finisco squattrinata peggio di Paperino.
E mica giochiamo a poker! Ma io riesco ad indebitarmi pure con la tombola.

E agli esami? Avete presente quella compagna "Che fortuna! Mi hanno chiesto l'unico argomento che avevo studiato"? Ecco, appunto, quella stron#a!
Io ovviamente non sono lei, ma quella che viene dopo, quella "Ma noooo, mi hanno chiesto l'unica cosa che non sapevo!"

Non ho mai trovato più di 5 centesimi per strada ma in compenso mi è capitato spesso di trovare simpatici regalini e di spiaccicarci sopra il piedino, magari calzato in scarpe con meravigliose suole a carrarmato. Con risultati che non stò neanche a descrivervi.

Non ho mai vinto niente in vita mia. Maiiii.
Anzi no, una volta con la lotteria di quartiere ho vinto un mega uovo di cioccolato fodente. Ma il biglietto, anche se era a nome mio, l'aveva scelto SorellaCole che, invece, diciamolo: ha più culo che anima! (con affetto eh, sorellina!)
Lei ed il suo degno consorte sono riusciti a vincere pure alla macchinetta delle sigarette: invece del resto gli è venuto giù un jackpot che neanche una slot machine a Monte Carlo. E meno male che il fumo fa male!

Ma magari questa volta ci penserà la "mia" adorata Lupina a portarmi fortuna, echilosa!
Giuro che se dovessi vincere la maglietta, la indosso, mi faccio la foto e la pubblico sul blog.

Lo giuro!!!
Un uomo distinto.
Un bastone ad agevolarne il passo.
I capelli pettinati all'indietro e lo sguardo fiero.

"Buongiorno. Posso dare il mio contributo o sono fuori tempo massimo?"

Ieri un Novantadueenne è venuto a chiederci se poteva donare il sangue.
Novantadue anni.
Novantadue anni compiuti.

Ovviamente no, un novantadueenne non può donare il sangue.
Lo vieta la legge, la medicina ed anche il buon senso.

Ma incontrare un uomo così è stato un onore.
Quando l'ultimo rappresentante della generazione dei nostri nonni se ne sarà andato, quando non resterà più nessuno di quelli che hanno vissuto la guerra, conosciuto la dignità della rinuncia e lavorato la terra con le mani, questa nostra società sarà ancora più povera e smarrita di quanto già non sia.
Alcuni libri vanno assaggiati,
altri divorati e alcuni, rari,
masticati e digeriti.

Francis Bacon.

Ero entrata in libreria solo per dare una rapida occhiata, ripromettendomi di tenere il portafogli ermeticamente chiuso.
I miei buoni propositi sono andati a farsi benedire nel momento in cui ho visto Lui.
Lui,  che qualcuno aveva gettato distrattamente su un tavolo.
Lui, che sembrava stesse lì ad aspettarmi.
Lui, il cui titolo mi occhieggiava malandrino e seducente dalla copertina.
Lui, "I berlinesi" di Sven Regener.

Come avrei potuto resistere ad un richiamo tanto sfacciato?
Come avrei potuto ignorare le insistenti sirene crucche?
Come avrei potuto non cadere vittima dell'Erasmus Nostalgia?
Ed infatti non ho resistito, non ho ignorato e ci sono caduta con tutte le scarpe.

Un libro ambientato nella Berlino degli anni '80: quella del muro, delle case occupate, dei punk e degli artisti. Una realtà folle ed irresistibile che viene descritta attraverso gli occhi di Frank, giovane in cerca del fratello maggiore ma soprattutto di se stesso. Un percoso compiuto tra fiumi di birra, personaggi sopra le righe e dialoghi assurdi. Un viaggio che, nonostante il finale sotto tono, vi consiglio di intraprendere.
Un libro per chi ama Berlino.
Un libro dove si può cogliere il clima sociale e culturale che, a distanza di molti anni e dopo lo stravolgimento politico, ancora caratterizza la città.
Un libro lieve, divertito e divertente.

Un libro libidinoso come una colazione da Berio (*) (**).
Un libro fresco come una birra al Pratergarten (*).
Un libro che ti sazia come una cena al Faustus  (*) di Kudamm.

"I berlinesi" di Sven Regener, edizioni Elliot.


(*) Qualcuno di voi è in partenza per Berlino? Questi sono tutti locali provati ed approvati da me. Prendete nota e poi fatemi sapere.
(**) Vi consiglio di ordinare una "Toronto", a mio insindacabile giudizio, la colazione più buona del mondo.
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